Tutti al mare! Le vacanze degli italiani sulla rivista “Pirelli”
Vacanze estive. Parola che irrompe nell’Italia del Dopoguerra, a scandire il passaggio verso una nuova era di benessere e di “tempo liberato”. Prima si chiamava “villeggiatura”e portava alla mente il buen ritiro degli intellettuali e la casa vacanze di famiglia. Ora tutto è cambiato: in vacanza ci si va per due settimane, caricando la Seicento e via verso la pensione familiare “tutto completo”. La rivista “Pirelli”, che nasce alla fine del 1948, non poteva non riservare uno sguardo sempre attento e puntuale al fenomeno delle vacanze estive degli Italiani: ne seguirà l’evoluzione passo passo, dalla famiglia sull’utilitaria fino allo zaino in spalla degli anni Settanta.
Questa rubrica “Storia e storie dal mondo Pirelli” aveva tempo fa accennato al racconto Vacanze in Versilia di Eugenio Montale, sulla rivista n° 4 del 1949: il divertitente reportage del grande poeta alla prese con il crescente turismo popolare sembra il paradigma di questo passaggio epocale. Come è nello spirito precursore della Rivista, ben presto inizia sul magazine l’analisi critica del fenomeno: Turismo vena d’oro, di Ignazio Scurto (n° 4 del 1950), apre il dibattito sull’inadeguatezza delle strutture ricettive italiane di fronte al crescere della richiesta di consumo turistico. Gli italiani hanno cominciato a muoversi, e hanno voglia di “conoscere l’Italia per riconoscere se stessi”: lo si afferma in Conoscere il nostro paese e conoscersi, articolo a firma “G.P.” pubblicato sulla rivista n° 3 del 1951. Irrompono parole nuove. Una di queste è “motel“, che sta per motor-hotel ed è tanto diffuso in America quanto ancora sconosciuto in Italia; delle strutture alberghiere che facilitano il turismo itinerante su quattro ruote -e di come da noi si chiamino all’inizio pionieristicamente “Jolly Hotels”– parla Franco Vegliani sul n° 4 del 1953. Altro ribaltamento in chiave modernista di un antico mito: il campeggio. Un tempo disciplina per pochi arditi, armati di piccozza e scarponi, ora è libertà di montare la propria “casetta di tela” in riva al mare e poter stare in costume da bagno da mattina a sera: Turismo in libertà di Giovanni Mira, sempre sul n° 4 del 1953, ne è la lampante conferma. L’Italia si accorcia, d’estate. Le isole che – nel lungo e appassionato articolo di Bartolo Cattafi sul n° 3 del 1955 – apparivano così lontane, disperse nel Mediterraneo, ora sono a portata di una vacanza estiva in auto: Egadi, Eolie, Lipari, Marettimo… E allora perchè non andare in campeggio a Palinuro, come suggerisce sulla rivista n° 3 del 1956 Andrea Giovene, o a mangiare l’aragosta a Ponza su invito di Franco Fellini (pseudonimo di Giovanni Pirelli), che scrive sullo stesso numero del magazine? Nel frattempo sta cambiando il “costume” anche in senso letterale: complice il filato Pirelli Lastex, l’articolo Donne al mare di Gianna Manzini – sempre estate 1956 – è un inno alla vacanza in “pieno sole” e alla futura rivoluzione femminile.
La parola “vacanze” lascia il posto alla più aziendalista “ferie” nell’articolo Turismo minore in un paese del sud di Antonio Terzi, sulla rivista n° 5 del 1956. Le prime due settimane d’agosto rischiano di diventare una fonte di stress: i primi dubbi li esprime Silvio Magrini in un articolo del 1959. Profezia? Forse: lo conferma Giovanni Arpino in Come riempiremo il tempo vuoto? nel n° 6 dello stesso anno.
Chiudiamo questo breve panorama sulle vacanze degli italiani viste da Pirelli con il gioioso, colorato e appassionato articolo Un guscio per l’estate, scritto da Fausto Malcovati per le fotografie di Rodolfo Facchini e Fulvio Roiter sul n° 9 del 1968. I “gusci” sono i “bungalows” -parola antiquatissima- progettati dall’architetto Roberto Menghi per il villaggio Touring della Maddalena, in Sardegna. Le barche solcano il mare dorato di Caprera, mentre la comitiva a dorso di mulo attraversa la spiaggia di Cala del Cefalo, a Marina di Camerota. Le ragazze sugli scogli ricordano le protagoniste del celebre Calendario Pirelli, nel 1968.
