Solo robot?
Un libro appena tradotto in italiano, analizza la realtà dell’automazione e dei robot e delinea un possibile futuro nel quale l’uomo possa avere ancora un ruolo
Dove finirà il lavoro dell’uomo? Ci sarà spazio per la nostra specie in un mondo del lavoro dominato da macchine sempre più intelligenti? Domande ricorrenti e, tutto sommato, domane cruciali. Anche per chi voglia costruire attorno alle organizzazione della produzione una consapevolezza diversa. Per questo serve leggere “Le nuove leggi della robotica. Difendere la competenza umana nell’era dell’intelligenza artificiale” di Frank Pasquale da poco tradotto in italiano.
L’autore scrive prendendo le mosse da una constatazione: lo sviluppo prorompente delle nuove tecnologie mette l’umanità di fronte a interrogativi e timori di enorme portata. Oltre alle domande già poste poco sopra, altre possono essere formulate. Come, per esempio, potremo difenderci dalle subdole e pervasive dinamiche del “capitalismo della sorveglianza” e allo stesso tempo non rinunciare a un monitoraggio intelligente e mirato alla nostra sicurezza? E cosa succederebbe a settori come la scuola, la sanità o l’industria bellica se fossero gestiti esclusivamente dagli algoritmi?
Pasquale prova a rispondere arrivando a formulare “nuove leggi” che dovranno essere applicate affinché la rivoluzione digitale, con le straordinarie possibilità di crescita e sviluppo che comporta, non si trasformi in una trappola per la nostra specie.
Ma come? L’idea di fondo dell’autore è che i sistemi robotici e le intelligenze artificiali debbano essere complementari ai professionisti, e non sostitutive degli stessi. Robot e macchine, in altre termini, non devono contraffare l’umanità, favorendo la falsa idea che chi interagisce con loro si stia rapportando a un essere umano; non devono, inoltre, intensificare la corsa agli armamenti; infine, devono sempre indicare con massima trasparenza l’identità dei loro creatori, controllori e proprietari.
E’ da queste basi che Pasquale delinea un futuro, possibile, nel quale governi, imprese e semplici cittadini potranno creare qualcosa di migliore dove le tecnologie saranno inclusive, democratiche e capaci di riflettere impegno e speranze di tutti, come lavoratori e cittadini, e non solo come consumatori.
Quanto tutto questo sia davvero fattibile, dipende ovviamente dagli uomini stessi. In altri termini, Pasquale indica un orizzonte possibile, non la certezza di arrivarci.
Le nuove leggi della robotica. Difendere la competenza umana nell’era dell’intelligenza artificiale
Frank Pasquale
Luiss University Press, 2021
Un libro appena tradotto in italiano, analizza la realtà dell’automazione e dei robot e delinea un possibile futuro nel quale l’uomo possa avere ancora un ruolo
Dove finirà il lavoro dell’uomo? Ci sarà spazio per la nostra specie in un mondo del lavoro dominato da macchine sempre più intelligenti? Domande ricorrenti e, tutto sommato, domane cruciali. Anche per chi voglia costruire attorno alle organizzazione della produzione una consapevolezza diversa. Per questo serve leggere “Le nuove leggi della robotica. Difendere la competenza umana nell’era dell’intelligenza artificiale” di Frank Pasquale da poco tradotto in italiano.
L’autore scrive prendendo le mosse da una constatazione: lo sviluppo prorompente delle nuove tecnologie mette l’umanità di fronte a interrogativi e timori di enorme portata. Oltre alle domande già poste poco sopra, altre possono essere formulate. Come, per esempio, potremo difenderci dalle subdole e pervasive dinamiche del “capitalismo della sorveglianza” e allo stesso tempo non rinunciare a un monitoraggio intelligente e mirato alla nostra sicurezza? E cosa succederebbe a settori come la scuola, la sanità o l’industria bellica se fossero gestiti esclusivamente dagli algoritmi?
Pasquale prova a rispondere arrivando a formulare “nuove leggi” che dovranno essere applicate affinché la rivoluzione digitale, con le straordinarie possibilità di crescita e sviluppo che comporta, non si trasformi in una trappola per la nostra specie.
Ma come? L’idea di fondo dell’autore è che i sistemi robotici e le intelligenze artificiali debbano essere complementari ai professionisti, e non sostitutive degli stessi. Robot e macchine, in altre termini, non devono contraffare l’umanità, favorendo la falsa idea che chi interagisce con loro si stia rapportando a un essere umano; non devono, inoltre, intensificare la corsa agli armamenti; infine, devono sempre indicare con massima trasparenza l’identità dei loro creatori, controllori e proprietari.
E’ da queste basi che Pasquale delinea un futuro, possibile, nel quale governi, imprese e semplici cittadini potranno creare qualcosa di migliore dove le tecnologie saranno inclusive, democratiche e capaci di riflettere impegno e speranze di tutti, come lavoratori e cittadini, e non solo come consumatori.
Quanto tutto questo sia davvero fattibile, dipende ovviamente dagli uomini stessi. In altri termini, Pasquale indica un orizzonte possibile, non la certezza di arrivarci.
Le nuove leggi della robotica. Difendere la competenza umana nell’era dell’intelligenza artificiale
Frank Pasquale
Luiss University Press, 2021