Un cappello di paglia per la buona cultura d’impresa
Una ricerca appena pubblicata racconta di un prodotto artigianale assunto a paradigma del saper fare italiano
La cultura di un territorio e delle imprese che vi lavorano si vede anche dagli oggetti prodotti. E’ la materializzazione del saper fare che diventa ricordo personale e storia collettiva. Ed è dagli oggetti che passa tanta parte della cultura d’impresa. Anche con prodotti che apparentemente paiono insignificanti. Leggerne e apprenderne le storie è utile per tutti. Come per il caso del cappello di paglia fiorentino.
La particolare storia del cappello di paglia in Toscana – che illustra anche una particolare cultura del produrre -, è stata raccontata da Pietro Meloni (dell’Università degli Studi di Siena ) nel suo “L’immaginario del made in Italy: la biografia culturale del cappello di paglia fiorentino” apparso da poco tempo e che è un po’ ricerca scientifica sulla cultura dell’impresa locale e un po’ racconto etnografico e storico di vicende passate nelle quali però affondano molte radici di piante moderne.
Spiega Meloni che alla base dell’indagine c’è “una riflessione sui temi del patrimonio, del made in Italy e del consumo di massa”; ma in effetti il discorso è più ampio e tocca, appunto, tutte le corde dell’imprenditorialità radicata nel territorio, del saper fare unito al saper intraprendere, del gusto e della crescita di imprese che poi hanno fatto la storia dello stile italiano.
Sempre Meloni spiega tutto questo dicendo che l’obiettivo dell’indagine è proprio quello di “mettere in evidenza come oggi, nel mondo della produzione e del consumo di massa, il ricorso ad aspetti come la cultura materiale, la manualità degli artigiani, la rarità dei prodotti impiegati nella produzione di oggetti che possono comunque essere definiti merci, risultino fondamentali come elementi di distinzione e di appetibilità nel mercato di massa. In una società dove la competizione produttiva costringe aziende a chiudere, a dislocare la realizzazione di manufatti in altre nazioni, la ricostruzione di una biografia culturale che testimoni ‘l’eccellenza’ della produzione artigianale è divenuta a tutti gli effetti una strategia di marketing, non meno di quanto possano esserlo le pubblicità delle grandi multinazionali mondiali”.
Da qui la storia del cappello di paglia fiorentino fatto tra Signa, Lastra a Signa e Campi Bisenzio alle porte di Firenze. Storia delle aziende che lo hanno prodotto nel passato e che lo producono ancora, dei mercati conquistati e dei clienti che con il loro uso hanno reso questo prodotto famoso nel mondo. Ma anche storia dell’evoluzione tecnologica del prodotto e degli elementi culturali che ha creato e che fa ancora oggi vivere.
La lettura del lavoro di Meloni scorre facilmente in poco tempo fra organizzazione della produzione, del tempo e della storia.
L’immaginario del made in Italy: la biografia culturale del cappello di paglia fiorentino
Pietro Meloni (Università degli Studi di Siena )
Palaver 6 n.s. (2017), n.1, 30-74
Una ricerca appena pubblicata racconta di un prodotto artigianale assunto a paradigma del saper fare italiano
La cultura di un territorio e delle imprese che vi lavorano si vede anche dagli oggetti prodotti. E’ la materializzazione del saper fare che diventa ricordo personale e storia collettiva. Ed è dagli oggetti che passa tanta parte della cultura d’impresa. Anche con prodotti che apparentemente paiono insignificanti. Leggerne e apprenderne le storie è utile per tutti. Come per il caso del cappello di paglia fiorentino.
La particolare storia del cappello di paglia in Toscana – che illustra anche una particolare cultura del produrre -, è stata raccontata da Pietro Meloni (dell’Università degli Studi di Siena ) nel suo “L’immaginario del made in Italy: la biografia culturale del cappello di paglia fiorentino” apparso da poco tempo e che è un po’ ricerca scientifica sulla cultura dell’impresa locale e un po’ racconto etnografico e storico di vicende passate nelle quali però affondano molte radici di piante moderne.
Spiega Meloni che alla base dell’indagine c’è “una riflessione sui temi del patrimonio, del made in Italy e del consumo di massa”; ma in effetti il discorso è più ampio e tocca, appunto, tutte le corde dell’imprenditorialità radicata nel territorio, del saper fare unito al saper intraprendere, del gusto e della crescita di imprese che poi hanno fatto la storia dello stile italiano.
Sempre Meloni spiega tutto questo dicendo che l’obiettivo dell’indagine è proprio quello di “mettere in evidenza come oggi, nel mondo della produzione e del consumo di massa, il ricorso ad aspetti come la cultura materiale, la manualità degli artigiani, la rarità dei prodotti impiegati nella produzione di oggetti che possono comunque essere definiti merci, risultino fondamentali come elementi di distinzione e di appetibilità nel mercato di massa. In una società dove la competizione produttiva costringe aziende a chiudere, a dislocare la realizzazione di manufatti in altre nazioni, la ricostruzione di una biografia culturale che testimoni ‘l’eccellenza’ della produzione artigianale è divenuta a tutti gli effetti una strategia di marketing, non meno di quanto possano esserlo le pubblicità delle grandi multinazionali mondiali”.
Da qui la storia del cappello di paglia fiorentino fatto tra Signa, Lastra a Signa e Campi Bisenzio alle porte di Firenze. Storia delle aziende che lo hanno prodotto nel passato e che lo producono ancora, dei mercati conquistati e dei clienti che con il loro uso hanno reso questo prodotto famoso nel mondo. Ma anche storia dell’evoluzione tecnologica del prodotto e degli elementi culturali che ha creato e che fa ancora oggi vivere.
La lettura del lavoro di Meloni scorre facilmente in poco tempo fra organizzazione della produzione, del tempo e della storia.
L’immaginario del made in Italy: la biografia culturale del cappello di paglia fiorentino
Pietro Meloni (Università degli Studi di Siena )
Palaver 6 n.s. (2017), n.1, 30-74