Welfare, impresa e Accademia
L’esame dei percorsi virtuosi che fanno bene alla produzione e alla comunità
Impresa e Accademia. Binomio importante, non sempre efficacemente messo in pratica, eppure fondamentale per entrambe le parti. Quando poi si cerca di coinvolgerci anche la comunità nella quale il binomia si trova a svilupparsi, il significato (e i risultati) possono essere davvero notevoli. E’ necessario però capire come fare e per questo è utile leggere “Dalla ricerca all’impresa: lo spin-off accademico per agire nella comunità” lavoro di Cristina Cecchini (Università degli Studi di Firenze & LabCom, Ricerca e Azione per il Benessere Psicosociale) presentato nell’ambito della raccolta di interventi e ricerche “Comunità imperfette. Dalle dinamiche disgregative al decision making comunitario” da poco pubblicato.
Cecchini spiega quindi che fra le “missioni” universitarie c’è anche quella di “promuovere il trasferimento di risultati provenienti dalla ricerca accademica in prodotti e servizi innovativi” e quindi la configurazione di “percorsi strutturati che permettono di valorizzare la creazione di nuove idee imprenditoriali e favorirne l’applicazione diretta, contribuendo così allo sviluppo sociale, culturale ed economico della società”. Ricerca che diventa impresa e quindi occasione di benessere ma anche di crescita sociale. Cultura applicata che favorisce, dice sempre Cristina Cecchini, “ricadute positive, a livello di risorse e stimoli, incrementando prospettive lavorative per giovani laureati e ricercatori provenienti dall’ambito accademico”.
L’intervento aggiunge però un particolare al ragionamento. Oltre ai trasferimenti tecnologici, l’Università può anche contribuire con spin-off di ricerche e attività in ambito psicologico in grado di “fornire interventi psicologici scientificamente fondati su un approccio di comunità, compensando la minore disponibilità di risorse pubbliche a supporto del Welfare”. E’ un salto di livello nel rapporto fra Accademia, sistema delle imprese e ambito sociale. Nel momento nel quale il welfare entra nell’ambito della contrattazione collettiva nazionale, proprio quando sempre più aziende si aprono alle pratiche di welfare e di responsabilità sociale, l’intervento della ricerca può dare un supporto importante.
Il lavoro di Cristina Cecchini aiuta a capire perché e attraverso quali percorsi.
Dalla ricerca all’impresa: lo spin-off accademico per agire nella comunità
Cristina Cecchini
In AA.VV., Comunità imperfette. Dalle dinamiche disgregative al decision making comunitario, Palermo, 2019
L’esame dei percorsi virtuosi che fanno bene alla produzione e alla comunità
Impresa e Accademia. Binomio importante, non sempre efficacemente messo in pratica, eppure fondamentale per entrambe le parti. Quando poi si cerca di coinvolgerci anche la comunità nella quale il binomia si trova a svilupparsi, il significato (e i risultati) possono essere davvero notevoli. E’ necessario però capire come fare e per questo è utile leggere “Dalla ricerca all’impresa: lo spin-off accademico per agire nella comunità” lavoro di Cristina Cecchini (Università degli Studi di Firenze & LabCom, Ricerca e Azione per il Benessere Psicosociale) presentato nell’ambito della raccolta di interventi e ricerche “Comunità imperfette. Dalle dinamiche disgregative al decision making comunitario” da poco pubblicato.
Cecchini spiega quindi che fra le “missioni” universitarie c’è anche quella di “promuovere il trasferimento di risultati provenienti dalla ricerca accademica in prodotti e servizi innovativi” e quindi la configurazione di “percorsi strutturati che permettono di valorizzare la creazione di nuove idee imprenditoriali e favorirne l’applicazione diretta, contribuendo così allo sviluppo sociale, culturale ed economico della società”. Ricerca che diventa impresa e quindi occasione di benessere ma anche di crescita sociale. Cultura applicata che favorisce, dice sempre Cristina Cecchini, “ricadute positive, a livello di risorse e stimoli, incrementando prospettive lavorative per giovani laureati e ricercatori provenienti dall’ambito accademico”.
L’intervento aggiunge però un particolare al ragionamento. Oltre ai trasferimenti tecnologici, l’Università può anche contribuire con spin-off di ricerche e attività in ambito psicologico in grado di “fornire interventi psicologici scientificamente fondati su un approccio di comunità, compensando la minore disponibilità di risorse pubbliche a supporto del Welfare”. E’ un salto di livello nel rapporto fra Accademia, sistema delle imprese e ambito sociale. Nel momento nel quale il welfare entra nell’ambito della contrattazione collettiva nazionale, proprio quando sempre più aziende si aprono alle pratiche di welfare e di responsabilità sociale, l’intervento della ricerca può dare un supporto importante.
Il lavoro di Cristina Cecchini aiuta a capire perché e attraverso quali percorsi.
Dalla ricerca all’impresa: lo spin-off accademico per agire nella comunità
Cristina Cecchini
In AA.VV., Comunità imperfette. Dalle dinamiche disgregative al decision making comunitario, Palermo, 2019