Torna il Pirelli P7, il Cinturato “dalla pista alla strada”
Il nuovo Pirelli P7 è ben più che un fatto commerciale: è il riaffermarsi di una tradizione che vede nella cifra “7” una lunga storia pirelliana. Il P7 di oggi, infatti, rievoca il nome di un pneumatico che oltre quarant’anni fa cambiò il volto all’automobilismo sportivo, mettendo in pratica il concetto di passaggio tecnologico dalla pista alla strada.
Era il 1974 quando la Lancia Stratos scese in campo nel Mondiale Rally: una vettura per molti aspetti rivoluzionaria, vero e proprio gioiello di pura potenza. Per la Stratos, Pirelli realizzò un pneumatico altrettanto innovativo, un ultra-ribassato il cui fianco era alto solo la metà della larghezza del battistrada: impronta a terra praticamente quadrata, tenuta assoluta in accelerazione laterale, massima stabilità in qualunque condizione di impiego. Equipaggiata Pirelli P7, la Lancia Stratos vinse tutto il possibile in campo rallistico, dando il via ad una tradizione “racing” che per il P7 sarebbe durata oltre un ventennio.
Ma proprio nella logica pirelliana, che adatta le soluzioni elaborate per la pista alla produzione in serie, quasi contemporaneamente all’omologazione per la Lancia Stratos da rally, il Pirelli P7 iniziava la sua storia di super-pneumatico stradale. Fu la Porsche 911 Carrera Turbo ad adottarlo per prima, nella sua configurazione con disegno battistrada costituito da una fitta rete di blocchetti e incavi in funzione anti-aquaplaning. La struttura era quella unificata per le nuove generazioni del Cinturato: carcassa radiale e cinture metalliche sormontate da un giro di nylon a Zero Gradi, cioè disposto secondo il senso di marcia. E soprattutto, per la prima volta un ultraribassato Serie 50 pronto ad affrontare le strade “di ogni giorno”: l’industria dell’auto sportiva aveva trovato un nuovo punto di riferimento.
La storia del Pirelli P7 si affianca così a quella delle automobili che hanno scritto la storia delle quattro ruote: prima fra tutte la Fiat 131 Abarth, che ereditando il trono rallystico della Stratos scelse naturalmente il P7 anche per la sua versione stradale. L’ultraribassato Pirelli fu adottato anche dalla Lamborghini Countach, con una misura posteriore che scendeva alla Serie 35. La stessa che andò ad equipaggiare la De Tomaso Pantera, accoppiata ad un anteriore Serie 40: pneumatici ormai larghi oltre la soglia dei 35 centimetri. Pirelli P7 anche per Ferrari, con la 308 GTB, e per i modelli sportivi Alpina di BMW e per le Opel Manta e le Volkswagen Scirocco. Insomma, un pneumatico che andava conquistando il primo equipaggiamento sportivo degli anni Settanta e Ottanta, un pezzo di storia dell’auto del Novecento.
Il Pirelli P7, con le sue successive evoluzioni nei modelli P700 e P7000, accompagnò il primo equipaggiamento di tutto il mondo fino agli anni Novanta, quando ancora una volta fu la pista ad aprire un nuovo capitolo nella storia dei pneumatici Pirelli. E questa volta si chiamerà P Zero. Oggi Pirelli P7 rinasce. E’ un Cinturato moderno, ecocompatibile, proiettato verso il futuro della mobilità. Altri sono i parametri di confronto rispetto al “vecchio” P7, ma è lo stesso l’approccio a un mondo dell’auto che sempre si evolve e sempre cambia. Oggi si apre una nuova storia di alte prestazioni.
Il nuovo Pirelli P7 è ben più che un fatto commerciale: è il riaffermarsi di una tradizione che vede nella cifra “7” una lunga storia pirelliana. Il P7 di oggi, infatti, rievoca il nome di un pneumatico che oltre quarant’anni fa cambiò il volto all’automobilismo sportivo, mettendo in pratica il concetto di passaggio tecnologico dalla pista alla strada.
Era il 1974 quando la Lancia Stratos scese in campo nel Mondiale Rally: una vettura per molti aspetti rivoluzionaria, vero e proprio gioiello di pura potenza. Per la Stratos, Pirelli realizzò un pneumatico altrettanto innovativo, un ultra-ribassato il cui fianco era alto solo la metà della larghezza del battistrada: impronta a terra praticamente quadrata, tenuta assoluta in accelerazione laterale, massima stabilità in qualunque condizione di impiego. Equipaggiata Pirelli P7, la Lancia Stratos vinse tutto il possibile in campo rallistico, dando il via ad una tradizione “racing” che per il P7 sarebbe durata oltre un ventennio.
Ma proprio nella logica pirelliana, che adatta le soluzioni elaborate per la pista alla produzione in serie, quasi contemporaneamente all’omologazione per la Lancia Stratos da rally, il Pirelli P7 iniziava la sua storia di super-pneumatico stradale. Fu la Porsche 911 Carrera Turbo ad adottarlo per prima, nella sua configurazione con disegno battistrada costituito da una fitta rete di blocchetti e incavi in funzione anti-aquaplaning. La struttura era quella unificata per le nuove generazioni del Cinturato: carcassa radiale e cinture metalliche sormontate da un giro di nylon a Zero Gradi, cioè disposto secondo il senso di marcia. E soprattutto, per la prima volta un ultraribassato Serie 50 pronto ad affrontare le strade “di ogni giorno”: l’industria dell’auto sportiva aveva trovato un nuovo punto di riferimento.
La storia del Pirelli P7 si affianca così a quella delle automobili che hanno scritto la storia delle quattro ruote: prima fra tutte la Fiat 131 Abarth, che ereditando il trono rallystico della Stratos scelse naturalmente il P7 anche per la sua versione stradale. L’ultraribassato Pirelli fu adottato anche dalla Lamborghini Countach, con una misura posteriore che scendeva alla Serie 35. La stessa che andò ad equipaggiare la De Tomaso Pantera, accoppiata ad un anteriore Serie 40: pneumatici ormai larghi oltre la soglia dei 35 centimetri. Pirelli P7 anche per Ferrari, con la 308 GTB, e per i modelli sportivi Alpina di BMW e per le Opel Manta e le Volkswagen Scirocco. Insomma, un pneumatico che andava conquistando il primo equipaggiamento sportivo degli anni Settanta e Ottanta, un pezzo di storia dell’auto del Novecento.
Il Pirelli P7, con le sue successive evoluzioni nei modelli P700 e P7000, accompagnò il primo equipaggiamento di tutto il mondo fino agli anni Novanta, quando ancora una volta fu la pista ad aprire un nuovo capitolo nella storia dei pneumatici Pirelli. E questa volta si chiamerà P Zero. Oggi Pirelli P7 rinasce. E’ un Cinturato moderno, ecocompatibile, proiettato verso il futuro della mobilità. Altri sono i parametri di confronto rispetto al “vecchio” P7, ma è lo stesso l’approccio a un mondo dell’auto che sempre si evolve e sempre cambia. Oggi si apre una nuova storia di alte prestazioni.