Anni Ottanta-Novanta, la base di un buon viaggio
Con l’avvicinarsi degli anni Novanta, il listino pneumatici Pirelli per autovetture si rinnova totalmente, a eccezione del P600, che nel segmento delle sportive è stato omologato su un gran numero di modelli e continua a restare un punto di riferimento al di qua e al di là dell’Atlantico. La massiccia operazione di rinnovamento riguarda il segmento delle auto europee di classe media e medio-alta. Apre la strada, nel 1989, il P2000: l'”universale” adatto tanto alle utilitarie quanto alle berline di classe media e di grande diffusione. L’anno successivo, nel 1990, il P4000 è il prodotto destinato a un mercato esigente e di alta gamma, con elevati standard di comfort, silenziosità di marcia, sicurezza. La nuova famiglia di pneumatici Pirelli “a tre cifre” per gli anni Novanta si completa nel 1991 con il lancio del P1000, il “piccolo” pensato per raggiungere un mercato nuovo, ma in grande e veloce espansione, come quello delle citycar e delle piccole compatte. Per i pneumatici Pirelli è l’inizio di un nuovo viaggio. Anzi, di un buon viaggio.
E anche nell’immaginario della pubblicità il pneumatico torna ad essere il protagonista assoluto della strada. Sembra un po’ di tornare agli anni Trenta, a quelle pubblicità dipinte da cartellonisti come Renzo Bassi, con giganteschi pneumatici Stella Bianca in primissimo piano, incombenti sul paesaggio e al centro della scena. Ugualmente protagonista dell’immagine è anche il disegno battistrada del Pirelli P600 nella campagna pubblicitaria 1988: ora visto di fronte, ora di tre quarti, o ancora riflesso in una pozzanghera. Cambia l’interprete ma non cambia l’approccio da “primo piano” nella campagna 1989, dedicata al Pirelli P2000.
Ritratto dal pittore greco-americano Miltiades Skouras secondo la tecnica iper-realista, il pneumatico occupa il campo visivo assicurando l’automobilista di saper restare incollato all’asfalto, o pronto a consumare la strada prima di consumarsi, o di essere così confortevole da mostrarsi insensibile al pavè. Un altro anno, un altro attore: quello della campagna 1990 è il Pirelli P4000. Nell’obiettivo del fotografo Paolo Gandola, il prodotto è ora mostrato in una veduta inusuale per la tradizionale fotografia di pneumatici: totalmente di fianco, con il cerchio Pirelli “8P” in evidenza. Il messaggio di sicurezza e comfort del P4000 è affidato a un gatto che può dormirvi sopra, a un compact disk in grado di eliminare i fruscii di sottofondo, ai tacchi rossi che alludono all’eliminazione delle sbandate. Nel 1991 completa la famiglia il Pirelli P1000, pneumatico che “rende la vita più facile” ai proprietari di utilitarie e citycar di ultima generazione. Nell’immagine pubblicitaria, la prospettiva cambia ancora una volta: ora la visuale è dall’alto, “come da una finestra al primo piano di un hotel”, per scoprire cosa c’è veramente sotto la carrozzeria dell’auto.
Nuovi e vecchi linguaggi si incontrano per mettere al centro della comunicazione un prodotto “dall’anima di gomma”.


Con l’avvicinarsi degli anni Novanta, il listino pneumatici Pirelli per autovetture si rinnova totalmente, a eccezione del P600, che nel segmento delle sportive è stato omologato su un gran numero di modelli e continua a restare un punto di riferimento al di qua e al di là dell’Atlantico. La massiccia operazione di rinnovamento riguarda il segmento delle auto europee di classe media e medio-alta. Apre la strada, nel 1989, il P2000: l'”universale” adatto tanto alle utilitarie quanto alle berline di classe media e di grande diffusione. L’anno successivo, nel 1990, il P4000 è il prodotto destinato a un mercato esigente e di alta gamma, con elevati standard di comfort, silenziosità di marcia, sicurezza. La nuova famiglia di pneumatici Pirelli “a tre cifre” per gli anni Novanta si completa nel 1991 con il lancio del P1000, il “piccolo” pensato per raggiungere un mercato nuovo, ma in grande e veloce espansione, come quello delle citycar e delle piccole compatte. Per i pneumatici Pirelli è l’inizio di un nuovo viaggio. Anzi, di un buon viaggio.
E anche nell’immaginario della pubblicità il pneumatico torna ad essere il protagonista assoluto della strada. Sembra un po’ di tornare agli anni Trenta, a quelle pubblicità dipinte da cartellonisti come Renzo Bassi, con giganteschi pneumatici Stella Bianca in primissimo piano, incombenti sul paesaggio e al centro della scena. Ugualmente protagonista dell’immagine è anche il disegno battistrada del Pirelli P600 nella campagna pubblicitaria 1988: ora visto di fronte, ora di tre quarti, o ancora riflesso in una pozzanghera. Cambia l’interprete ma non cambia l’approccio da “primo piano” nella campagna 1989, dedicata al Pirelli P2000.
Ritratto dal pittore greco-americano Miltiades Skouras secondo la tecnica iper-realista, il pneumatico occupa il campo visivo assicurando l’automobilista di saper restare incollato all’asfalto, o pronto a consumare la strada prima di consumarsi, o di essere così confortevole da mostrarsi insensibile al pavè. Un altro anno, un altro attore: quello della campagna 1990 è il Pirelli P4000. Nell’obiettivo del fotografo Paolo Gandola, il prodotto è ora mostrato in una veduta inusuale per la tradizionale fotografia di pneumatici: totalmente di fianco, con il cerchio Pirelli “8P” in evidenza. Il messaggio di sicurezza e comfort del P4000 è affidato a un gatto che può dormirvi sopra, a un compact disk in grado di eliminare i fruscii di sottofondo, ai tacchi rossi che alludono all’eliminazione delle sbandate. Nel 1991 completa la famiglia il Pirelli P1000, pneumatico che “rende la vita più facile” ai proprietari di utilitarie e citycar di ultima generazione. Nell’immagine pubblicitaria, la prospettiva cambia ancora una volta: ora la visuale è dall’alto, “come da una finestra al primo piano di un hotel”, per scoprire cosa c’è veramente sotto la carrozzeria dell’auto.
Nuovi e vecchi linguaggi si incontrano per mettere al centro della comunicazione un prodotto “dall’anima di gomma”.