“La Fabbrica Sospesa”: a colloquio con Silvio Soldini
Tra le iniziative di “Scoprire Bicocca 1450-2013”, giovedì 9 maggio verrà proiettato il documentario “La Fabbrica Sospesa”, commissionato da Pirelli a Silvio Soldini nel 1987. Vi proponiamo uno stralcio dell’intervista di Andrea Kerbaker al regista, pubblicata sulla rivista “Fatti e Notizie”.
A colloquio con Silvio Soldini
IN UN FILM LA STORIA DELLA BICOCCA
Studi di cinema a New York, in un primo cortometraggio in bianco e nero, Drimage, apprezzato dai critici e vincitore di un premio milanese nel 1982, poi due lungometraggi, Paesaggio con figure (1983) e Giulia in Ottobre (1985) […]. A lui la Pirelli ha commissionato un film sulla Bicocca, prima che le ristrutturazioni, cui porterà il progetto Bicocca, facciano scomparire per sempre molti edifici dell’area. Le riprese sono cominciate a giugno; abbiamo approfittato di una pausa del lavoro per rivolgere a Soldini qualche domanda.
Il documentario industriale per te rappresenta un campo ancora inesplorato. Raccontaci come ti si è presentata questa opportunità.
Tutto è nato quando Gavino Manca, amministratore delegato delle Industrie Pirelli, ha visto il mio documentario Voci celate, apprezzandone l’approccio umano, il peso emotivo, il modo in cui avevo cercato di fare emergere le personalità dei singoli personaggi, facendoli divenire i veri protagonisti del film. A quel punto mi è stato chiesto se mi interessante ricordare la Bicocca come un posto in cui si sono intrecciate esistenze umane di lavoro, un posto con un vissuto e una storia. Era un taglio che condividevo pienamente, e perciò ho accettato volentieri.
Mi pare che da questa collaborazione nasca quindi qualche cosa di nuovo nell’ambito del documentario industriale.
Si, l’intenzione è questa. La mia impressione è che il documentario industriale, così come è concepito oggi, sia una forma di espressione largamente insoddisfacente. La maggior parte di quelli che ho visto sono uguali e monotoni: riprese più o meno belle, musichetta piacevole di sottofondo, un montaggio raffazzonato, testi agiografici in cui si esaltano le magnifiche sorti e progressive del committente. Chiaro che un lavoro fatto così, in questo caso, non interessava Pirelli, e tanto meno me […].
Questi intenti come si tradurranno praticamente in sede di esecuzione del film?
Visto che il filo conduttore del discorso non sarà costituito dagli edifici in quanto tali ma dalle presenze umane che sono esistite tra questi muri, ho cominciato con delle interviste: ho incontrato una trentina di persone che hanno lavorato o ancora lavorano in Bicocca e sceglierò sette/otto tra le testimonianze più significative. Le riprese dei luoghi (che sono durate tre settimane) saranno inoltre supportate dal suono in presa diretta, come sempre dei nei miei lavori […].
Proiezione; giovedì 9 maggio presso HangarBicocca
Entrata libera fino ad esaurimento posti
Tra le iniziative di “Scoprire Bicocca 1450-2013”, giovedì 9 maggio verrà proiettato il documentario “La Fabbrica Sospesa”, commissionato da Pirelli a Silvio Soldini nel 1987. Vi proponiamo uno stralcio dell’intervista di Andrea Kerbaker al regista, pubblicata sulla rivista “Fatti e Notizie”.
A colloquio con Silvio Soldini
IN UN FILM LA STORIA DELLA BICOCCA
Studi di cinema a New York, in un primo cortometraggio in bianco e nero, Drimage, apprezzato dai critici e vincitore di un premio milanese nel 1982, poi due lungometraggi, Paesaggio con figure (1983) e Giulia in Ottobre (1985) […]. A lui la Pirelli ha commissionato un film sulla Bicocca, prima che le ristrutturazioni, cui porterà il progetto Bicocca, facciano scomparire per sempre molti edifici dell’area. Le riprese sono cominciate a giugno; abbiamo approfittato di una pausa del lavoro per rivolgere a Soldini qualche domanda.
Il documentario industriale per te rappresenta un campo ancora inesplorato. Raccontaci come ti si è presentata questa opportunità.
Tutto è nato quando Gavino Manca, amministratore delegato delle Industrie Pirelli, ha visto il mio documentario Voci celate, apprezzandone l’approccio umano, il peso emotivo, il modo in cui avevo cercato di fare emergere le personalità dei singoli personaggi, facendoli divenire i veri protagonisti del film. A quel punto mi è stato chiesto se mi interessante ricordare la Bicocca come un posto in cui si sono intrecciate esistenze umane di lavoro, un posto con un vissuto e una storia. Era un taglio che condividevo pienamente, e perciò ho accettato volentieri.
Mi pare che da questa collaborazione nasca quindi qualche cosa di nuovo nell’ambito del documentario industriale.
Si, l’intenzione è questa. La mia impressione è che il documentario industriale, così come è concepito oggi, sia una forma di espressione largamente insoddisfacente. La maggior parte di quelli che ho visto sono uguali e monotoni: riprese più o meno belle, musichetta piacevole di sottofondo, un montaggio raffazzonato, testi agiografici in cui si esaltano le magnifiche sorti e progressive del committente. Chiaro che un lavoro fatto così, in questo caso, non interessava Pirelli, e tanto meno me […].
Questi intenti come si tradurranno praticamente in sede di esecuzione del film?
Visto che il filo conduttore del discorso non sarà costituito dagli edifici in quanto tali ma dalle presenze umane che sono esistite tra questi muri, ho cominciato con delle interviste: ho incontrato una trentina di persone che hanno lavorato o ancora lavorano in Bicocca e sceglierò sette/otto tra le testimonianze più significative. Le riprese dei luoghi (che sono durate tre settimane) saranno inoltre supportate dal suono in presa diretta, come sempre dei nei miei lavori […].
Proiezione; giovedì 9 maggio presso HangarBicocca
Entrata libera fino ad esaurimento posti