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Un futuro a cinque punte

Nel 1932 Pirelli avvia un’intera gamma dedicata ai pneumatici da corsa: i Supersport. Il capostipite? Proprio lo Stella Bianca, con il disegno battistrada del modello per uso stradale a cui si aggiunge, per distinguerlo, una piccola stella bianca apposta sul lato del pneumatico che indica lo Stella Bianca Corsa. È lo stesso modello che monta Giuseppe Farina sulla sua Alfa Romeo, nel 1950 a Silverstone, quando debutta il primo Campionato del Mondo di Formula Uno. Protagonista indiscusso fino agli anni Cinquanta, lo Stella Bianca si aggiudica numerose e importanti vittorie al fianco di Ferrari e Maserati, dominando le competizioni automobilistiche mondiali. Vetture firmate Quadrifoglio, Enzo Ferrari e Tazio Nuvolari diventano un mix insuperabile. E, naturalmente, gli Stella Bianca “ai piedi”. Cambiano i pneumatici e il corpo delle vetture viene costantemente innovato ma, a oggi, Alfa Romeo-Pirelli rimane l’unica combinazione presente in pista fin dagli esordi. Negli anni Sessanta, lo Stella Bianca – il pneumatico delle vittorie – lascerà campo libero allo Stelvio, che sin da subito si assicurerà il soprannome di “pneumatico dei record”. Prima, però, un’ultima conquista per le cinque punte bianche: il Gran Premio d’Italia sul Circuito di Monza da parte di Alberto Ascari alla guida della Ferrari 500.

Saremmo propensi a pensare che la vita di questo pneumatico, come molti altri prima e dopo di lui, sia giunta alla fine. E invece no. Su stimolo dei costruttori Ferrari, dal 2018, lo Stella Bianca è tornato in pista. Un modello nuovo, esteticamente uguale all’originale, ma al cui interno si muovono le più avanzate tecnologie sviluppate dal gruppo di Ricerca e Sviluppo della P Lunga. Dopo anni di radiali, Pirelli Collezione riporta sul mercato la tradizionale struttura a tele incrociate ricordando la simbiosi che da sempre lega i prodotti da strada ai pneumatici pensati per i circuiti di tutto il mondo. Un viaggio particolare, quello dello Stella Bianca: dalla pista, alla strada, e poi ancora in pista. Una storia da continuare a scrivere.

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Nel 1932 Pirelli avvia un’intera gamma dedicata ai pneumatici da corsa: i Supersport. Il capostipite? Proprio lo Stella Bianca, con il disegno battistrada del modello per uso stradale a cui si aggiunge, per distinguerlo, una piccola stella bianca apposta sul lato del pneumatico che indica lo Stella Bianca Corsa. È lo stesso modello che monta Giuseppe Farina sulla sua Alfa Romeo, nel 1950 a Silverstone, quando debutta il primo Campionato del Mondo di Formula Uno. Protagonista indiscusso fino agli anni Cinquanta, lo Stella Bianca si aggiudica numerose e importanti vittorie al fianco di Ferrari e Maserati, dominando le competizioni automobilistiche mondiali. Vetture firmate Quadrifoglio, Enzo Ferrari e Tazio Nuvolari diventano un mix insuperabile. E, naturalmente, gli Stella Bianca “ai piedi”. Cambiano i pneumatici e il corpo delle vetture viene costantemente innovato ma, a oggi, Alfa Romeo-Pirelli rimane l’unica combinazione presente in pista fin dagli esordi. Negli anni Sessanta, lo Stella Bianca – il pneumatico delle vittorie – lascerà campo libero allo Stelvio, che sin da subito si assicurerà il soprannome di “pneumatico dei record”. Prima, però, un’ultima conquista per le cinque punte bianche: il Gran Premio d’Italia sul Circuito di Monza da parte di Alberto Ascari alla guida della Ferrari 500.

Saremmo propensi a pensare che la vita di questo pneumatico, come molti altri prima e dopo di lui, sia giunta alla fine. E invece no. Su stimolo dei costruttori Ferrari, dal 2018, lo Stella Bianca è tornato in pista. Un modello nuovo, esteticamente uguale all’originale, ma al cui interno si muovono le più avanzate tecnologie sviluppate dal gruppo di Ricerca e Sviluppo della P Lunga. Dopo anni di radiali, Pirelli Collezione riporta sul mercato la tradizionale struttura a tele incrociate ricordando la simbiosi che da sempre lega i prodotti da strada ai pneumatici pensati per i circuiti di tutto il mondo. Un viaggio particolare, quello dello Stella Bianca: dalla pista, alla strada, e poi ancora in pista. Una storia da continuare a scrivere.

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