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Armando Testa per Pirelli,
tracce di fantasia

Nel 1956, sulle transenne che riparavano dalla vista il cantiere del Grattacielo Pirelli a Milano, in Piazza Duca d’Aosta, campeggiava un enorme elefante che aveva al posto della testa e della proboscide il profilo di un pneumatico Pirelli per veicoli industriali. Un “gigante”, l’Atlante, come nella mitologia, accompagnato dal claim “il gigante che farà molta strada”. Questa pubblicità, disegnata da Armando Testa per Pirelli e la sua nuova linea di pneumatici per autocarro nel 1955, ebbe un effetto impattante sullo stesso skyline di Milano, e fu più efficace di qualunque poster o pagina pubblicitaria. Torinese, classe 1917, allievo dell’astrattista Ezio D’Errico alla Scuola Tipografica Vigliardi Paravia, Armando Testa a metà degli anni Cinquanta era già a capo di un piccolo studio grafico che si stava avviando a diventare lo Studio Testa, futuro protagonista della storia della pubblicità. Tra le varie collaborazioni di quella prima epoca professionale, come Martini & Rossi e Carpano, quella con Pirelli appare particolarmente densa di creatività: l’idea di reinterpretare un pneumatico come fosse un animale è tanto semplice e immediata quanto di sicuro impatto emotivo.

Assieme al gigante Atlante, Armando Testa “animalizza” un altro pneumatico Pirelli: è lo Stelvio, vincitore di corse in Formula 1 e campione di prestazioni assieme al Cinturato. Se Atlante è un paziente elefante, Stelvio è un leone scattante. Un leone che “artiglia l’asfalto”, e il pneumatico questa volta è rappresentato da una criniera.

Negli anni Cinquanta nella grafica pubblicitaria si sta facendo strada la tecnica del “collage” introdotta dall’olandese Bob Noorda e dal suo maestro Ezio Bonini: alla base disegnata tradizionalmente a mano si sovrappone l’immagine del prodotto, fotografato per rispettare la verosimiglianza col pneumatico in commercio. In realtà, non è direttamente una fotografia ma un sapiente ritocco, al fine di mettere in luce un disegno battistrada che in foto sarebbe apparso, a quei tempi, un blocco nero privo di dettagli. I bozzetti originali delle due pubblicità “Farà molta strada” e “Artiglia l’asfalto” sono conservati nel nostro Archivio Storico. Quello per il leone di Stelvio ha una particolarità: il muso dell’animale guarda di lato. Ma una scritta dell’autore accanto al disegno avverte: “Attenzione! La testa del leone va girata”. E infatti, il manifesto definitivo vedrà il leone guardare in avanti, e non alle sue spalle come nel bozzetto originale, evidenziando l’importanza della sicurezza alla guida. E allo stesso modo, anche il disegno originale ad aerografo del Pirelli Atlante riporta l’avvertimento manoscritto a “tirare un po’ su il rosso”, un suggerimento di natura cromatica e compositiva. Queste annotazioni sono la preziosa testimonianza di un’epoca che forse non è sbagliato indicare come il “Rinascimento artistico” degli anni Cinquanta. E Armando Testa ne è stato uno dei Maestri.

Nel 1956, sulle transenne che riparavano dalla vista il cantiere del Grattacielo Pirelli a Milano, in Piazza Duca d’Aosta, campeggiava un enorme elefante che aveva al posto della testa e della proboscide il profilo di un pneumatico Pirelli per veicoli industriali. Un “gigante”, l’Atlante, come nella mitologia, accompagnato dal claim “il gigante che farà molta strada”. Questa pubblicità, disegnata da Armando Testa per Pirelli e la sua nuova linea di pneumatici per autocarro nel 1955, ebbe un effetto impattante sullo stesso skyline di Milano, e fu più efficace di qualunque poster o pagina pubblicitaria. Torinese, classe 1917, allievo dell’astrattista Ezio D’Errico alla Scuola Tipografica Vigliardi Paravia, Armando Testa a metà degli anni Cinquanta era già a capo di un piccolo studio grafico che si stava avviando a diventare lo Studio Testa, futuro protagonista della storia della pubblicità. Tra le varie collaborazioni di quella prima epoca professionale, come Martini & Rossi e Carpano, quella con Pirelli appare particolarmente densa di creatività: l’idea di reinterpretare un pneumatico come fosse un animale è tanto semplice e immediata quanto di sicuro impatto emotivo.

Assieme al gigante Atlante, Armando Testa “animalizza” un altro pneumatico Pirelli: è lo Stelvio, vincitore di corse in Formula 1 e campione di prestazioni assieme al Cinturato. Se Atlante è un paziente elefante, Stelvio è un leone scattante. Un leone che “artiglia l’asfalto”, e il pneumatico questa volta è rappresentato da una criniera.

Negli anni Cinquanta nella grafica pubblicitaria si sta facendo strada la tecnica del “collage” introdotta dall’olandese Bob Noorda e dal suo maestro Ezio Bonini: alla base disegnata tradizionalmente a mano si sovrappone l’immagine del prodotto, fotografato per rispettare la verosimiglianza col pneumatico in commercio. In realtà, non è direttamente una fotografia ma un sapiente ritocco, al fine di mettere in luce un disegno battistrada che in foto sarebbe apparso, a quei tempi, un blocco nero privo di dettagli. I bozzetti originali delle due pubblicità “Farà molta strada” e “Artiglia l’asfalto” sono conservati nel nostro Archivio Storico. Quello per il leone di Stelvio ha una particolarità: il muso dell’animale guarda di lato. Ma una scritta dell’autore accanto al disegno avverte: “Attenzione! La testa del leone va girata”. E infatti, il manifesto definitivo vedrà il leone guardare in avanti, e non alle sue spalle come nel bozzetto originale, evidenziando l’importanza della sicurezza alla guida. E allo stesso modo, anche il disegno originale ad aerografo del Pirelli Atlante riporta l’avvertimento manoscritto a “tirare un po’ su il rosso”, un suggerimento di natura cromatica e compositiva. Queste annotazioni sono la preziosa testimonianza di un’epoca che forse non è sbagliato indicare come il “Rinascimento artistico” degli anni Cinquanta. E Armando Testa ne è stato uno dei Maestri.

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