Pirelli e la musica, quando arrivò a suonare John Cage…
C’è un solido rapporto, tra Pirelli e la grande musica. Oggi, i “concerti in fabbrica” a Settimo Torinese (quest’anno alla terza edizione, con l’esecuzione della Prima e della Settima Sinfonia di Beethoven) e con l’ospitalità per le prove dell’Orchestra da Camera Italiana diretta da Salvatore Accardo e per il sostegno all’Orchestra Verdi.
Ma, appena ieri, nel cuore degli anni Cinquanta di grandi innovazioni e trasformazioni culturali in Italia e in Europa, con il dialogo con un musicista d’avanguardia: John Cage. Personaggio straordinario, il musicista americano. Molti lo ricorderanno come autore del rivoluzionario brano 4’33” – il totale dei minuti di silenzio. Altri per aver partecipato a “Lascia o raddoppia?” di Mike Bongiorno come esperto di funghi. Altri ancora, per aver fatto scalpore con un concerto per caffettiere. Di certo è un personaggio che rompe il conformismo, innova, lascia il segno.
Siamo nel 1954 e John Cage, compositore e teorico musicale di Los Angeles, tra i più importanti protagonisti dell’avanguardia musicale e figura chiave del Ventesimo secolo, in Italia è ancora quasi del tutto sconosciuto. La sua musica è considerata dai più eccentrica e “scandalosa”. Nel corso della sua prima “tournée” europea è chiamato ad esibirsi al Centro Culturale Pirelli, uno dei luoghi più vivi ed interessanti della cultura cittadina di quegli anni. E’ la prima apparizione pubblica italiana del musicista statunitense. Una scelta “coraggiosa” da parte di Pirelli e di Gino Negri, allora curatore della programmazione musicale del Centro Culturale Pirelli, sollecitato dal compositore Luciano Berio. E’ il 5 novembre e nella sala della Brusada – sede del Centro prima del trasferimento nel 1960 al Grattacielo Pirelli – John Cage e l’inseparabile compagno di viaggio David Tudor si esibiscono in un “concerto per pianoforti preparati”. Viti, biglie, cucchiaini, pinze per biancheria, cannucce di bambù, ingranaggi di orologeria, e altri oggetti applicati sulle corde dei due pianoforti producono suoni dagli effetti timbrici completamente inediti. Ad introdurre il concerto il musicologo Riccardo Malpiero. Le musiche in programma sono di John Cage, Morton Feldmann, Cristian Wolff, Earle Brown. Il pubblico, “uno dei pubblici indiscutibilmente più preparati della città” rimane a bocca aperta: fioccano applausi e polemiche. Un evento musicale d’eccezione che apre le porte alla ricezione in Italia dell’esperienza cageiana.
C’è un solido rapporto, tra Pirelli e la grande musica. Oggi, i “concerti in fabbrica” a Settimo Torinese (quest’anno alla terza edizione, con l’esecuzione della Prima e della Settima Sinfonia di Beethoven) e con l’ospitalità per le prove dell’Orchestra da Camera Italiana diretta da Salvatore Accardo e per il sostegno all’Orchestra Verdi.
Ma, appena ieri, nel cuore degli anni Cinquanta di grandi innovazioni e trasformazioni culturali in Italia e in Europa, con il dialogo con un musicista d’avanguardia: John Cage. Personaggio straordinario, il musicista americano. Molti lo ricorderanno come autore del rivoluzionario brano 4’33” – il totale dei minuti di silenzio. Altri per aver partecipato a “Lascia o raddoppia?” di Mike Bongiorno come esperto di funghi. Altri ancora, per aver fatto scalpore con un concerto per caffettiere. Di certo è un personaggio che rompe il conformismo, innova, lascia il segno.
Siamo nel 1954 e John Cage, compositore e teorico musicale di Los Angeles, tra i più importanti protagonisti dell’avanguardia musicale e figura chiave del Ventesimo secolo, in Italia è ancora quasi del tutto sconosciuto. La sua musica è considerata dai più eccentrica e “scandalosa”. Nel corso della sua prima “tournée” europea è chiamato ad esibirsi al Centro Culturale Pirelli, uno dei luoghi più vivi ed interessanti della cultura cittadina di quegli anni. E’ la prima apparizione pubblica italiana del musicista statunitense. Una scelta “coraggiosa” da parte di Pirelli e di Gino Negri, allora curatore della programmazione musicale del Centro Culturale Pirelli, sollecitato dal compositore Luciano Berio. E’ il 5 novembre e nella sala della Brusada – sede del Centro prima del trasferimento nel 1960 al Grattacielo Pirelli – John Cage e l’inseparabile compagno di viaggio David Tudor si esibiscono in un “concerto per pianoforti preparati”. Viti, biglie, cucchiaini, pinze per biancheria, cannucce di bambù, ingranaggi di orologeria, e altri oggetti applicati sulle corde dei due pianoforti producono suoni dagli effetti timbrici completamente inediti. Ad introdurre il concerto il musicologo Riccardo Malpiero. Le musiche in programma sono di John Cage, Morton Feldmann, Cristian Wolff, Earle Brown. Il pubblico, “uno dei pubblici indiscutibilmente più preparati della città” rimane a bocca aperta: fioccano applausi e polemiche. Un evento musicale d’eccezione che apre le porte alla ricezione in Italia dell’esperienza cageiana.