“Riflettere i moti del cielo”:
un grattacielo per Pirelli
“La totale finestratura di cristallo legata in alluminio rifletterà i moti del cielo”. Con queste parole l’architetto Carlo De Carli descrive sulle pagine della Rivista Pirelli l’aspetto che avrà la facciata della nuova sede della Pirelli progettata da Gio Ponti e Giuseppe Valtolina con il contributo di Pierluigi Nervi e Arturo Danusso. Inaugurato nel 1960, il Grattacielo Pirelli è l’edificio più alto, in quell’epoca, di Milano e d’Europa, e la sua facciata è una vetrata continua in alluminio e cristallo di 9.500 metri quadrati: un curtain wall che ricopre l’edificio in corrispondenza dei vuoti lasciati tra le strutture verticali, fino a rivestire completamente il 31° piano dell’edificio, dal quale è possibile godere di una vista mozzafiato su tutta la città.
Una pianta larga 18,5 metri e lunga circa 70 metri che va assottigliandosi alle estremità, con un rapporto tra larghezza e altezza (127 metri) estremamente ridotto rispetto ad altri grattacieli, e mai sperimentato in edifici in cemento armato. Una struttura con funzione portante e nello stesso tempo di contrasto all’azione del vento, con le torri degli ascensori e dei servizi al centro. Una disposizione che consente di non avere spazi inutilizzati: gli ambienti sono ampi, luminosi, funzionali, grazie anche alla sottile parete-finestra che separa l’interno dall’esterno, che di giorno riflette “i moti del cielo” e di notte illumina l’edificio di luce propria, facendo stagliare il Pirellone nello skyline di Milano.
“La totale finestratura di cristallo legata in alluminio rifletterà i moti del cielo”. Con queste parole l’architetto Carlo De Carli descrive sulle pagine della Rivista Pirelli l’aspetto che avrà la facciata della nuova sede della Pirelli progettata da Gio Ponti e Giuseppe Valtolina con il contributo di Pierluigi Nervi e Arturo Danusso. Inaugurato nel 1960, il Grattacielo Pirelli è l’edificio più alto, in quell’epoca, di Milano e d’Europa, e la sua facciata è una vetrata continua in alluminio e cristallo di 9.500 metri quadrati: un curtain wall che ricopre l’edificio in corrispondenza dei vuoti lasciati tra le strutture verticali, fino a rivestire completamente il 31° piano dell’edificio, dal quale è possibile godere di una vista mozzafiato su tutta la città.
Una pianta larga 18,5 metri e lunga circa 70 metri che va assottigliandosi alle estremità, con un rapporto tra larghezza e altezza (127 metri) estremamente ridotto rispetto ad altri grattacieli, e mai sperimentato in edifici in cemento armato. Una struttura con funzione portante e nello stesso tempo di contrasto all’azione del vento, con le torri degli ascensori e dei servizi al centro. Una disposizione che consente di non avere spazi inutilizzati: gli ambienti sono ampi, luminosi, funzionali, grazie anche alla sottile parete-finestra che separa l’interno dall’esterno, che di giorno riflette “i moti del cielo” e di notte illumina l’edificio di luce propria, facendo stagliare il Pirellone nello skyline di Milano.