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Pirelli “sulle strade” della Cina

La storia della presenza di Pirelli in Cina è recente ma non per questo meno appassionante. Senza parlare del fatto che, più in generale, le occasioni di incontro tra la P Lunga e il vasto paese asiatico non risalgono certo agli ultimi decenni, ma hanno oltre un secolo.

Perché, a ben vedere, le strade cinesi sono state percorse da pneumatici Pirelli già nel 1907.  Quando la Itala del principe Scipione Borghese, accompagnato dal suo autista e meccanico Ettore Guizzardi, vince una stupefacente gara tra cinque equipaggi di pionieri dell’automobile: la Pechino-Parigi. A far correre l’auto del principe sulle più impervie strade cinesi e poi di tutto il continente asiatico per arrivare fino alla capitale francese, sono i pneumatici Pirelli. Una corsa entrata nella leggenda e raccontata con maestria letteraria da Luigi Barzini del “Corriere della Sera”, altro membro dell’equipaggio italiano e dunque testimone diretto dell’impresa.

Una decina di anni dopo, Pirelli torna in Cina. Lo testimonia un fascicolo dal titolo “Fiera Campionaria Cina” che contiene una serie di relazioni e comunicazioni, minute e appunti che danno conto della presenza dell’azienda alla Fiera del 1918. L’azienda partecipa alla manifestazione inviando materiali e, come sempre, esplorando un mercato nuovo.

Le relazioni con la Cina continuano nel 1971 quando Alessandro Signorini, Direttore generale delle Industrie Pirelli, prende parte a una “missione economica” organizzata dal Governo: è la prima missione ufficiale italiana a mettere piede in Cina da quando, nel 1949, è stata proclamata la Repubblica Popolare. Le impressioni sull’incontro con il Paese asiatico sono riportate dallo stesso Signorini intervistato da “Fatti e Notizie”.

Dagli anni Duemila, poi, il salto che porta la Pirelli a produrre in Cina. Nel 2005 l’azienda entra infatti nel mercato cinese, in società con imprenditori locali, come produttore di pneumatici all’avanguardia. Nell’arco di 15 anni Pirelli amplia la sua presenza produttiva a tre stabilimenti, a Yanzhou, Jiaozuo e Shenzhou, con oltre 4.500 posti di lavoro e più di 3.700 punti di vendita.  La Cina diventa un mercato estremamente dinamico a livello globale e Pirelli nel 2015 trova proprio in un gruppo cinese, ChemChina poi divenuta Sinochem, uno dei maggiori investitori, affiancato dal fondo cinese Silk Road Fund. Tecnologia italiana  che soprattutto sul fronte dei pneumatici premium, e oggi anche di quelli destinati all’elettrico, trova in Cina un mercato in crescita. Una presenza che non dimentica l’ambiente  e la sostenibilità. Impegno nel recupero dei rifiuti, nell’uso di energia a basse emissioni di carbonio e nella riduzione del prelievo specifico di acqua sono, per esempio, le motivazioni che hanno consentito allo stabilimento Pirelli di Yanzhou di ottenere nel 2023 la certificazione “Classe A” da parte del governo dello stato dello Shandong. Un riconoscimento che arriva dopo quello del 2020 con la nomina a Green Factory.

La storia della presenza di Pirelli in Cina è recente ma non per questo meno appassionante. Senza parlare del fatto che, più in generale, le occasioni di incontro tra la P Lunga e il vasto paese asiatico non risalgono certo agli ultimi decenni, ma hanno oltre un secolo.

Perché, a ben vedere, le strade cinesi sono state percorse da pneumatici Pirelli già nel 1907.  Quando la Itala del principe Scipione Borghese, accompagnato dal suo autista e meccanico Ettore Guizzardi, vince una stupefacente gara tra cinque equipaggi di pionieri dell’automobile: la Pechino-Parigi. A far correre l’auto del principe sulle più impervie strade cinesi e poi di tutto il continente asiatico per arrivare fino alla capitale francese, sono i pneumatici Pirelli. Una corsa entrata nella leggenda e raccontata con maestria letteraria da Luigi Barzini del “Corriere della Sera”, altro membro dell’equipaggio italiano e dunque testimone diretto dell’impresa.

Una decina di anni dopo, Pirelli torna in Cina. Lo testimonia un fascicolo dal titolo “Fiera Campionaria Cina” che contiene una serie di relazioni e comunicazioni, minute e appunti che danno conto della presenza dell’azienda alla Fiera del 1918. L’azienda partecipa alla manifestazione inviando materiali e, come sempre, esplorando un mercato nuovo.

Le relazioni con la Cina continuano nel 1971 quando Alessandro Signorini, Direttore generale delle Industrie Pirelli, prende parte a una “missione economica” organizzata dal Governo: è la prima missione ufficiale italiana a mettere piede in Cina da quando, nel 1949, è stata proclamata la Repubblica Popolare. Le impressioni sull’incontro con il Paese asiatico sono riportate dallo stesso Signorini intervistato da “Fatti e Notizie”.

Dagli anni Duemila, poi, il salto che porta la Pirelli a produrre in Cina. Nel 2005 l’azienda entra infatti nel mercato cinese, in società con imprenditori locali, come produttore di pneumatici all’avanguardia. Nell’arco di 15 anni Pirelli amplia la sua presenza produttiva a tre stabilimenti, a Yanzhou, Jiaozuo e Shenzhou, con oltre 4.500 posti di lavoro e più di 3.700 punti di vendita.  La Cina diventa un mercato estremamente dinamico a livello globale e Pirelli nel 2015 trova proprio in un gruppo cinese, ChemChina poi divenuta Sinochem, uno dei maggiori investitori, affiancato dal fondo cinese Silk Road Fund. Tecnologia italiana  che soprattutto sul fronte dei pneumatici premium, e oggi anche di quelli destinati all’elettrico, trova in Cina un mercato in crescita. Una presenza che non dimentica l’ambiente  e la sostenibilità. Impegno nel recupero dei rifiuti, nell’uso di energia a basse emissioni di carbonio e nella riduzione del prelievo specifico di acqua sono, per esempio, le motivazioni che hanno consentito allo stabilimento Pirelli di Yanzhou di ottenere nel 2023 la certificazione “Classe A” da parte del governo dello stato dello Shandong. Un riconoscimento che arriva dopo quello del 2020 con la nomina a Green Factory.

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