La nascita di un mito
È il 1953. Sul tracciato di Monza sfreccia, a 200 km/h, una Ferrari 500 gommata Pirelli. Al volante c’è Alberto Ascari pronto a conquistare una doppia e travolgente vittoria. A scorrere sotto di lui, però, non sono i “pneumatici delle vittorie”, ma un nuovo modello che la P Lunga ha sviluppato esclusivamente per la nuova vettura pensata dal Cavallino Rampante a uso prettamente agonistico e lanciata proprio in occasione di quel Campionato di Formula Uno: i pneumatici Stelvio Corsa.
Nelle competizioni su quattro ruote, gli anni Cinquanta e Sessanta si susseguono all’insegna dello Stella Bianca Corsa, prima scelta di ogni casa automobilistica: Alfa Romeo, Ferrari, Maserati. Sono, però, anche gli anni del dopoguerra, della Ricostruzione, di Pirelli che inizia a focalizzarsi sulla mobilità di massa celebrando, con una nuova gamma di prodotti, i diversi passi alpini. Nascono così il Rolle, il Sempione e, appunto, lo Stelvio. È proprio quest’ultimo, erede dei “pneumatici delle vittorie”, a guadagnarsi sin da subito il riconoscimento di “pneumatico dei record” portando Ascari alla vittoria del Gran Premio d’Italia 1952 e il titolo di Formula Uno dello stesso anno, per sé stesso e per la Ferrari. Un successo che si replicherà anche nel 1953 e che darà il via a un’escalation di vittorie e nuovi prodotti, potenti e performanti, ma mai in grado di surclassare nei successi sportivi lo Stelvio, che garantisce anche la vittoria nella 24 Ore di Le Mans a Maurice Trintignant e Froilàn Gonzales.
A fare la differenza, in pista e fuori, è la tecnologia. Nel modello stradale è il battistrada a blocchetti pentagonali legati tra loro longitudinalmente, che segna il passaggio da disegno scolpito a disegno rigato. Migliorando tenuta di strada e silenziosità, utilizza – insieme alla gomma naturale – diversi tipi di gomma sintetica e rayon + nylon nella carcassa. La versione corsa, invece, si mantiene su un battistrada ancora in gomma naturale, disegno con tagli trasversali per il bagnato e una diversa percentuale di nerofumo nelle mescole per graduare resistenza e deformazione. Gare, quindi, ma anche tecnologie avanzate e sviluppi industriali che dai circuiti passano alle auto di tutti i giorni, nella più autentica tradizione Pirelli di unire ricerca per le competizioni e applicazioni alla produzione “di mercato”. Non solo la “Topolino” gommata Stella Bianca, ma anche la “Fiat 600” e i suoi Rolle, la “Mini” e la “Fiat 500” con il CINTURATO CN54, derivato direttamente dall’esperienza dei rally.
Stella Bianca, Rolle, Sempione, Stelvio, CINTURATO fanno immediatamente la storia tanto della mobilità italiana quanto delle competizioni su quattro ruote accomunati dalla passione per le sfide, dentro e fuori dai circuiti.
È il 1953. Sul tracciato di Monza sfreccia, a 200 km/h, una Ferrari 500 gommata Pirelli. Al volante c’è Alberto Ascari pronto a conquistare una doppia e travolgente vittoria. A scorrere sotto di lui, però, non sono i “pneumatici delle vittorie”, ma un nuovo modello che la P Lunga ha sviluppato esclusivamente per la nuova vettura pensata dal Cavallino Rampante a uso prettamente agonistico e lanciata proprio in occasione di quel Campionato di Formula Uno: i pneumatici Stelvio Corsa.
Nelle competizioni su quattro ruote, gli anni Cinquanta e Sessanta si susseguono all’insegna dello Stella Bianca Corsa, prima scelta di ogni casa automobilistica: Alfa Romeo, Ferrari, Maserati. Sono, però, anche gli anni del dopoguerra, della Ricostruzione, di Pirelli che inizia a focalizzarsi sulla mobilità di massa celebrando, con una nuova gamma di prodotti, i diversi passi alpini. Nascono così il Rolle, il Sempione e, appunto, lo Stelvio. È proprio quest’ultimo, erede dei “pneumatici delle vittorie”, a guadagnarsi sin da subito il riconoscimento di “pneumatico dei record” portando Ascari alla vittoria del Gran Premio d’Italia 1952 e il titolo di Formula Uno dello stesso anno, per sé stesso e per la Ferrari. Un successo che si replicherà anche nel 1953 e che darà il via a un’escalation di vittorie e nuovi prodotti, potenti e performanti, ma mai in grado di surclassare nei successi sportivi lo Stelvio, che garantisce anche la vittoria nella 24 Ore di Le Mans a Maurice Trintignant e Froilàn Gonzales.
A fare la differenza, in pista e fuori, è la tecnologia. Nel modello stradale è il battistrada a blocchetti pentagonali legati tra loro longitudinalmente, che segna il passaggio da disegno scolpito a disegno rigato. Migliorando tenuta di strada e silenziosità, utilizza – insieme alla gomma naturale – diversi tipi di gomma sintetica e rayon + nylon nella carcassa. La versione corsa, invece, si mantiene su un battistrada ancora in gomma naturale, disegno con tagli trasversali per il bagnato e una diversa percentuale di nerofumo nelle mescole per graduare resistenza e deformazione. Gare, quindi, ma anche tecnologie avanzate e sviluppi industriali che dai circuiti passano alle auto di tutti i giorni, nella più autentica tradizione Pirelli di unire ricerca per le competizioni e applicazioni alla produzione “di mercato”. Non solo la “Topolino” gommata Stella Bianca, ma anche la “Fiat 600” e i suoi Rolle, la “Mini” e la “Fiat 500” con il CINTURATO CN54, derivato direttamente dall’esperienza dei rally.
Stella Bianca, Rolle, Sempione, Stelvio, CINTURATO fanno immediatamente la storia tanto della mobilità italiana quanto delle competizioni su quattro ruote accomunati dalla passione per le sfide, dentro e fuori dai circuiti.