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Tutto solo per profitto?

La storia delle imprese dall’antichità ad oggi delinea le componenti e gli obiettivi di queste organizzazioni

 

Per profitto (sempre) ma non solo. Comprendere perché e come le imprese vengono create, è parte fondamentale della comprensione della cultura che sta dietro e dentro di esse. Umanità densa, quella che deve essere ricercata ogni volta, con le sue storie, le vittorie e le sconfitte. Umanità che, talvolta, ha fatto anche la cosiddetta “grande storia” ma pure la storia minuta. E che davvero costruisce il presente e il futuro. Leggere “Profitto. Storia delle grandi aziende dall’antica Roma a Meta” scritto da William Magnuson e appena riproposto in Italia, serve proprio per capire di più delle relazioni tra profitto e altri obiettivi che pressoché da sempre hanno suscitato la creazione di aziende.

In particolare, il libro è la storia della nascita delle società per azioni, della loro evoluzione e del ruolo che hanno svolto e continuano a svolgere nel plasmare il mondo e il nostro modo di pensare. E non si tratta solo di aspetti economici. William Magnuson traccia il percorso delle cosiddette corporation nei secoli: dai palazzi dell’antica Roma alle navi della Compagnia britannica delle Indie orientali, alle rotaie costruite dalla Union Pacific Railroad Company per attraversare il continente nordamericano; dalle multinazionali del petrolio in Medio Oriente fino agli odierni colossi della Silicon Valley. La narrazione di Magnuson inizia da prima della nascita di Cristo e arriva fino ad oggi, ponendo esempi che fanno capire subito il ruolo delle imprese. Per capire bastano pochi esempi. Nel 215 a.C. l’esercito romano rischia di collassare di fronte all’avanzata dei cartaginesi; a salvare le truppe e la Repubblica saranno un manipolo di facoltosi cittadini, riunitisi in societates – le prime aziende della storia –, che riforniranno i soldati di abiti, cereali ed equipaggiamenti ribaltando così le sorti del conflitto. Nella prima metà del XV secolo, sotto la guida di Giovanni di Bicci de’ Medici, il Banco Medici diventa la più importante impresa d’Europa, capace di influenzare guerre, tregue e trattati a migliaia di chilometri di distanza. Nel maggio 2012 Facebook, la società di Mark Zuckerberg che diventerà Meta, si quota in borsa; nel 2018, sarà accusata di aver condizionato le elezioni che hanno portato Donald Trump alla presidenza degli Stati Uniti.

Profitto, dunque, ma anche altri obiettivi hanno animato e animano le organizzazioni della produzione e gli uomini che le progettano, costruiscono e gestiscono. Magnuson racconta quindi le sorti di banchieri, esploratori, pirati, uomini d’affari e imprenditori digitali nel solco ambiguo che esiste tra interessi personali e benessere comune. Ed è proprio l’oscillare del pendolo tra questi due estremi che porta il libro a raccontare successi e insuccessi del fare impresa ma anche, appunto, il ruolo del profitto.

Profitto. Storia delle grandi aziende dall’antica Roma a Meta

William Magnuson

il Saggiatore 2024

La storia delle imprese dall’antichità ad oggi delinea le componenti e gli obiettivi di queste organizzazioni

 

Per profitto (sempre) ma non solo. Comprendere perché e come le imprese vengono create, è parte fondamentale della comprensione della cultura che sta dietro e dentro di esse. Umanità densa, quella che deve essere ricercata ogni volta, con le sue storie, le vittorie e le sconfitte. Umanità che, talvolta, ha fatto anche la cosiddetta “grande storia” ma pure la storia minuta. E che davvero costruisce il presente e il futuro. Leggere “Profitto. Storia delle grandi aziende dall’antica Roma a Meta” scritto da William Magnuson e appena riproposto in Italia, serve proprio per capire di più delle relazioni tra profitto e altri obiettivi che pressoché da sempre hanno suscitato la creazione di aziende.

In particolare, il libro è la storia della nascita delle società per azioni, della loro evoluzione e del ruolo che hanno svolto e continuano a svolgere nel plasmare il mondo e il nostro modo di pensare. E non si tratta solo di aspetti economici. William Magnuson traccia il percorso delle cosiddette corporation nei secoli: dai palazzi dell’antica Roma alle navi della Compagnia britannica delle Indie orientali, alle rotaie costruite dalla Union Pacific Railroad Company per attraversare il continente nordamericano; dalle multinazionali del petrolio in Medio Oriente fino agli odierni colossi della Silicon Valley. La narrazione di Magnuson inizia da prima della nascita di Cristo e arriva fino ad oggi, ponendo esempi che fanno capire subito il ruolo delle imprese. Per capire bastano pochi esempi. Nel 215 a.C. l’esercito romano rischia di collassare di fronte all’avanzata dei cartaginesi; a salvare le truppe e la Repubblica saranno un manipolo di facoltosi cittadini, riunitisi in societates – le prime aziende della storia –, che riforniranno i soldati di abiti, cereali ed equipaggiamenti ribaltando così le sorti del conflitto. Nella prima metà del XV secolo, sotto la guida di Giovanni di Bicci de’ Medici, il Banco Medici diventa la più importante impresa d’Europa, capace di influenzare guerre, tregue e trattati a migliaia di chilometri di distanza. Nel maggio 2012 Facebook, la società di Mark Zuckerberg che diventerà Meta, si quota in borsa; nel 2018, sarà accusata di aver condizionato le elezioni che hanno portato Donald Trump alla presidenza degli Stati Uniti.

Profitto, dunque, ma anche altri obiettivi hanno animato e animano le organizzazioni della produzione e gli uomini che le progettano, costruiscono e gestiscono. Magnuson racconta quindi le sorti di banchieri, esploratori, pirati, uomini d’affari e imprenditori digitali nel solco ambiguo che esiste tra interessi personali e benessere comune. Ed è proprio l’oscillare del pendolo tra questi due estremi che porta il libro a raccontare successi e insuccessi del fare impresa ma anche, appunto, il ruolo del profitto.

Profitto. Storia delle grandi aziende dall’antica Roma a Meta

William Magnuson

il Saggiatore 2024

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