Ciak si parte:
tutti in pista
Al fascino del circuito di Monza non sono certo immuni il cinema e la televisione. Nel 1950 sulla pista trasformata in set c’è Amedeo Nazzari insieme al pilota del momento, Juan Manuel Fangio. Nazzari correrà per finzione nel film “L’ultimo incontro”, una popolare produzione di Dino De Laurentiis e Carlo Ponti sceneggiato, tra gli altri, dallo scrittore Alberto Moravia. A correre davvero è proprio Fangio, con l’esordiente Alfa 159 al Gran Premio d’Italia di quell’anno; sulla tuta, in bella vista, i loghi “Alfa Romeo” e “Pirelli”. Nel 1951 l’house organ “Fatti e Notizie” scrive di “Attori e piloti” e già allora, forse, il campione argentino intuiva che sarebbe diventato il pilota più filmato della storia. Quindici anni e cinque Mondiali di Formula 1 dopo “L’ultimo incontro”, Juan Manuel Fangio è sulla Parabolica di Monza, davanti alla macchina da presa a bordo di una spider rossa. Poi si ferma, si toglie i guanti e guarda il pubblico: “Una volta correvo con lo Stelvio Pirelli ma questo Cinturato è extraordinario!”.
Il pilota è protagonista di uno spot pubblicitario per la rubrica televisiva Carosello prodotto dalla Gamma Film e di un reportage fotografico firmato da Ugo Mulas. Dal cinema alla tv e poi di nuovo al cinema: nel 1981 esce il biopic “Fangio, una vita a 300 all’ora” . Il regista è Hugh Hudson, che solo qualche anno prima, nel 1966, aveva diretto per Pirelli “La lepre e la tartaruga”, road movie pubblicitario per quel pneumatico Cinturato che Fangio definiva “Extraordinario”. E proprio nel 1981 un altro film diretto da Hudson vincerà quattro Oscar: “Momenti di gloria”, con l’indimenticabile colonna sonora di Vangelis.
Al fascino del circuito di Monza non sono certo immuni il cinema e la televisione. Nel 1950 sulla pista trasformata in set c’è Amedeo Nazzari insieme al pilota del momento, Juan Manuel Fangio. Nazzari correrà per finzione nel film “L’ultimo incontro”, una popolare produzione di Dino De Laurentiis e Carlo Ponti sceneggiato, tra gli altri, dallo scrittore Alberto Moravia. A correre davvero è proprio Fangio, con l’esordiente Alfa 159 al Gran Premio d’Italia di quell’anno; sulla tuta, in bella vista, i loghi “Alfa Romeo” e “Pirelli”. Nel 1951 l’house organ “Fatti e Notizie” scrive di “Attori e piloti” e già allora, forse, il campione argentino intuiva che sarebbe diventato il pilota più filmato della storia. Quindici anni e cinque Mondiali di Formula 1 dopo “L’ultimo incontro”, Juan Manuel Fangio è sulla Parabolica di Monza, davanti alla macchina da presa a bordo di una spider rossa. Poi si ferma, si toglie i guanti e guarda il pubblico: “Una volta correvo con lo Stelvio Pirelli ma questo Cinturato è extraordinario!”.
Il pilota è protagonista di uno spot pubblicitario per la rubrica televisiva Carosello prodotto dalla Gamma Film e di un reportage fotografico firmato da Ugo Mulas. Dal cinema alla tv e poi di nuovo al cinema: nel 1981 esce il biopic “Fangio, una vita a 300 all’ora” . Il regista è Hugh Hudson, che solo qualche anno prima, nel 1966, aveva diretto per Pirelli “La lepre e la tartaruga”, road movie pubblicitario per quel pneumatico Cinturato che Fangio definiva “Extraordinario”. E proprio nel 1981 un altro film diretto da Hudson vincerà quattro Oscar: “Momenti di gloria”, con l’indimenticabile colonna sonora di Vangelis.