Vittorio Gregotti,
un grande architetto per Pirelli,
per Milano e per il mondo
Abbiamo festeggiato i suoi novant’anni nel 2017 con un “Gregotti tour” lungo le vie del quartiere di Milano che tanto deve alla sua fervida visione dell’urbanistica e dell’architettura. Proprio per raccontare ai milanesi quella che fu la portata storica del Progetto Bicocca, la Fondazione Pirelli ha organizzato insieme all’Ateneo di Milano-Bicocca una serie di percorsi tematici nei luoghi che a partire dai progetti dell’architetto erano stati trasformati in simboli di un nuovo modo di intendere il tessuto urbano del Terzo Millennio. Un “racconto urbano” tra l’Headquarters Pirelli costruito attorno alla storica torre di raffreddamento e gli antichi edifici industriali 45 e 66 della Pirelli Pneumatici trasformati nelle torri U6 e U7 dell’Università: uno sguardo privilegiato su una città in continuo cambiamento.
Due luoghi altamente simbolici – l’Headquarters e l’Università – capaci di riassumere in sé il significato di un progetto, fortemente voluto dall’allora presidente Leopoldo Pirelli e poi continuato da Marco Tronchetti Provera, che già oltre trent’anni fa prefigurava la nascita di un nuovo concetto di urbanistica moderna. L’Headquarters Pirelli è oggi l’icona del Progetto Bicocca: un grande cubo di vetro e cemento che ingloba una torre, costruita nel 1950 e utilizzata per il raffreddamento dell’acqua destinata al funzionamento dei vulcanizzatori. In continuità con il suo essere stato un connotato forte dell’industria del Novecento, la torre ha continuato a rappresentare una sorta di capitale simbolico di un’industria nuova, proiettata verso il terzo millennio. Con i suoi cinquanta metri di lato, la parete vetrata che occupa tutta la facciata ovest dell’Headquarters “apre” idealmente questo luogo del lavoro, dove l’antico – anzi l’antichissimo considerando anche la quattrocentesca Bicocca degli Arcimboldi, oggi luogo di rappresentanza del Gruppo Pirelli – e il contemporaneo si incontrano, a quel quartiere Bicocca che la mano di Gregotti ha saputo riplasmare. Pochi metri – il viale Piero e Alberto Pirelli – separano il centro direzionale Pirelli dagli edifici U6, U7 e dalla Residenza delle Fontane (U12) dell’Università di Milano-Bicocca. Gli edifici dal classico color rosso mattone che, secondo le parole dell’architetto “vogliono non far dimenticare l’origine industriale dell’area, una continuità rappresentata proprio dall’idea di università come attività di lavoro, ancor prima che di preparazione”. Uniti da passerelle aeree e affacciati sulla grande Piazza dell’Ateneo Nuovo, sono a loro volta l’avanguardia del progetto Distretto Bicocca che si pone l’obiettivo di costruire un’innovativa “rete culturale” nell’area nord della Città Metropolitana: un campus universitario che si è fatto promotore di un progetto di ampio respiro che lega formazione, ricerca, cultura e imprese.
Ieri Vittorio Gregotti ci ha lasciato, in una Milano surreale e vuota, così lontana dal suo ideale di una città da vivere, pratica, fatta di simboli e di luoghi della memoria rivissuta. Ma pronta a ripartire e ricostruire, seguendo anche l’insegnamento dell’architetto Gregotti..
Abbiamo festeggiato i suoi novant’anni nel 2017 con un “Gregotti tour” lungo le vie del quartiere di Milano che tanto deve alla sua fervida visione dell’urbanistica e dell’architettura. Proprio per raccontare ai milanesi quella che fu la portata storica del Progetto Bicocca, la Fondazione Pirelli ha organizzato insieme all’Ateneo di Milano-Bicocca una serie di percorsi tematici nei luoghi che a partire dai progetti dell’architetto erano stati trasformati in simboli di un nuovo modo di intendere il tessuto urbano del Terzo Millennio. Un “racconto urbano” tra l’Headquarters Pirelli costruito attorno alla storica torre di raffreddamento e gli antichi edifici industriali 45 e 66 della Pirelli Pneumatici trasformati nelle torri U6 e U7 dell’Università: uno sguardo privilegiato su una città in continuo cambiamento.
Due luoghi altamente simbolici – l’Headquarters e l’Università – capaci di riassumere in sé il significato di un progetto, fortemente voluto dall’allora presidente Leopoldo Pirelli e poi continuato da Marco Tronchetti Provera, che già oltre trent’anni fa prefigurava la nascita di un nuovo concetto di urbanistica moderna. L’Headquarters Pirelli è oggi l’icona del Progetto Bicocca: un grande cubo di vetro e cemento che ingloba una torre, costruita nel 1950 e utilizzata per il raffreddamento dell’acqua destinata al funzionamento dei vulcanizzatori. In continuità con il suo essere stato un connotato forte dell’industria del Novecento, la torre ha continuato a rappresentare una sorta di capitale simbolico di un’industria nuova, proiettata verso il terzo millennio. Con i suoi cinquanta metri di lato, la parete vetrata che occupa tutta la facciata ovest dell’Headquarters “apre” idealmente questo luogo del lavoro, dove l’antico – anzi l’antichissimo considerando anche la quattrocentesca Bicocca degli Arcimboldi, oggi luogo di rappresentanza del Gruppo Pirelli – e il contemporaneo si incontrano, a quel quartiere Bicocca che la mano di Gregotti ha saputo riplasmare. Pochi metri – il viale Piero e Alberto Pirelli – separano il centro direzionale Pirelli dagli edifici U6, U7 e dalla Residenza delle Fontane (U12) dell’Università di Milano-Bicocca. Gli edifici dal classico color rosso mattone che, secondo le parole dell’architetto “vogliono non far dimenticare l’origine industriale dell’area, una continuità rappresentata proprio dall’idea di università come attività di lavoro, ancor prima che di preparazione”. Uniti da passerelle aeree e affacciati sulla grande Piazza dell’Ateneo Nuovo, sono a loro volta l’avanguardia del progetto Distretto Bicocca che si pone l’obiettivo di costruire un’innovativa “rete culturale” nell’area nord della Città Metropolitana: un campus universitario che si è fatto promotore di un progetto di ampio respiro che lega formazione, ricerca, cultura e imprese.
Ieri Vittorio Gregotti ci ha lasciato, in una Milano surreale e vuota, così lontana dal suo ideale di una città da vivere, pratica, fatta di simboli e di luoghi della memoria rivissuta. Ma pronta a ripartire e ricostruire, seguendo anche l’insegnamento dell’architetto Gregotti..