Itinerari di viaggio illustrati
Viaggiano in due sulla stessa auto, lo stesso treno, la stessa nave. Lo scrittore guarda e prende appunti sul suo taccuino di viaggio, il pittore osserva e abbozza i primi schizzi sulla carta da disegno. Sono Giovanni Pirelli, che si firmerà sulla Rivista Pirelli con lo pseudonimo di Franco Fellini e il pittore Renato Guttuso che, in un inverno del 1959, discendono il Nilo da Asswan fino al delta. Appassionante e divertente il lungo diario di viaggio egiziano dei due amici con le rispettive mogli. “Guttuso stringe i denti, suda, soffre, non cede e disegna”: la febbre tropicale che colpisce il pittore non gli impedirà di produrre meravigliose illustrazioni. È invece una domenica d’inverno del 1952 quando lo scrittore Michele Prisco parte per la Costiera Amalfitana con la sua famiglia, a bordo di una Fiat 1100: con loro, in macchina, l’amico pittore Gennaro Borrelli, “con la boccetta dell’inchiostro di china e la cartella dei disegni.” Mentre all’autore bastano la stilografica e un taccuino, che ha sempre in tasca. Il resto è tutto nella prosa veloce dello scrittore e nelle chiesette, nelle torri, nei pastori inchiostrati da Borrelli: “dove andavano a cacciarsi questi artisti, per pittare!”. Racconta invece l’Abruzzo, Raffaello Baldini, in un articolo per la Rivista del 1964 illustrato con gli acquerelli del compagno di viaggio Giuseppe Ajmone. Ernesto Treccani nel 1961 viaggia per la Spagna e per il magazine diventa allo stesso tempo narratore e illustratore. Disegna gli occhi della bambina Conchita, gli ulivi di Cordoba, la rosa bianca di Siviglia. Ma davanti al verde degli aranceti si domanda: “come disegnare quel verde su bianco con un povero segno d’inchiostro?”. La risposta è sulle pagine della Rivista Pirelli.
Viaggiano in due sulla stessa auto, lo stesso treno, la stessa nave. Lo scrittore guarda e prende appunti sul suo taccuino di viaggio, il pittore osserva e abbozza i primi schizzi sulla carta da disegno. Sono Giovanni Pirelli, che si firmerà sulla Rivista Pirelli con lo pseudonimo di Franco Fellini e il pittore Renato Guttuso che, in un inverno del 1959, discendono il Nilo da Asswan fino al delta. Appassionante e divertente il lungo diario di viaggio egiziano dei due amici con le rispettive mogli. “Guttuso stringe i denti, suda, soffre, non cede e disegna”: la febbre tropicale che colpisce il pittore non gli impedirà di produrre meravigliose illustrazioni. È invece una domenica d’inverno del 1952 quando lo scrittore Michele Prisco parte per la Costiera Amalfitana con la sua famiglia, a bordo di una Fiat 1100: con loro, in macchina, l’amico pittore Gennaro Borrelli, “con la boccetta dell’inchiostro di china e la cartella dei disegni.” Mentre all’autore bastano la stilografica e un taccuino, che ha sempre in tasca. Il resto è tutto nella prosa veloce dello scrittore e nelle chiesette, nelle torri, nei pastori inchiostrati da Borrelli: “dove andavano a cacciarsi questi artisti, per pittare!”. Racconta invece l’Abruzzo, Raffaello Baldini, in un articolo per la Rivista del 1964 illustrato con gli acquerelli del compagno di viaggio Giuseppe Ajmone. Ernesto Treccani nel 1961 viaggia per la Spagna e per il magazine diventa allo stesso tempo narratore e illustratore. Disegna gli occhi della bambina Conchita, gli ulivi di Cordoba, la rosa bianca di Siviglia. Ma davanti al verde degli aranceti si domanda: “come disegnare quel verde su bianco con un povero segno d’inchiostro?”. La risposta è sulle pagine della Rivista Pirelli.