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Pirelli, un’italiana nel mondo: l’Argentina

In questi giorni si è concretata la partecipazione di un gruppo italiano alla costituzione di una società argentina, di cui ella avrà già forse visto l’annuncio…

Sono le prime righe di una lettera, inviata presso il numero 188 di Calle Esmeralda a Buenos Aires, che Alberto Pirelli scrive a Mauro Herlitzka, ingegnere. Copia della lettera, spedita in Argentina con il vapore “Indiana” del Lloyd Italiano, è conservata nell’Archivio di Fondazione Pirelli e dice molto sull’attenzione che oltre cento anni fa Pirelli aveva già per questo paese. È il 9 novembre 1911, Pirelli aggiorna il suo uomo di fiducia sugli sviluppi della società per la produzione e distribuzione di energia elettrica “Italo-Argentina”. Un passaggio che segna l’interesse dell’azienda all’espansione oltreoceano e su più fronti. A partire proprio dall’Argentina, ma non solo.
Gomma, prima di tutto, nelle sue varie declinazioni. Pneumatici ma anche, e prima ancora, cavi telegrafici ed elettrici. Tutto inizia con i collegamenti realizzati dagli anni Ottanta dell’Ottocento tra le isole italiane, poi si passa a quelli stesi sul fondo del Mar Rosso e poi dell’Atlantico, con i collegamenti, appunto, con il Sud America.
Pirelli arriva in Argentina nel 1898 con un agente commerciale. Il passo successivo è la partecipazione, nel 1910, all’Esposizione Internazionale di Buenos Aires che prelude all’apertura di una filiale commerciale con sede nella capitale, in calle Esmeralda 940. La lettera di Alberto Pirelli a Mauro Herlitzka è di un anno dopo e, come si capisce leggendola, gli interessi dell’azienda si sono già estesi ben oltre la gomma.

Nel 1917 un altro passo: la casa madre dà vita alla Pirelli S.A. Platense che produce cavi elettrici e che avvia un’epoca di successive espansioni in Argentina. Nel 1919, alla periferia della capitale, viene costruito un nuovo stabilimento; nel 1921 l’acquisizione di una fabbrica già funzionante nella calle Costa Rica permette di incrementare e diversificare la gamma di prodotti Pirelli in gomma, poi realizzati a partire dal 1930 nello stabilimento “La Rosa” nel quartiere “portegno” di Mataderos. Breve sosta di poco più di un decennio e, nel 1948, Pirelli crea la Industrias Pirelli SAIC, a cui viene affidata la produzione di cavi, articoli in gomma e pneumatici. Ma l’espansione non si ferma ancora: nel 1950, la produzione di pneumatici passa nello stabilimento di Merlo creato dopo un accordo paritario con la US Rubber Company per la costituzione della COPLAN (Compañia Platense de Neumaticos), che dopo alcuni anni verrà interamente acquisita da Pirelli e che è ancora oggi in produzione.

Tutto avviene con la consueta attenzione alla qualità, anche dal punto di vista della comunicazione e di quello che, oggi, viene identificato come welfare. Ne è testimonianza Paginas Pirelli, la rivista mensile che dal 1955 e fino al 1975 ha avuto l’obiettivo di divulgare la cultura d’impresa della casa madre insieme alle notizie sull’attività degli stabilimenti e degli stessi dipendenti. In Paginas, quindi, oltre alle informazioni produttive, ci sono ad esempio quelle relative alle attività sportive del Centro social y deportivo, così come le notizie legate alla vita familiare dei dipendenti. All’interno della rivista oppure in copertina spiccano le foto scattate dai dipendenti nell’ambito dei concorsi fotografici che la rivista periodicamente lancia. Nel tempo, poi, vengono pubblicati articoli culturali alternati ad altri aziendali, cambiano il formato e la carta; compaiono anche i nomi del comitato di redazione.
Argentina e Pirelli: una storia lunga un secolo e più, e un racconto che continua anche oggi. Nel 2021 Pirelli ha celebrato i 111 anni di presenza nel Paese con l’inaugurazione di un nuovo reparto di produzione di pneumatici per moto e con un importante nuovo investimento economico. Un passo significativo che in un anno ha fatto crescere di 300 unità i dipendenti, che sono oggi circa 1.400. Aveva ragione Alberto Pirelli a scrivere già nel 1911 “confidiamo di avere agito bene”.

