Un circuito con la P lunga
nel tempio della velocità
È il 1938 quando viene messo in cantiere un programma di ammodernamento dell’Autodromo di Monza che prevede il rifacimento del manto stradale, la costruzione di una nuova parte del circuito e di una grande tribuna. In questa occasione viene realizzato quello che è ancora oggi noto come “circuito Pirelli”. Poco si sa di questo circuito, che compare per la prima volta proprio nella pianta del nuovo tracciato dell’Autodromo in quell’anno. Non risulta che fosse utilizzato per le competizioni e molto probabilmente viene realizzato, in collaborazione con Pirelli, come pista prove per testare i pneumatici. A sostenere questa ipotesi la composizione del circuito, con due rettilinei raccordati da due “curvette” di raggio differente e il diverso manto stradale, in parte in asfalto e in parte in porfido.
Lo scoppio della guerra porta alla sospensione delle attività dell’Autodromo di Monza fino al 1948 e a partire dagli anni Cinquanta si susseguono diverse modifiche nel tracciato. Oggi il circuito Pirelli resta ancora riconoscibile nei rettilinei e nella curva Nord – parzialmente asfaltata – dove è ancora visibile una parte del rivestimento in porfido, e rappresenta un’importante testimonianza della storia dell’Autodromo e delle attività di testing di Pirelli. A partire dal 1963 le prove su pista dei pneumatici Pirelli in Italia vengono trasferite sulla pista di Lainate, e successivamente, dal 1969, in quella di Vizzola Ticino. Realizzata appositamente per la sperimentazione e provvista di tutte le più moderne attrezzature e tecnologie, la pista di Vizzola è ancora oggi un punto di eccellenza della sperimentazione outdoor dei pneumatici Pirelli: una pista con la “P lunga”, proprio come il circuito nato negli anni Trenta a Monza, nel tempio della velocità.
È il 1938 quando viene messo in cantiere un programma di ammodernamento dell’Autodromo di Monza che prevede il rifacimento del manto stradale, la costruzione di una nuova parte del circuito e di una grande tribuna. In questa occasione viene realizzato quello che è ancora oggi noto come “circuito Pirelli”. Poco si sa di questo circuito, che compare per la prima volta proprio nella pianta del nuovo tracciato dell’Autodromo in quell’anno. Non risulta che fosse utilizzato per le competizioni e molto probabilmente viene realizzato, in collaborazione con Pirelli, come pista prove per testare i pneumatici. A sostenere questa ipotesi la composizione del circuito, con due rettilinei raccordati da due “curvette” di raggio differente e il diverso manto stradale, in parte in asfalto e in parte in porfido.
Lo scoppio della guerra porta alla sospensione delle attività dell’Autodromo di Monza fino al 1948 e a partire dagli anni Cinquanta si susseguono diverse modifiche nel tracciato. Oggi il circuito Pirelli resta ancora riconoscibile nei rettilinei e nella curva Nord – parzialmente asfaltata – dove è ancora visibile una parte del rivestimento in porfido, e rappresenta un’importante testimonianza della storia dell’Autodromo e delle attività di testing di Pirelli. A partire dal 1963 le prove su pista dei pneumatici Pirelli in Italia vengono trasferite sulla pista di Lainate, e successivamente, dal 1969, in quella di Vizzola Ticino. Realizzata appositamente per la sperimentazione e provvista di tutte le più moderne attrezzature e tecnologie, la pista di Vizzola è ancora oggi un punto di eccellenza della sperimentazione outdoor dei pneumatici Pirelli: una pista con la “P lunga”, proprio come il circuito nato negli anni Trenta a Monza, nel tempio della velocità.