Vacanze estive. Parola che irrompe nell’Italia del Dopoguerra, a scandire il passaggio verso una nuova era di benessere e di “tempo liberato”. Prima si chiamava “villeggiatura”e portava alla mente il buen ritiro degli intellettuali e la casa vacanze di famiglia. Ora tutto è cambiato: in vacanza ci si va per due settimane, caricando la Seicento e via verso la pensione familiare “tutto completo”. La rivista “Pirelli”, che nasce alla fine del 1948, non poteva non riservare uno sguardo sempre attento e puntuale al fenomeno delle vacanze estive degli Italiani: ne seguirà l’evoluzione passo passo, dalla famiglia sull’utilitaria fino allo zaino in spalla degli anni Settanta.
Questa rubrica “Storia e storie dal mondo Pirelli” aveva tempo fa accennato al racconto Vacanze in Versilia di Eugenio Montale, sulla rivista n° 4 del 1949: il divertitente reportage del grande poeta alla prese con il crescente turismo popolare sembra il paradigma di questo passaggio epocale. Come è nello spirito precursore della Rivista, ben presto inizia sul magazine l’analisi critica del fenomeno: Turismo vena d’oro, di Ignazio Scurto (n° 4 del 1950), apre il dibattito sull’inadeguatezza delle strutture ricettive italiane di fronte al crescere della richiesta di consumo turistico. Gli italiani hanno cominciato a muoversi, e hanno voglia di “conoscere l’Italia per riconoscere se stessi”: lo si afferma in Conoscere il nostro paese e conoscersi, articolo a firma “G.P.” pubblicato sulla rivista n° 3 del 1951. Irrompono parole nuove. Una di queste è “motel“, che sta per motor-hotel ed è tanto diffuso in America quanto ancora sconosciuto in Italia; delle strutture alberghiere che facilitano il turismo itinerante su quattro ruote -e di come da noi si chiamino all’inizio pionieristicamente “Jolly Hotels”– parla Franco Vegliani sul n° 4 del 1953. Altro ribaltamento in chiave modernista di un antico mito: il campeggio. Un tempo disciplina per pochi arditi, armati di piccozza e scarponi, ora è libertà di montare la propria “casetta di tela” in riva al mare e poter stare in costume da bagno da mattina a sera: Turismo in libertà di Giovanni Mira, sempre sul n° 4 del 1953, ne è la lampante conferma. L’Italia si accorcia, d’estate. Le isole che – nel lungo e appassionato articolo di Bartolo Cattafi sul n° 3 del 1955 – apparivano così lontane, disperse nel Mediterraneo, ora sono a portata di una vacanza estiva in auto: Egadi, Eolie, Lipari, Marettimo… E allora perchè non andare in campeggio a Palinuro, come suggerisce sulla rivista n° 3 del 1956 Andrea Giovene, o a mangiare l’aragosta a Ponza su invito di Franco Fellini (pseudonimo di Giovanni Pirelli), che scrive sullo stesso numero del magazine? Nel frattempo sta cambiando il “costume” anche in senso letterale: complice il filato Pirelli Lastex, l’articolo Donne al mare di Gianna Manzini – sempre estate 1956 – è un inno alla vacanza in “pieno sole” e alla futura rivoluzione femminile.
La parola “vacanze” lascia il posto alla più aziendalista “ferie” nell’articolo Turismo minore in un paese del sud di Antonio Terzi, sulla rivista n° 5 del 1956. Le prime due settimane d’agosto rischiano di diventare una fonte di stress: i primi dubbi li esprime Silvio Magrini in un articolo del 1959. Profezia? Forse: lo conferma Giovanni Arpino in Come riempiremo il tempo vuoto? nel n° 6 dello stesso anno.
Chiudiamo questo breve panorama sulle vacanze degli italiani viste da Pirelli con il gioioso, colorato e appassionato articolo Un guscio per l’estate, scritto da Fausto Malcovati per le fotografie di Rodolfo Facchini e Fulvio Roiter sul n° 9 del 1968. I “gusci” sono i “bungalows” -parola antiquatissima- progettati dall’architetto Roberto Menghi per il villaggio Touring della Maddalena, in Sardegna. Le barche solcano il mare dorato di Caprera, mentre la comitiva a dorso di mulo attraversa la spiaggia di Cala del Cefalo, a Marina di Camerota. Le ragazze sugli scogli ricordano le protagoniste del celebre Calendario Pirelli, nel 1968.