In questi giorni si è concretata la partecipazione di un gruppo italiano alla costituzione di una società argentina, di cui ella avrà già forse visto l’annuncio…

Sono le prime righe di una lettera, inviata presso il numero 188 di Calle Esmeralda a Buenos Aires, che Alberto Pirelli scrive a Mauro Herlitzka, ingegnere. Copia della lettera, spedita in Argentina con il vapore “Indiana” del Lloyd Italiano, è conservata nell’Archivio di Fondazione Pirelli e dice molto sull’attenzione che oltre cento anni fa Pirelli aveva già per questo paese. È il 9 novembre 1911, Pirelli aggiorna il suo uomo di fiducia sugli sviluppi della società per la produzione e distribuzione di energia elettrica “Italo-Argentina”. Un passaggio che segna l’interesse dell’azienda all’espansione oltreoceano e su più fronti. A partire proprio dall’Argentina, ma non solo.
Gomma, prima di tutto, nelle sue varie declinazioni. Pneumatici ma anche, e prima ancora, cavi telegrafici ed elettrici. Tutto inizia con i collegamenti realizzati dagli anni Ottanta dell’Ottocento tra le isole italiane, poi si passa a quelli stesi sul fondo del Mar Rosso e poi dell’Atlantico, con i collegamenti, appunto, con il Sud America.
Pirelli arriva in Argentina nel 1898 con un agente commerciale. Il passo successivo è la partecipazione, nel 1910, all’Esposizione Internazionale di Buenos Aires che prelude all’apertura di una filiale commerciale con sede nella capitale, in calle Esmeralda 940. La lettera di Alberto Pirelli a Mauro Herlitzka è di un anno dopo e, come si capisce leggendola, gli interessi dell’azienda si sono già estesi ben oltre la gomma.

Nel 1917 un altro passo: la casa madre dà vita alla Pirelli S.A. Platense che produce cavi elettrici e che avvia un’epoca di successive espansioni in Argentina. Nel 1919, alla periferia della capitale, viene costruito un nuovo stabilimento; nel 1921 l’acquisizione di una fabbrica già funzionante nella calle Costa Rica permette di incrementare e diversificare la gamma di prodotti Pirelli in gomma, poi realizzati a partire dal 1930 nello stabilimento “La Rosa” nel quartiere “portegno” di Mataderos. Breve sosta di poco più di un decennio e, nel 1948, Pirelli crea la Industrias Pirelli SAIC, a cui viene affidata la produzione di cavi, articoli in gomma e pneumatici. Ma l’espansione non si ferma ancora: nel 1950, la produzione di pneumatici passa nello stabilimento di Merlo creato dopo un accordo paritario con la US Rubber Company per la costituzione della COPLAN (Compañia Platense de Neumaticos), che dopo alcuni anni verrà interamente acquisita da Pirelli e che è ancora oggi in produzione.

Tutto avviene con la consueta attenzione alla qualità, anche dal punto di vista della comunicazione e di quello che, oggi, viene identificato come welfare. Ne è testimonianza Paginas Pirelli, la rivista mensile che dal 1955 e fino al 1975 ha avuto l’obiettivo di divulgare la cultura d’impresa della casa madre insieme alle notizie sull’attività degli stabilimenti e degli stessi dipendenti. In Paginas, quindi, oltre alle informazioni produttive, ci sono ad esempio quelle relative alle attività sportive del Centro social y deportivo, così come le notizie legate alla vita familiare dei dipendenti. All’interno della rivista oppure in copertina spiccano le foto scattate dai dipendenti nell’ambito dei concorsi fotografici che la rivista periodicamente lancia. Nel tempo, poi, vengono pubblicati articoli culturali alternati ad altri aziendali, cambiano il formato e la carta; compaiono anche i nomi del comitato di redazione.
Argentina e Pirelli: una storia lunga un secolo e più, e un racconto che continua anche oggi. Nel 2021 Pirelli ha celebrato i 111 anni di presenza nel Paese con l’inaugurazione di un nuovo reparto di produzione di pneumatici per moto e con un importante nuovo investimento economico. Un passo significativo che in un anno ha fatto crescere di 300 unità i dipendenti, che sono oggi circa 1.400. Aveva ragione Alberto Pirelli a scrivere già nel 1911 “confidiamo di avere agito bene”.

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