

Nell’aprile del 1960, il “Centro Pirelli” iniziava la sua vita. La distribuzione dei piani prevedeva che i primi 12 fossero concessi in affitto ad altre aziende, che quelli centrali fossero destinati a ospitare le consociate del Gruppo e che i piani dal 16° in su fossero occupati dalle funzioni di staff: la Direzione Centrale Amministrativa, l’Ufficio Studi, la Direzione Acquisti, la Direzione Propaganda, il Servizio del Personale, la Contabilità e Amministrazione) e dalle direzioni generali dei rami cavi e gomma.
Ogni piano era destinato a una Direzione, e le postazioni di lavoro, come mostrano le fotografie del fotoservizio “il fotografo in ufficio”, apparso sul n. 4, 1960 di Fatti e notizie, erano disposte in uno spazio aperto e luminoso, dotato di aria condizionata. Il Grattacielo era in grado di accogliere circa 2000 persone, che quotidianamente entravano, uscivano e si muovevano al suo interno.
La progettazione d’avanguardia non riguardò quindi solo l’aspetto architettonico e strutturale, ma anche quello dei servizi, per rendere efficienti la mobilità e il lavoro all’interno dell’edificio. Uno studio preliminare aveva valutato i flussi in entrata, in uscita (da via Fabio Filzi o dalla piazza della stazione Centrale) e in movimento all’interno dell’edificio, stimandone la quantità, gli orari, i mezzi con cui le persone avrebbero raggiunto il grattacielo, e considerando sia i dipendenti sia gli ospiti esterni. Una delle ragioni che avevano portato a scegliere il grattacielo anzichè un edificio sviluppato in orizzontale fu la possibilità di effettuare gli spostamenti interni tramite ascensori.