Marcello Dudovich, maestro della cartellonistica industriale
Il percorso artistico di Marcello Dudovich, pittore e illustratore attivo tra la fine dell’Ottocento e la prima metà del Novecento, ha seguito un itinerario non convenzionale. A sessant’anni dalla sua scomparsa, avvenuta il 31 marzo 1962, è ancora oggi considerato uno dei massimi esponenti della cartellonistica pubblicitaria italiana. Le sue opere rappresentano la migliore espressione dell’evoluzione storico-sociale dell’arte applicata all’industria, il miglior campo di sperimentazione di un’arte “di sintesi”, che con pochi ed essenziali tratti riesce nel comunicare una pluralità di significati.
Artigiani, fabbriche, industrie in espansione. I primi anni del Novecento sono gli anni delle due e quattro ruote, della velocità, dell’adrenalina, delle automobili, delle competizioni su pista e dei primi raid intercontinentali. Sono gli anni delle grandi industrie come FIAT, Alfa Romeo, Bugatti, Legnano e ovviamente Pirelli, e degli artisti chiamati a raccontare i prodotti inaugurando un nuovo ciclo nella comunicazione visiva d’impresa. Non è un caso che a Milano, la strada di Dudovich incroci molte di queste realtà.
Per la Pirelli realizza manifesti di pneumatici, ma anche di impermeabili, abbandonando l’influenza liberty a favore di un tratto più lineare, che esalta il marchio di fabbrica. Gli elementi testuali come lo slogan, il prodotto e i marchi, acquisiscono sempre maggiore rilevanza, a discapito della rappresentazione pura del prodotto. Come nel caso della recente acquisizione del nostro Archivio Storico: un manifesto pubblicitario degli anni Venti dedicato alla fornitura di pneumatici Pirelli per i cicli Dei, stampato dalla Litografia G. B. Virtuani & C., che esalta al contempo la perfezione dei telai realizzati da Umberto Dei e le performance garantite dai pneumatici, che si era già affermato per innovazione e tenuta di strada su due e quattro ruote. A completare il messaggio è la figura del ciclista che richiama immediatamente le vittorie dello stesso Umberto Dei, famoso per aver battuto i grandi del ciclismo in sella alla sua bici, pur senza preparazione atletica. Un manifesto, insomma, che intreccia più livelli e più storie con pochi, essenziali e definiti tratti. Una caratteristica che, anche i grandi graphic designer degli anni Cinquanta o le grandi agenzie degli anni Novanta-Duemila, sapranno codificare e mantenere in uno stile unico, lo “Stile Pirelli”.


Il percorso artistico di Marcello Dudovich, pittore e illustratore attivo tra la fine dell’Ottocento e la prima metà del Novecento, ha seguito un itinerario non convenzionale. A sessant’anni dalla sua scomparsa, avvenuta il 31 marzo 1962, è ancora oggi considerato uno dei massimi esponenti della cartellonistica pubblicitaria italiana. Le sue opere rappresentano la migliore espressione dell’evoluzione storico-sociale dell’arte applicata all’industria, il miglior campo di sperimentazione di un’arte “di sintesi”, che con pochi ed essenziali tratti riesce nel comunicare una pluralità di significati.
Artigiani, fabbriche, industrie in espansione. I primi anni del Novecento sono gli anni delle due e quattro ruote, della velocità, dell’adrenalina, delle automobili, delle competizioni su pista e dei primi raid intercontinentali. Sono gli anni delle grandi industrie come FIAT, Alfa Romeo, Bugatti, Legnano e ovviamente Pirelli, e degli artisti chiamati a raccontare i prodotti inaugurando un nuovo ciclo nella comunicazione visiva d’impresa. Non è un caso che a Milano, la strada di Dudovich incroci molte di queste realtà.
Per la Pirelli realizza manifesti di pneumatici, ma anche di impermeabili, abbandonando l’influenza liberty a favore di un tratto più lineare, che esalta il marchio di fabbrica. Gli elementi testuali come lo slogan, il prodotto e i marchi, acquisiscono sempre maggiore rilevanza, a discapito della rappresentazione pura del prodotto. Come nel caso della recente acquisizione del nostro Archivio Storico: un manifesto pubblicitario degli anni Venti dedicato alla fornitura di pneumatici Pirelli per i cicli Dei, stampato dalla Litografia G. B. Virtuani & C., che esalta al contempo la perfezione dei telai realizzati da Umberto Dei e le performance garantite dai pneumatici, che si era già affermato per innovazione e tenuta di strada su due e quattro ruote. A completare il messaggio è la figura del ciclista che richiama immediatamente le vittorie dello stesso Umberto Dei, famoso per aver battuto i grandi del ciclismo in sella alla sua bici, pur senza preparazione atletica. Un manifesto, insomma, che intreccia più livelli e più storie con pochi, essenziali e definiti tratti. Una caratteristica che, anche i grandi graphic designer degli anni Cinquanta o le grandi agenzie degli anni Novanta-Duemila, sapranno codificare e mantenere in uno stile unico, lo “Stile Pirelli”.