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Pirelli e l’evoluzione dell’estetica femminile

Nel dicembre 1962 esce il primo numero di “Vado e Torno”, mensile per gli autotrasportatori, ideato e diretto, fino al 1968, da Arrigo Castellani, a capo della Propaganda Pirelli. Per tutti gli anni Sessanta le copertine di “Vado e Torno” sono dedicate a bellissime attrici del cinema italiano e internazionale. Dive già affermate o attrici ancora in erba, i loro primi piani a tutta pagina sulle copertine, e i servizi fotografici che seguono nelle pagine interne, ripercorrono la storia del grande cinema italiano: dal Gattopardo interpretato da Claudia Cardinale (sulla copertina del primo numero), ai film di Vittorio De Sica con Sofia Loren (in copertina nel 1963, in occasione dell’uscita di Ieri, oggi, domani, nel 1964 per Matrimonio all’italiana e nel 1966 per C’era una volta di Rosi) al cinema di Antonioni interpretato da Monica Vitti (Deserto Rosso, 1963), a Pasquale Festa Campanile (che dirige Catherine Deneuve nel 1964 in Cuore in gola e Virna Lisi nel 1965 in Una vergine per il principe). E ancora Catherine Spaak, Ursula Andress, Raquel Welch.

È la nuova estetica degli anni Sessanta quella che si afferma sulle copertine di “Vado e Torno” come sulle pagine del calendario Pirelli, nato negli stessi anni (1964) in Inghilterra e pervaso dallo spirito della “swinging London”. Immagini eleganti, naturali, mai provocanti, che esprimono una grande ma semplice bellezza: quella semplicità che-  scrive Edmondo Berselli nel libro Calendario Pirelli 1964-2007 – raggiunse la sua apoteosi estetica in Blow up di Michelangelo Antonioni.

Nei suoi primi quindici anni di vita “Vado e Torno” ricalca inizialmente la formula della ben più celebre “Pirelli. Rivista di informazione e di tecnica”, che pure è diretta da Castellani: temi di carattere “tecnico” e specialistico, legati all’autotrasporto e alla mobilità, erano trattati insieme a temi di cultura generale e di “varietà”, con il contributo di noti giornalisti e scrittori: sport (con contributi di Gianni Brera e Bruno Raschi), cinema (con articoli di Tullio Kezich), televisione, musica, “costume” (Natalia Aspesi, Corrado Minicucci). Diverse sono le firme che appaiono negli stessi anni anche sulla rivista “Pirelli”, come quelle di Giuseppe Gozzini e Luca Goldoni – che scrivono di luoghi storici e antiche strade – o ancora quella di Giovanni Canestrini che realizza un reportage su una traversata africana in autocarro. Presente anche la letteratura, con racconti gialli o di fantascienza scritti appositamente per la testata da interessanti autori, come Emio Donaggio, pioniere della science fiction italiana o Franco Enna, pseudonimo di Francesco Cannarozzo, prolifico autore di gialli ambientati in Sicilia, definito il “Simenon italiano”. E ancora, le vignette satiriche, firmate da meastri dell’illustrazione umoristica quali Riccardo Manzi, Antonio Botter, Giorgio Cavallo, Jacovitti.

Col volgere del decennio Sessanta, l’estetica delle copertine di “Vado e Torno” cambia notevolmente: i ritratti delle attrici lasciano il posto a modelle ammiccanti fotografate accanto ad autoveicoli. Un cambiamento che si ritrova anche nei contenuti della rivista: scompaiono progressivamente gli articoli di attualità, spettacolo, cultura lasciando spazio solo a rubriche di tipo tecnico.

Nel dicembre 1962 esce il primo numero di “Vado e Torno”, mensile per gli autotrasportatori, ideato e diretto, fino al 1968, da Arrigo Castellani, a capo della Propaganda Pirelli. Per tutti gli anni Sessanta le copertine di “Vado e Torno” sono dedicate a bellissime attrici del cinema italiano e internazionale. Dive già affermate o attrici ancora in erba, i loro primi piani a tutta pagina sulle copertine, e i servizi fotografici che seguono nelle pagine interne, ripercorrono la storia del grande cinema italiano: dal Gattopardo interpretato da Claudia Cardinale (sulla copertina del primo numero), ai film di Vittorio De Sica con Sofia Loren (in copertina nel 1963, in occasione dell’uscita di Ieri, oggi, domani, nel 1964 per Matrimonio all’italiana e nel 1966 per C’era una volta di Rosi) al cinema di Antonioni interpretato da Monica Vitti (Deserto Rosso, 1963), a Pasquale Festa Campanile (che dirige Catherine Deneuve nel 1964 in Cuore in gola e Virna Lisi nel 1965 in Una vergine per il principe). E ancora Catherine Spaak, Ursula Andress, Raquel Welch.

È la nuova estetica degli anni Sessanta quella che si afferma sulle copertine di “Vado e Torno” come sulle pagine del calendario Pirelli, nato negli stessi anni (1964) in Inghilterra e pervaso dallo spirito della “swinging London”. Immagini eleganti, naturali, mai provocanti, che esprimono una grande ma semplice bellezza: quella semplicità che-  scrive Edmondo Berselli nel libro Calendario Pirelli 1964-2007 – raggiunse la sua apoteosi estetica in Blow up di Michelangelo Antonioni.

Nei suoi primi quindici anni di vita “Vado e Torno” ricalca inizialmente la formula della ben più celebre “Pirelli. Rivista di informazione e di tecnica”, che pure è diretta da Castellani: temi di carattere “tecnico” e specialistico, legati all’autotrasporto e alla mobilità, erano trattati insieme a temi di cultura generale e di “varietà”, con il contributo di noti giornalisti e scrittori: sport (con contributi di Gianni Brera e Bruno Raschi), cinema (con articoli di Tullio Kezich), televisione, musica, “costume” (Natalia Aspesi, Corrado Minicucci). Diverse sono le firme che appaiono negli stessi anni anche sulla rivista “Pirelli”, come quelle di Giuseppe Gozzini e Luca Goldoni – che scrivono di luoghi storici e antiche strade – o ancora quella di Giovanni Canestrini che realizza un reportage su una traversata africana in autocarro. Presente anche la letteratura, con racconti gialli o di fantascienza scritti appositamente per la testata da interessanti autori, come Emio Donaggio, pioniere della science fiction italiana o Franco Enna, pseudonimo di Francesco Cannarozzo, prolifico autore di gialli ambientati in Sicilia, definito il “Simenon italiano”. E ancora, le vignette satiriche, firmate da meastri dell’illustrazione umoristica quali Riccardo Manzi, Antonio Botter, Giorgio Cavallo, Jacovitti.

Col volgere del decennio Sessanta, l’estetica delle copertine di “Vado e Torno” cambia notevolmente: i ritratti delle attrici lasciano il posto a modelle ammiccanti fotografate accanto ad autoveicoli. Un cambiamento che si ritrova anche nei contenuti della rivista: scompaiono progressivamente gli articoli di attualità, spettacolo, cultura lasciando spazio solo a rubriche di tipo tecnico.

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