Storia presente per raccontarsi meglio
Una indagine appena pubblicata unisce la necessità di innovare con le risorse che possono arrivate dal passato
Farsi forti della propria storia per consolidare il proprio presente e guardare con più sicurezza al futuro. Di fronte ad un’economia della velocità e della digitalizzazione, è questo uno degli approcci che promettono più risultati. Percorso certamente complesso quello dell’uso corretto del proprio patrimonio storico, che tuttavia può essere sperimentato da imprese diverse che, in fin dei conti, lavorano attorno ad una propria cultura del produrre nella quale l’eredità dal passato trova ancora utilità nel presente.
E’ attorno a questi temi che hanno lavorato Alberta Bernardi, Chiara Luisa Cantù e Elena Cedrola, focalizzando in particolare l’attenzione sul settore del tessile della moda.
“Heritage marketing e valorizzazione del territorio: il percorso verso l’innovazione sostenibile nel settore tessile e moda”, appena pubblicato in Corporate Governance and Research & Development studies – Open Access Peer Reviewed Journal, è una ricerca che si muove da una constatazione: le imprese sono chiamate ad innovare i loro processi e prodotti in chiave sostenibile per differenziarsi e raggiungere un vantaggio competitivo. Traguardo apparentemente lontano dal tema effettivamente analizzato nella ricerca. Invece no, perché l’obiettivo dell’indagine, viene spiegato, “è contribuire al crescente corpus di letteratura che si interroga su cosa realmente sia l’innovazione sostenibile e sui driver che ne consentono l’ideazione e lo sviluppo”. E’ qui che si aggancia il tema di fondo. “Vengono indagate – scrivono infatti Bernardi, Cantù e Cedrola -, le potenzialità strategiche dell’heritage marketing quale strumento per valorizzare la storia aziendale e i suoi valori, tra cui la sostenibilità e il territorio”.
Il focus della ricerca è, come si è detto, puntato sul settore tessile e della moda a ragione della sua più volte denunciata insostenibilità – a livello ambientale, sociale ed economico – e scarsa apertura verso l’innovazione – nei processi, prodotti e modelli di business.
Le tre ricercatrici non si limitano ad una analisi teorica della letteratura e delle esperienze altrui, ma analizzano anche evidenze empiriche derivanti dalla presentazione di un caso studio di un’azienda di moda italiana internazionalizzata. La conclusione del lavoro suggerisce che la gestione strategica del corporate heritage e del brand heritage (o del patrimonio storico e culturale dell’impresa e dei suoi valori) può consentire alle imprese di promuovere l’innovazione sostenibile. Ciò grazie alla valorizzazione della storia aziendale e ai valori che hanno contraddistinto lo sviluppo dell’impresa: sostenibilità ambientale e sostenibilità sociale. Le due forme di sostenibilità spingono a considerare non solo la riduzione dell’impatto della produzione sull’ambiente, ma anche le azioni propositive che un’impresa può compiere nei confronti del territorio e della comunità locale. Emerge anche con forza la necessità per la filiera tessile di orientarsi ad una maggiore, se non totale, circolarità.
Il lavoro di Bernardi, Cantù e Cedrola è una buona lettura per comprendere meglio gli stretti nessi tra componenti della realtà d’impresa che in apparenza – ma solo in apparenza -, possono sembrare lontani.
Alberta Bernardi, Chiara Luisa Cantù, Elena Cedrola
Corporate Governance and Research & Development studies – Open Access Peer Reviewed Journal, 2021
Una indagine appena pubblicata unisce la necessità di innovare con le risorse che possono arrivate dal passato
Farsi forti della propria storia per consolidare il proprio presente e guardare con più sicurezza al futuro. Di fronte ad un’economia della velocità e della digitalizzazione, è questo uno degli approcci che promettono più risultati. Percorso certamente complesso quello dell’uso corretto del proprio patrimonio storico, che tuttavia può essere sperimentato da imprese diverse che, in fin dei conti, lavorano attorno ad una propria cultura del produrre nella quale l’eredità dal passato trova ancora utilità nel presente.
E’ attorno a questi temi che hanno lavorato Alberta Bernardi, Chiara Luisa Cantù e Elena Cedrola, focalizzando in particolare l’attenzione sul settore del tessile della moda.
“Heritage marketing e valorizzazione del territorio: il percorso verso l’innovazione sostenibile nel settore tessile e moda”, appena pubblicato in Corporate Governance and Research & Development studies – Open Access Peer Reviewed Journal, è una ricerca che si muove da una constatazione: le imprese sono chiamate ad innovare i loro processi e prodotti in chiave sostenibile per differenziarsi e raggiungere un vantaggio competitivo. Traguardo apparentemente lontano dal tema effettivamente analizzato nella ricerca. Invece no, perché l’obiettivo dell’indagine, viene spiegato, “è contribuire al crescente corpus di letteratura che si interroga su cosa realmente sia l’innovazione sostenibile e sui driver che ne consentono l’ideazione e lo sviluppo”. E’ qui che si aggancia il tema di fondo. “Vengono indagate – scrivono infatti Bernardi, Cantù e Cedrola -, le potenzialità strategiche dell’heritage marketing quale strumento per valorizzare la storia aziendale e i suoi valori, tra cui la sostenibilità e il territorio”.
Il focus della ricerca è, come si è detto, puntato sul settore tessile e della moda a ragione della sua più volte denunciata insostenibilità – a livello ambientale, sociale ed economico – e scarsa apertura verso l’innovazione – nei processi, prodotti e modelli di business.
Le tre ricercatrici non si limitano ad una analisi teorica della letteratura e delle esperienze altrui, ma analizzano anche evidenze empiriche derivanti dalla presentazione di un caso studio di un’azienda di moda italiana internazionalizzata. La conclusione del lavoro suggerisce che la gestione strategica del corporate heritage e del brand heritage (o del patrimonio storico e culturale dell’impresa e dei suoi valori) può consentire alle imprese di promuovere l’innovazione sostenibile. Ciò grazie alla valorizzazione della storia aziendale e ai valori che hanno contraddistinto lo sviluppo dell’impresa: sostenibilità ambientale e sostenibilità sociale. Le due forme di sostenibilità spingono a considerare non solo la riduzione dell’impatto della produzione sull’ambiente, ma anche le azioni propositive che un’impresa può compiere nei confronti del territorio e della comunità locale. Emerge anche con forza la necessità per la filiera tessile di orientarsi ad una maggiore, se non totale, circolarità.
Il lavoro di Bernardi, Cantù e Cedrola è una buona lettura per comprendere meglio gli stretti nessi tra componenti della realtà d’impresa che in apparenza – ma solo in apparenza -, possono sembrare lontani.
Alberta Bernardi, Chiara Luisa Cantù, Elena Cedrola
Corporate Governance and Research & Development studies – Open Access Peer Reviewed Journal, 2021