Pirelli e la Vela, un lungo viaggio per mare
Il varo a Cagliari, il 2 ottobre 2019, del rivoluzionario monoscafo full-foiling AC75 ha dato ufficialmente il via alla partecipazione alla 36^ America’s Cup del team Luna Rossa Prada Pirelli. Già quando il progetto di partnership tra Pirelli e Prada fu annunciato, nell’agosto 2018, il Vice Presidente Esecutivo e Ceo di Pirelli Marco Tronchetti Provera aveva dichiarato che “Pirelli ha scelto di far parte di questo progetto perché rappresenta una sfida, sportiva e tecnologica, capace di portare l’Italia e il brand Pirelli in tutto il mondo. La Coppa America, come nei motori la Formula 1, è il trofeo velico più prestigioso, con una grande storia e tradizione”.
Quello tra Pirelli e la Vela è un lungo viaggio che parte da lontano: lo conferma anche la Rivista Pirelli, il periodico che tra gli anni Quaranta e Settanta portò all’attenzione del pubblico temi e argomenti di grande attualità. Lo sport in primo piano, naturalmente. E un posto privilegiato per lo sport visto con “occhi Pirelli” lo ha proprio la vela. Il velista Beppe Croce – che sarebbe poi stato nominato presidente dello Yacht Club Italiano – già nel 1954 scrive per la Rivista l’articolo “Non occorrono milioni per fare della vela”, vero e proprio via libera per una disciplina sportiva ancora troppo sconosciuta a quei tempi. Successivi interventi come “Yachts in altomare” di Bruno Vivarello nel 1960 sulle regate d’altura americane e “Ore 9 lezione di vela” di Rodolfo Facchini nel 1967 sul Centro Velico di Caprera sono ulteriori tributi allo sport del “mare silenzioso”.
Sfida sportiva, la vela. Ma anche sfida tecnologica. E l’impegno di Pirelli negli sport marittimi è una realtà consolidata fin dai primi anni Cinquanta, quando l’Azienda Seregno comincia a produrre battelli pneumatici, mentre l’Azienda Monza realizza scafi in vetroresina. Tra i gommoni Nautilus e Laros e i leggeri fuoribordo Alce e Giaguaro, Pirelli scrive negli anni una lunga storia di mare. E anche di vela, ancora una volta. E’ del 1970 l’impresa del Celeusta, un grande battello pneumatico Laros 80 che, condotto da Mario Valli, attraversa a vela l’Oceano Pacifico dal Perù alla Polinesia Francese. Intanto, le barche in kelesite prodotte per Pirelli dai Cantieri Celli di Venezia mettono in mare tutta la capacità della P Lunga di fare innovazione nel campo delle materie plastiche.
Il nuovo millennio ha visto Pirelli ancora impegnata con mare e vela: le Regate di Santa Margherita Ligure che hanno visto il lancio della tecnologica linea di battelli pneumatici P Zero ne sono un esempio.
E oggi l’avventura continua con Luna Rossa, e con la Coppa America.
Il varo a Cagliari, il 2 ottobre 2019, del rivoluzionario monoscafo full-foiling AC75 ha dato ufficialmente il via alla partecipazione alla 36^ America’s Cup del team Luna Rossa Prada Pirelli. Già quando il progetto di partnership tra Pirelli e Prada fu annunciato, nell’agosto 2018, il Vice Presidente Esecutivo e Ceo di Pirelli Marco Tronchetti Provera aveva dichiarato che “Pirelli ha scelto di far parte di questo progetto perché rappresenta una sfida, sportiva e tecnologica, capace di portare l’Italia e il brand Pirelli in tutto il mondo. La Coppa America, come nei motori la Formula 1, è il trofeo velico più prestigioso, con una grande storia e tradizione”.
Quello tra Pirelli e la Vela è un lungo viaggio che parte da lontano: lo conferma anche la Rivista Pirelli, il periodico che tra gli anni Quaranta e Settanta portò all’attenzione del pubblico temi e argomenti di grande attualità. Lo sport in primo piano, naturalmente. E un posto privilegiato per lo sport visto con “occhi Pirelli” lo ha proprio la vela. Il velista Beppe Croce – che sarebbe poi stato nominato presidente dello Yacht Club Italiano – già nel 1954 scrive per la Rivista l’articolo “Non occorrono milioni per fare della vela”, vero e proprio via libera per una disciplina sportiva ancora troppo sconosciuta a quei tempi. Successivi interventi come “Yachts in altomare” di Bruno Vivarello nel 1960 sulle regate d’altura americane e “Ore 9 lezione di vela” di Rodolfo Facchini nel 1967 sul Centro Velico di Caprera sono ulteriori tributi allo sport del “mare silenzioso”.
Sfida sportiva, la vela. Ma anche sfida tecnologica. E l’impegno di Pirelli negli sport marittimi è una realtà consolidata fin dai primi anni Cinquanta, quando l’Azienda Seregno comincia a produrre battelli pneumatici, mentre l’Azienda Monza realizza scafi in vetroresina. Tra i gommoni Nautilus e Laros e i leggeri fuoribordo Alce e Giaguaro, Pirelli scrive negli anni una lunga storia di mare. E anche di vela, ancora una volta. E’ del 1970 l’impresa del Celeusta, un grande battello pneumatico Laros 80 che, condotto da Mario Valli, attraversa a vela l’Oceano Pacifico dal Perù alla Polinesia Francese. Intanto, le barche in kelesite prodotte per Pirelli dai Cantieri Celli di Venezia mettono in mare tutta la capacità della P Lunga di fare innovazione nel campo delle materie plastiche.
Il nuovo millennio ha visto Pirelli ancora impegnata con mare e vela: le Regate di Santa Margherita Ligure che hanno visto il lancio della tecnologica linea di battelli pneumatici P Zero ne sono un esempio.
E oggi l’avventura continua con Luna Rossa, e con la Coppa America.