1907: Pirelli al Tour de France
Luglio 1907: è trascorso solo un mese dalla partenza della più straordinaria gara automobilistica di inzio secolo, la Pechino- Parigi, a cui Pirelli partecipa gommando la Itala del Principe Scipione Borghese, quando l’azienda stipula un’altra convenzione per una fornitura di pneumatici, questa volta per biciclette, prodotte dalla OTAV – Officine Türkheimer per Automobili e Velocipedi di Milano. L’accordo prevede l’utilizzo di pneumatici Pirelli per la quinta edizione della gara ciclistica d’Oltralpe più famosa: il Tour de France o “Grande Boucle”, meglio conosciuto in Italia come Giro di Francia. È la «Gazzetta dello Sport» che ne annuncia le tappe: sono in totale 14 a coprire oltre 4.488 km di territorio francese: un giro che da Parigi passa dalle città più importanti di Francia toccando Roubaix, Lione, Nizza, Tolosa, Nantes per poi tornare alla Ville Lumière. Le biciclette per cui si richiedono le gomme sono quelle per Luigi Ganna, Eberardo Pavesi e Carlo Galetti, che negli anni a seguire saranno conosciuti come “I tre moschettieri”. Eberardo Pavesi è l’unico tra i tre corridori italiani a portare a termine il Tour de France: a Parigi conclude il giro arrivando sesto assoluto, primo degli isolati, cioè i ciclisti iscritti alla corsa come non appartenenti a gruppi sportivi. Al Tour de France di quell’anno partecipano 93 corridori e solo 33 arrivano a Parigi. La partecipazione al Tour de France 1907 contribuisce, dopo il trionfale Raid Pechino-Parigi, a promuovere l’espansione commerciale del Gruppo Pirelli sul mercato francese e – in risposta al Tour d’Oltralpe – nel 1909 si corre il primo Giro d’Italia, allestito dalla «Gazzetta dello Sport».
Qualche anno più tardi, nel 1950, Gianni Brera commenterà così sulle pagine della Rivista Pirelli l’importanza delle competizioni su due ruote: “I campioni è dimostrato sono gli ambasciatori più efficaci di un Paese e delle sue merci. E i nostri dominano quasi incontrastati le manifestazioni ciclistiche internazionali”. E infatti, anche se nel 1907 i nostri ciclisti iridati non domineranno il tour, i nomi degli italiani Gino Bartali e Fausto Coppi trionferanno ripetutamente al Tour de France tra la fine degli anni Trenta fino a metà degli anni Cinquanta. La passione per il ciclismo infervora gli animi degli appassionati soprattutto nel secondo dopoguerra, quando i campioni iniziano a essere considerati veri e propri eroi, diventando anche esempi di riscatto in un momento di rinascita generale del Paese. In questo clima di euforia si affermano ancora di più i pneumatici Pirelli conquistando il mondo delle corse, e il logo della «P lunga» diventa l’insegna di uomini, squadre e imprese che hanno fatto la storia e la leggenda del ciclismo.
Luglio 1907: è trascorso solo un mese dalla partenza della più straordinaria gara automobilistica di inzio secolo, la Pechino- Parigi, a cui Pirelli partecipa gommando la Itala del Principe Scipione Borghese, quando l’azienda stipula un’altra convenzione per una fornitura di pneumatici, questa volta per biciclette, prodotte dalla OTAV – Officine Türkheimer per Automobili e Velocipedi di Milano. L’accordo prevede l’utilizzo di pneumatici Pirelli per la quinta edizione della gara ciclistica d’Oltralpe più famosa: il Tour de France o “Grande Boucle”, meglio conosciuto in Italia come Giro di Francia. È la «Gazzetta dello Sport» che ne annuncia le tappe: sono in totale 14 a coprire oltre 4.488 km di territorio francese: un giro che da Parigi passa dalle città più importanti di Francia toccando Roubaix, Lione, Nizza, Tolosa, Nantes per poi tornare alla Ville Lumière. Le biciclette per cui si richiedono le gomme sono quelle per Luigi Ganna, Eberardo Pavesi e Carlo Galetti, che negli anni a seguire saranno conosciuti come “I tre moschettieri”. Eberardo Pavesi è l’unico tra i tre corridori italiani a portare a termine il Tour de France: a Parigi conclude il giro arrivando sesto assoluto, primo degli isolati, cioè i ciclisti iscritti alla corsa come non appartenenti a gruppi sportivi. Al Tour de France di quell’anno partecipano 93 corridori e solo 33 arrivano a Parigi. La partecipazione al Tour de France 1907 contribuisce, dopo il trionfale Raid Pechino-Parigi, a promuovere l’espansione commerciale del Gruppo Pirelli sul mercato francese e – in risposta al Tour d’Oltralpe – nel 1909 si corre il primo Giro d’Italia, allestito dalla «Gazzetta dello Sport».
Qualche anno più tardi, nel 1950, Gianni Brera commenterà così sulle pagine della Rivista Pirelli l’importanza delle competizioni su due ruote: “I campioni è dimostrato sono gli ambasciatori più efficaci di un Paese e delle sue merci. E i nostri dominano quasi incontrastati le manifestazioni ciclistiche internazionali”. E infatti, anche se nel 1907 i nostri ciclisti iridati non domineranno il tour, i nomi degli italiani Gino Bartali e Fausto Coppi trionferanno ripetutamente al Tour de France tra la fine degli anni Trenta fino a metà degli anni Cinquanta. La passione per il ciclismo infervora gli animi degli appassionati soprattutto nel secondo dopoguerra, quando i campioni iniziano a essere considerati veri e propri eroi, diventando anche esempi di riscatto in un momento di rinascita generale del Paese. In questo clima di euforia si affermano ancora di più i pneumatici Pirelli conquistando il mondo delle corse, e il logo della «P lunga» diventa l’insegna di uomini, squadre e imprese che hanno fatto la storia e la leggenda del ciclismo.