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Leonardo Sinisgalli, un poeta ingegnere in Pirelli

“Abbiamo provocato incontri tra scienziati e giornalisti, tra tecnici e poeti. Senza tema di commettere eresie abbiamo mandato i reporters negli studi, nelle aule, nei laboratori  a sorprendere con lampi di magnesio personaggi tanto illustri quando riluttanti […]”. E ancora “Una delle nostre ambizioni fu proprio questa: provocare, stimolare una prosa analitica piuttosto che il solito pezzo commemorativo, un referto e non un inno, un commento, non una predica […]. Io aspetto il giorno in cui il Regno dell’Utile sarà rinverdito dalla cultura, dalle metafore, dall’intelligenza. […] La Rivista Pirelli ha cercato di stimolare nei collaboratori la ricerca di un’impressione meditata; ma c’è ancora molto cammino da percorrere per guadagnare precisione e leggerezza”.

In queste citazioni dalla storica Rivista Pirelli convergono e sono sintetizzati l’impegno e l’attività di Leonardo Sinisgalli nei quattro anni di direzione del magazine e la sua concezione della cultura e la sua poetica. Profondo conoscitore delle scienze matematiche, la sua figura incarna infatti la “cultura politecnica” pirelliana, la ricerca continua di armonizzazione di tecnologia e delle arti, cercando di tenerle in equilibrio tra loro, favorendo il dialogo e gli scambi di opinione tra uomini di scienza e letterati. Arte e industria si fondono così in un nuovo umanesimo, che ritrova una delle sue più compiute espressioni tra le pagine, appunto, della Rivista Pirelli. Leonardo Sinisgalli entra in contatto con l’azienda milanese già nel 1937 lavorando alla Società del Linoleum del Gruppo Pirelli, dove conosce  Giuseppe Luraghi, che ritroverà poi nel secondo dopoguerra, negli anni in cui fonderanno e poi dirigeranno insieme la Rivista Pirelli prima, e in seguito “Civiltà delle macchine”, bimestrale di Finmeccanica.

Quali sono i germi che si nascondono dietro a una buona idea pubblicitaria, quali sono i calcoli della natura nel realizzare le forme tanto perfette che ci sono intorno a noi, qual è lo stupore nell’ammirare le “scolpiture” nei disegni del battistrada nati non dalla natura ma da una sapiente ricerca nei laboratori di Pirelli, quale meraviglia si cela dietro al lavoro dell’uomo e delle macchine? E ancora, qual è l’orgine della ruota, dove nasce lo straordinario genio e talento di Leonardo da Vinci? Sono questi solo alcuni degli argomenti trattati da poeta-ingegnere nei 18 articoli firmati per la Rivista Pirelli tra il 1948 al 1952.

Sono gli anni in cui Sinisgalli chiama a collaborare al progetto editoriale molte firme importanti del giornalismo, della letteratura e dell’arte, esigendo per le inserzioni i manifesti e le campagne pubblicitarie i migliori artisti dell’epoca. Gli vengono infatti assegnati dalla Pirelli anche la curatela e il coordinamento delle “manifestazioni pubblicitarie della Ditta”, sia per il Gruppo Gomma, sia per l’Azienda Impermeabili. Anche le campagne pubblicitarie dell’epoca risentiranno dunque del suo gusto e della sua poetica, come nel caso della pubblicità per il pneumatico Stelvio Pirelli dal titolo “Quanti calcoli fa la natura” del 1952 e del primo film promozionale Pirelli “Novità  al Salone Internazionale dell’Automobile di Torino” del 1951, cortometraggio a colori diretto dai fratelli Nino e Toni Pagot e vincitore di numerosi premi.

La visione e l’eredità di Sinisgalli in Pirelli non si esauriranno anche grazie al suo successore Arrigo Castellani che riporterà negli anni Sessanta la consuetudine degli artisti in fabbrica e continuerà a coinvolgere giornalisti e intellettuali nell’esperienza della Rivista per raccontare il lavoro, la scienza e la tecnologia attraverso il linguaggio della letteratura.

