Il concetto P Zero
È il 1981. Pirelli torna sui circuiti della Formula Uno dopo venticinque anni, al fianco di Toleman. Sono anni spesi nella ricerca sui radiali e dei testing su sterrato nelle competizioni rally. La P lunga equipaggia Alfa Romeo, BMW, Citroën, Fiat, Ford, Mitsubishi, Opel, Peugeot, Subaru e Toyota. Ma è con Lancia che, qualche anno prima, è avvenuto il giro di boa: nel 1974, infatti, sulle piste del Campionato Mondiale di Rally arriva la Stratos. La vettura ha una potenza tale da “costringere” la Pirelli a sviluppare un nuovo progetto, il P7, precursore per eccellenza dell’high-performance: il P Zero, come l’assoluto e la perfezione. È il pneumatico che, più di tutti, interesserà ogni ambito del motorsport, dalla Formula Uno al rally, dal GT fino alle celebri sportive stradali e all’endurance con la Ferrari F40 LM di Le Mans. Introdotto sperimentalmente nel 1984, il P Zero vede la luce tra le fine del 1985 e l’inizio del 1986 per equipaggiare un’altra Lancia, la Delta S4 versione “corsa”, che si impone sin da subito con una lunga sequenza di successi e vittorie. A partire dal 1986 quando – ancora una volta – il binomio Ferrari-Pirelli fa la storia.
L’anno successivo, infatti, a Maranello, il Cavallino Rampante presenta ufficialmente la F40, che pur essendo a tutti gli effetti una vettura stradale, ha una chiara vocazione sportiva. Con i suoi 320 km/h necessita di pneumatici capaci di offrire comfort, ottime performance, efficienza e tenuta su asciutto e bagnato, su rettilineo e in curva. In altre parole, ha bisogno del P Zero. La P Lunga realizza ad hoc per la Scuderia, come già fatto con lo Stelvio, due misure (245/40 ZR 17 per le anteriori e 335/35 ZR 17 per le posteriori). Di lì a poco, tutte le case automobilistiche cominciano a richiedere pneumatici “su misura”. La “famiglia P Zero”, infatti, si presenta come il risultato di una continua evoluzione che ha seguito quella delle auto sportive adattandosi alle diverse necessità. Nel 1988 Lamborghini entra a far parte delle sportive della “scuderia P Zero” grazie all’adattamento dell’ultra-high performance alla sua Countach Anniversary, realizzata per festeggiare i venticinque anni della casa del Toro e protagonista di un piccolo capolavoro televisivo della comunicazione, The Day the Earth Stood Still. L’uso “su sterrato”, però, non è che una minima parte, seppur di prestigio, cui si presta il P Zero.
È il 1981. Pirelli torna sui circuiti della Formula Uno dopo venticinque anni, al fianco di Toleman. Sono anni spesi nella ricerca sui radiali e dei testing su sterrato nelle competizioni rally. La P lunga equipaggia Alfa Romeo, BMW, Citroën, Fiat, Ford, Mitsubishi, Opel, Peugeot, Subaru e Toyota. Ma è con Lancia che, qualche anno prima, è avvenuto il giro di boa: nel 1974, infatti, sulle piste del Campionato Mondiale di Rally arriva la Stratos. La vettura ha una potenza tale da “costringere” la Pirelli a sviluppare un nuovo progetto, il P7, precursore per eccellenza dell’high-performance: il P Zero, come l’assoluto e la perfezione. È il pneumatico che, più di tutti, interesserà ogni ambito del motorsport, dalla Formula Uno al rally, dal GT fino alle celebri sportive stradali e all’endurance con la Ferrari F40 LM di Le Mans. Introdotto sperimentalmente nel 1984, il P Zero vede la luce tra le fine del 1985 e l’inizio del 1986 per equipaggiare un’altra Lancia, la Delta S4 versione “corsa”, che si impone sin da subito con una lunga sequenza di successi e vittorie. A partire dal 1986 quando – ancora una volta – il binomio Ferrari-Pirelli fa la storia.
L’anno successivo, infatti, a Maranello, il Cavallino Rampante presenta ufficialmente la F40, che pur essendo a tutti gli effetti una vettura stradale, ha una chiara vocazione sportiva. Con i suoi 320 km/h necessita di pneumatici capaci di offrire comfort, ottime performance, efficienza e tenuta su asciutto e bagnato, su rettilineo e in curva. In altre parole, ha bisogno del P Zero. La P Lunga realizza ad hoc per la Scuderia, come già fatto con lo Stelvio, due misure (245/40 ZR 17 per le anteriori e 335/35 ZR 17 per le posteriori). Di lì a poco, tutte le case automobilistiche cominciano a richiedere pneumatici “su misura”. La “famiglia P Zero”, infatti, si presenta come il risultato di una continua evoluzione che ha seguito quella delle auto sportive adattandosi alle diverse necessità. Nel 1988 Lamborghini entra a far parte delle sportive della “scuderia P Zero” grazie all’adattamento dell’ultra-high performance alla sua Countach Anniversary, realizzata per festeggiare i venticinque anni della casa del Toro e protagonista di un piccolo capolavoro televisivo della comunicazione, The Day the Earth Stood Still. L’uso “su sterrato”, però, non è che una minima parte, seppur di prestigio, cui si presta il P Zero.