Brevettare un’invenzione:
dall’idea alla sua tutela
Storie d’innovazione – #FondazionePirelliEducational
Scoperte e invenzioni hanno rivoluzionato e continuano a migliorare la nostra vita di tutti i giorni. Dalla ruota alla scrittura, dalla stampa all’elettricità, dall’automobile alla radio, dalla televisione a Internet. Anche nel campo degli oggetti in gomma e dei pneumatici molte sono le innovazioni che hanno introdotto importanti cambiamenti nel nostro modo di muoverci e viaggiare. Ma cosa distingue una scoperta da un’invenzione?
Una scoperta permette di conoscere qualcosa che esiste già in natura ed è quindi frutto di una attenta osservazione, come nel caso dell’ingegner Georges de Mestral che per creare il velcro studiò le piante vagabonde capaci di far viaggiare i loro semi sul pelo degli animali grazie a piccoli uncini. Oppure una scoperta può essere frutto di un evento fortuito, come accadde a Charles Goodyear che, nonostante anni di prove sul lattice ricavato dall’albero della gomma, riuscì a rendere questo materiale elastico e resistente facendo cadere inavvertitamente su una stufa accesa una soluzione di gomma e zolfo, scoprendo di fatto così la vulcanizzazione. In seguito sono state le invenzioni a permetterci di sfruttare al meglio questo meraviglioso materiale. Quelle nate per necessità come le boule per l’acqua calda usate a partire dagli inizi del Novecento, oppure per un puro vantaggio economico come i tacchi rotondi ideati da Pirelli tra le due guerre mondiali, riutilizzabili semplicemente ruotandoli su loro stessi. O le grandi invenzioni, quelle che hanno rivoluzionato la storia del mondo intero come l’ideazione della ruota, risalente a oltre seimila anni fa. Nell’arco dei secoli le ruote sono state in pietra, poi in legno e infine, solo alla fine del 1800, sono state ricoperte da pezzi di gomma vulcanizzata per divenire un primo prototipo di pneumatico. Prima con una camera d’aria, poi senza, e oggi con dei microchip che comunicano informazioni a chi guida il veicolo, i pneumatici hanno subito una profonda evoluzione, aiutandoci sempre più a viaggiare in modo sicuro.
Cogliere il valore della ricerca e della sperimentazione che precedono il raggiungimento di una innovazione è fondamentale per comprendere l’importanza della sua tutela. Come ha ricordato anche Maurizio Boiocchi, Executive Vice President di Pirelli, durante un incontro all’Headquarters Pirelli con centinaia di studenti “non è importante essere geniali come Leonardo Da Vinci ma è solo grazie a un costante lavoro di ricerca che si raggiungono importanti risultati”.
Costituita nel 1872 come prima società per la produzione di prodotti in gomma in Italia, Pirelli ha al suo attivo un portafoglio di circa 6.500 brevetti a tutela delle invenzioni realizzate nei suoi laboratori. Alcuni dei documenti che testimoniano queste invenzioni sono conservati nel nostro Archivio Storico: il brevetto del 1901 per l’Ercole, primo pneumatico Pirelli per automobili, i brevetti per le mescole utilizzate per la produzione di pneumatici, quelli di tessuti speciali per pneumatici per biciclette dei primi anni del Novecento, il brevetto del famoso Cinturato, così come gli studi tecnici per i più recenti pneumatici P Zero.
Per tutelare una scoperta è fondamentale la possibilità di brevettare un’invenzione: nel 2019 Pirelli, con le sue 46 richieste di brevetto all’European Patent Office, è stata tra le aziende italiane più attive in quest’ambito, contribuendo a rendere l’Italia uno dei paesi più innovativi al mondo.
Una sfida costante portata avanti da circa 1.900 persone nei centri di ricerca e sviluppo Pirelli di tutto il mondo attraverso prove quotidiane, dalle materie prime fino agli ultimi test in pista.