“Abbiamo provocato incontri tra scienziati e giornalisti, tra tecnici e poeti. Senza tema di commettere eresie abbiamo mandato i reporters negli studi, nelle aule, nei laboratori  a sorprendere con lampi di magnesio personaggi tanto illustri quando riluttanti […]”. E ancora “Una delle nostre ambizioni fu proprio questa: provocare, stimolare una prosa analitica piuttosto che il solito pezzo commemorativo, un referto e non un inno, un commento, non una predica […]. Io aspetto il giorno in cui il Regno dell’Utile sarà rinverdito dalla cultura, dalle metafore, dall’intelligenza. […] La Rivista Pirelli ha cercato di stimolare nei collaboratori la ricerca di un’impressione meditata; ma c’è ancora molto cammino da percorrere per guadagnare precisione e leggerezza”.

In queste citazioni dalla storica Rivista Pirelli convergono e sono sintetizzati l’impegno e l’attività di Leonardo Sinisgalli nei quattro anni di direzione del magazine e la sua concezione della cultura e la sua poetica. Profondo conoscitore delle scienze matematiche, la sua figura incarna infatti la “cultura politecnica” pirelliana, la ricerca continua di armonizzazione di tecnologia e delle arti, cercando di tenerle in equilibrio tra loro, favorendo il dialogo e gli scambi di opinione tra uomini di scienza e letterati. Arte e industria si fondono così in un nuovo umanesimo, che ritrova una delle sue più compiute espressioni tra le pagine, appunto, della Rivista Pirelli. Leonardo Sinisgalli entra in contatto con l’azienda milanese già nel 1937 lavorando alla Società del Linoleum del Gruppo Pirelli, dove conosce  Giuseppe Luraghi, che ritroverà poi nel secondo dopoguerra, negli anni in cui fonderanno e poi dirigeranno insieme la Rivista Pirelli prima, e in seguito “Civiltà delle macchine”, bimestrale di Finmeccanica.

Quali sono i germi che si nascondono dietro a una buona idea pubblicitaria, quali sono i calcoli della natura nel realizzare le forme tanto perfette che ci sono intorno a noi, qual è lo stupore nell’ammirare le “scolpiture” nei disegni del battistrada nati non dalla natura ma da una sapiente ricerca nei laboratori di Pirelli, quale meraviglia si cela dietro al lavoro dell’uomo e delle macchine? E ancora, qual è l’orgine della ruota, dove nasce lo straordinario genio e talento di Leonardo da Vinci? Sono questi solo alcuni degli argomenti trattati da poeta-ingegnere nei 18 articoli firmati per la Rivista Pirelli tra il 1948 al 1952.

Sono gli anni in cui Sinisgalli chiama a collaborare al progetto editoriale molte firme importanti del giornalismo, della letteratura e dell’arte, esigendo per le inserzioni i manifesti e le campagne pubblicitarie i migliori artisti dell’epoca. Gli vengono infatti assegnati dalla Pirelli anche la curatela e il coordinamento delle “manifestazioni pubblicitarie della Ditta”, sia per il Gruppo Gomma, sia per l’Azienda Impermeabili. Anche le campagne pubblicitarie dell’epoca risentiranno dunque del suo gusto e della sua poetica, come nel caso della pubblicità per il pneumatico Stelvio Pirelli dal titolo “Quanti calcoli fa la natura” del 1952 e del primo film promozionale Pirelli “Novità  al Salone Internazionale dell’Automobile di Torino” del 1951, cortometraggio a colori diretto dai fratelli Nino e Toni Pagot e vincitore di numerosi premi.

La visione e l’eredità di Sinisgalli in Pirelli non si esauriranno anche grazie al suo successore Arrigo Castellani che riporterà negli anni Sessanta la consuetudine degli artisti in fabbrica e continuerà a coinvolgere giornalisti e intellettuali nell’esperienza della Rivista per raccontare il lavoro, la scienza e la tecnologia attraverso il linguaggio della letteratura.

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