Anni Sessanta, la P lunga tra ironia e razionalità
“Riccardo Manzi non è un grafico. È un pittore, un filosofo, un umorista. Le sue mostre e i suoi libri hanno riscosso i più ampi consensi di pubblico e di critica.” Così la Rivista Pirelli n. 4 del 1961, nell’articolo “Il club dei grafici”, descrive uno dei più rappresentativi e prolifici interpreti della comunicazione visiva Pirelli negli anni Sessanta: gli anni del Cinturato, rivoluzionario pneumatico diventato un punto di riferimento per tutto il mondo dell’automobile. Lo stesso articolo del 1961 rivela un aspetto curioso di Manzi: “ha il terrore delle macchine. Non sa guidare, non riesce a far funzionare un frullino, un rasoio elettrico: davanti a qualsiasi aggeggio meccanico urla, scappa”. E questo spiega molto dell’immaginario del pittore-filosofo-umorista, laziale di nascita e milanese d’adozione. I suoi “omini” fanno un uso del tutto svagato del pneumatico: lo calano sugli occhi, lo utilizzano come ombrello, ne fanno un elegante cappello. Tanta è la sicurezza che i pneumatici Cinturato, Inverno e BS3 garantiscono, da permettere di “guidare a occhi chiusi” o di non preoccuparsi “per la neve e per il ghiaccio”, o di farne solo un oggetto elegante. Proprio come tanto piacerebbe al loro autore, spaventato dalle macchine.
Al polo opposto del meta-messaggio di Manzi c’è la campagna “N+R”, che tra 1961 e 1962 promuove il pneumatico ultraefficiente e sicuro con carcassa in nailon e raion. “La loro sicurezza vale più di mille lire” avvertono i manifesti realizzati da Ugo Mulas, Giulio Confalonieri e llio Negri, dove foto di bambini e cuccioli sono seguite da lunghe e minuziose spiegazioni e risultati di prove fisiche. Razionale, diretto ed efficace, il pneumatico “N+R” è adatto al padre di famiglia che cerca nel prodotto sicurezza per la sua auto e per i suoi cari. Non è un caso che il logo, pulito nelle linee e nel colore, sia opera dell’iper-razionalista Bob Noorda. Un altro grande nome nel “firmamento” degli artisti che hanno collaborato con la Pirelli nel corso della sua lunga storia di comunicazione.
“Riccardo Manzi non è un grafico. È un pittore, un filosofo, un umorista. Le sue mostre e i suoi libri hanno riscosso i più ampi consensi di pubblico e di critica.” Così la Rivista Pirelli n. 4 del 1961, nell’articolo “Il club dei grafici”, descrive uno dei più rappresentativi e prolifici interpreti della comunicazione visiva Pirelli negli anni Sessanta: gli anni del Cinturato, rivoluzionario pneumatico diventato un punto di riferimento per tutto il mondo dell’automobile. Lo stesso articolo del 1961 rivela un aspetto curioso di Manzi: “ha il terrore delle macchine. Non sa guidare, non riesce a far funzionare un frullino, un rasoio elettrico: davanti a qualsiasi aggeggio meccanico urla, scappa”. E questo spiega molto dell’immaginario del pittore-filosofo-umorista, laziale di nascita e milanese d’adozione. I suoi “omini” fanno un uso del tutto svagato del pneumatico: lo calano sugli occhi, lo utilizzano come ombrello, ne fanno un elegante cappello. Tanta è la sicurezza che i pneumatici Cinturato, Inverno e BS3 garantiscono, da permettere di “guidare a occhi chiusi” o di non preoccuparsi “per la neve e per il ghiaccio”, o di farne solo un oggetto elegante. Proprio come tanto piacerebbe al loro autore, spaventato dalle macchine.
Al polo opposto del meta-messaggio di Manzi c’è la campagna “N+R”, che tra 1961 e 1962 promuove il pneumatico ultraefficiente e sicuro con carcassa in nailon e raion. “La loro sicurezza vale più di mille lire” avvertono i manifesti realizzati da Ugo Mulas, Giulio Confalonieri e llio Negri, dove foto di bambini e cuccioli sono seguite da lunghe e minuziose spiegazioni e risultati di prove fisiche. Razionale, diretto ed efficace, il pneumatico “N+R” è adatto al padre di famiglia che cerca nel prodotto sicurezza per la sua auto e per i suoi cari. Non è un caso che il logo, pulito nelle linee e nel colore, sia opera dell’iper-razionalista Bob Noorda. Un altro grande nome nel “firmamento” degli artisti che hanno collaborato con la Pirelli nel corso della sua lunga storia di comunicazione.