Per “inventare” il futuro.
https://www.fondazionepirelli.org/it/laboratorio/storie-di-innovazione/


Storie d’innovazione – #FondazionePirelliEducational
Scoperte e invenzioni hanno rivoluzionato e continuano a migliorare la nostra vita di tutti i giorni. Dalla ruota alla scrittura, dalla stampa all’elettricità, dall’automobile alla radio, dalla televisione a Internet. Anche nel campo degli oggetti in gomma e dei pneumatici molte sono le innovazioni che hanno introdotto importanti cambiamenti nel nostro modo di muoverci e viaggiare. Ma cosa distingue una scoperta da un’invenzione?
Una scoperta permette di conoscere qualcosa che esiste già in natura ed è quindi frutto di una attenta osservazione, come nel caso dell’ingegner Georges de Mestral che per creare il velcro studiò le piante vagabonde capaci di far viaggiare i loro semi sul pelo degli animali grazie a piccoli uncini. Oppure una scoperta può essere frutto di un evento fortuito, come accadde a Charles Goodyear che, nonostante anni di prove sul lattice ricavato dall’albero della gomma, riuscì a rendere questo materiale elastico e resistente facendo cadere inavvertitamente su una stufa accesa una soluzione di gomma e zolfo, scoprendo di fatto così la vulcanizzazione. In seguito sono state le invenzioni a permetterci di sfruttare al meglio questo meraviglioso materiale. Quelle nate per necessità come le boule per l’acqua calda usate a partire dagli inizi del Novecento, oppure per un puro vantaggio economico come i tacchi rotondi ideati da Pirelli tra le due guerre mondiali, riutilizzabili semplicemente ruotandoli su loro stessi. O le grandi invenzioni, quelle che hanno rivoluzionato la storia del mondo intero come l’ideazione della ruota, risalente a oltre seimila anni fa. Nell’arco dei secoli le ruote sono state in pietra, poi in legno e infine, solo alla fine del 1800, sono state ricoperte da pezzi di gomma vulcanizzata per divenire un primo prototipo di pneumatico. Prima con una camera d’aria, poi senza, e oggi con dei microchip che comunicano informazioni a chi guida il veicolo, i pneumatici hanno subito una profonda evoluzione, aiutandoci sempre più a viaggiare in modo sicuro.
Cogliere il valore della ricerca e della sperimentazione che precedono il raggiungimento di una innovazione è fondamentale per comprendere l’importanza della sua tutela. Come ha ricordato anche Maurizio Boiocchi, Executive Vice President di Pirelli, durante un incontro all’Headquarters Pirelli con centinaia di studenti “non è importante essere geniali come Leonardo Da Vinci ma è solo grazie a un costante lavoro di ricerca che si raggiungono importanti risultati”.
Costituita nel 1872 come prima società per la produzione di prodotti in gomma in Italia, Pirelli ha al suo attivo un portafoglio di circa 6.500 brevetti a tutela delle invenzioni realizzate nei suoi laboratori. Alcuni dei documenti che testimoniano queste invenzioni sono conservati nel nostro Archivio Storico: il brevetto del 1901 per l’Ercole, primo pneumatico Pirelli per automobili, i brevetti per le mescole utilizzate per la produzione di pneumatici, quelli di tessuti speciali per pneumatici per biciclette dei primi anni del Novecento, il brevetto del famoso Cinturato, così come gli studi tecnici per i più recenti pneumatici P Zero.
Per tutelare una scoperta è fondamentale la possibilità di brevettare un’invenzione: nel 2019 Pirelli, con le sue 46 richieste di brevetto all’European Patent Office, è stata tra le aziende italiane più attive in quest’ambito, contribuendo a rendere l’Italia uno dei paesi più innovativi al mondo.
Una sfida costante portata avanti da circa 1.900 persone nei centri di ricerca e sviluppo Pirelli di tutto il mondo attraverso prove quotidiane, dalle materie prime fino agli ultimi test in pista.
Per “inventare” il futuro.
https://www.fondazionepirelli.org/it/laboratorio/storie-di-innovazione/