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I giocattoli Pirelli negli anni ’50: da Pigomma a Rempel

Sulle pagine del sesto numero di “Pirelli. Rivista di informazione e di tecnica” del 1952, l’articolo di Franco Vegliani titola All’inventore dei giocattoli il nome di filosofo. L’appellativo, attribuito a Bruno Munari, è una citazione di Pablo Picasso, cui fu chiesto se conoscesse l’ideatore del celebre giocattolo Meo Romeo che aveva su una mensola nel suo studio. Probabilmente l’artista allude al sottile ingegno e alla grande serietà necessari per progettare giocattoli per bambini. D’altronde, riteneva che tutti i bambini fossero degli artisti nati e che la difficoltà fosse nel fatto di restarlo da grandi.

Che i bambini rappresentino un pubblico ideale perchè sanno quello che vogliono e non hanno preconcetti, era forte convinzione di Bruno Munari che progetta il gatto Meo Romeo per la Pigomma-Pirelli nel 1949 e lo presenta sulle pagine della rivista “Pirelli” nello stesso anno, nell’articolo Il gatto di gommapiuma ha i baffi di nailon. Il giocattolo, il cui prototipo è nero, è realizzato in gommapiuma armata in diverse colorazioni – bianco, giallo, grigio, marrone, verde. La gommapiuma è morbida, liscia, piacevole al tatto, e insieme al filo metallico che le fa da scheletro permette ai bambini di far assumere all’animaletto diverse posizioni, come fosse un gatto vivo a cui manca solo la voce. Tre anni dopo, nel già citato articolo di Vegliani del ’52, si conosce “la Felice Famiglia Pigomma”, di cui fanno parte, oltre a Meo Romeo, il “Pluto” di Disney, la giraffa “Pasqualina” di Pagot, la bambola “Patrizia” di Maggia e l’ultima creazione in gommapiuma armata di Bruno Munari, la scimmia Zizì, con cui nel 1954 il grande designer italiano vince la prima edizione del Compasso d’oro, il più antico premio di “disegno industriale”.

Dopo gli anni della direzione artistica di Bruno Munari, già caratterizzata da una grande attenzione verso i materiali sicuri dei giocattoli, in un articolo del 1957 vengono presentati ai lettori “I giocattoli silenziosi” prodotti dall’Azienda Roma-Pirelli e realizzati secondo criteri non solo tecnici ed estetici ma anche educativi e pedagogici. Nel catalogo dell’anno successivo, compaiono i giocattoli per i più piccoli “brevetto Rempel” (scoperti a inizio degli anni Cinquanta ad Akron, dove venivano fabbricati dallo scultore ucraino Rempel), i rigonfiabili in gomma, i giocattoli stampati e i palloni da gioco, prodotti da Pirelli già da oltre sessant’anni.

Ispirandosi a queste grandi lezioni dei maestri del design, Fondazione Pirelli Educational offre da anni percorsi educativi per ragazzi volti a incoraggiare l’uso della fantasia applicata, ad esempio, alla progettazione di un nuovo battistrada oppure di un manifesto pubblicitario.

Sulle pagine del sesto numero di “Pirelli. Rivista di informazione e di tecnica” del 1952, l’articolo di Franco Vegliani titola All’inventore dei giocattoli il nome di filosofo. L’appellativo, attribuito a Bruno Munari, è una citazione di Pablo Picasso, cui fu chiesto se conoscesse l’ideatore del celebre giocattolo Meo Romeo che aveva su una mensola nel suo studio. Probabilmente l’artista allude al sottile ingegno e alla grande serietà necessari per progettare giocattoli per bambini. D’altronde, riteneva che tutti i bambini fossero degli artisti nati e che la difficoltà fosse nel fatto di restarlo da grandi.

Che i bambini rappresentino un pubblico ideale perchè sanno quello che vogliono e non hanno preconcetti, era forte convinzione di Bruno Munari che progetta il gatto Meo Romeo per la Pigomma-Pirelli nel 1949 e lo presenta sulle pagine della rivista “Pirelli” nello stesso anno, nell’articolo Il gatto di gommapiuma ha i baffi di nailon. Il giocattolo, il cui prototipo è nero, è realizzato in gommapiuma armata in diverse colorazioni – bianco, giallo, grigio, marrone, verde. La gommapiuma è morbida, liscia, piacevole al tatto, e insieme al filo metallico che le fa da scheletro permette ai bambini di far assumere all’animaletto diverse posizioni, come fosse un gatto vivo a cui manca solo la voce. Tre anni dopo, nel già citato articolo di Vegliani del ’52, si conosce “la Felice Famiglia Pigomma”, di cui fanno parte, oltre a Meo Romeo, il “Pluto” di Disney, la giraffa “Pasqualina” di Pagot, la bambola “Patrizia” di Maggia e l’ultima creazione in gommapiuma armata di Bruno Munari, la scimmia Zizì, con cui nel 1954 il grande designer italiano vince la prima edizione del Compasso d’oro, il più antico premio di “disegno industriale”.

Dopo gli anni della direzione artistica di Bruno Munari, già caratterizzata da una grande attenzione verso i materiali sicuri dei giocattoli, in un articolo del 1957 vengono presentati ai lettori “I giocattoli silenziosi” prodotti dall’Azienda Roma-Pirelli e realizzati secondo criteri non solo tecnici ed estetici ma anche educativi e pedagogici. Nel catalogo dell’anno successivo, compaiono i giocattoli per i più piccoli “brevetto Rempel” (scoperti a inizio degli anni Cinquanta ad Akron, dove venivano fabbricati dallo scultore ucraino Rempel), i rigonfiabili in gomma, i giocattoli stampati e i palloni da gioco, prodotti da Pirelli già da oltre sessant’anni.

Ispirandosi a queste grandi lezioni dei maestri del design, Fondazione Pirelli Educational offre da anni percorsi educativi per ragazzi volti a incoraggiare l’uso della fantasia applicata, ad esempio, alla progettazione di un nuovo battistrada oppure di un manifesto pubblicitario.

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