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Storie di centauri “gommati Pirelli”

Le fotografie delle corse motociclistiche dagli anni Venti agli anni Ottanta del Novecento disponibile da oggi online sul nostro sito.

Si è conclusa ieri l’edizione 2019 di EICMA 2019, salone internazionale dedicato al mondo delle due ruote: in questa occasione Fondazione Pirelli mette in rete sul proprio sito, nella sezione dell’Archivio Storico, una splendida serie fotografica costituita da centinaia di scatti che ritraggono l’appassionante universo delle corse motociclistiche. In questa serie sono numerosi – e affascinanti – i ritratti dei campioni del passato che fin dagli inizi del Novecento hanno scritto la storia di questo sport fatto di rischio e di avventura.

E’ enigmatica l’espressione di Erminio Visioli, che con la Harley Davidson 1000 gommata Pirelli ha appena vinto nell’agosto del 1921 il Circuito delle Tre Regioni, una settimana dopo aver dominato la storica corsa in salita Como-Brunate. Maglione girocollo e baschetto scozzese – ad agosto! – Erminio Visioli guarda dritto il fotografo Strazza per il giornale “La Stampa Sportiva”, che gli dedica un articolo trionfante. Quella foto, custodita nel nostro Archivio Storico, è una delle tante da oggi fruibile online .

Accanto al sorriso di Visioli, ecco il piglio “da duro” di Miro Maffeis, “il bel Miro” che tanto piaceva alle ragazze. Maffeis conosceva bene gli oltre ottocento chilometri del Raid Nord-Sud, da Milano a Napoli: l’aveva vinto nel 1920, con una Indian 500, e ancora era arrivato terzo nel 1925, con la Bianchi 350, abbastanza per ritagliarsi la fama di trionfatore. E poi c’è naturalmente lui: Tazio Nuvolari, “l’incarnazione del diavolo”, per qualcuno, prima ancora di essere il “mantovano volante”. Nuvolari che scendendo dal valico del Ghisallo, in curva lasciava perdere i freni: per svoltare puntava il gomito – imbottito – contro i muri delle case che fiancheggiavano la strada, usandolo come un perno per cambiare bruscamente direzione e ripartire. Ovviamente davanti a tutti, con la Bianchi 350 Freccia Celeste gommata Pirelli Motocord. In una delle foto è ritratto insieme ai compagni di corsa della squadra Bianchi: tutti in divisa tranne lui, naturalmente. Sguardo fiero e altero quello dell’ingegnere-pilota Piero Taruffi, che nel 1937 con la moto Gilera Rondine da lui stesso carenata per sfruttarne al meglio l’aerodinamicità e dotata di pneumatici Pirelli del tipo “rigato ultraleggero S”, stabilisce un’inimitabile sequenza di record di velocità sull’autostrada tra Bergamo e Brescia.

Sguardo serio e marziale quello di Raffaele Alberti, ritratto nella foto del 1948 con la mano sulla sella del suo “Guzzino”. E a dir la verità, più che di una “sella”, si trattava di un materassino in gommapiuma su cui sdraiarsi – in avanti – verso il record di velocità sul chilometro da fermo. Alberti ne “infilò” quattro di fila nel febbraio 1948, sul circuito svizzero di Charrette-Saxon. E poi altri diciannove a Monza, in novembre, assieme a Gianni Leoni e Bruno RuffoRecord del chilometro, delle 500 miglia, dell’ora, delle dodici ore e via primeggiando: il Guzzi 65, -portato poi a 73cc ma pur sempre “Guzzino”, non cambiò mai le gomme Pirelli.

Non solo una galleria di foto storiche, quella visitabile da oggi, ma un racconto di sguardi, di occhi, di espressioni di un mondo mitico.

Le fotografie delle corse motociclistiche dagli anni Venti agli anni Ottanta del Novecento disponibile da oggi online sul nostro sito.

Si è conclusa ieri l’edizione 2019 di EICMA 2019, salone internazionale dedicato al mondo delle due ruote: in questa occasione Fondazione Pirelli mette in rete sul proprio sito, nella sezione dell’Archivio Storico, una splendida serie fotografica costituita da centinaia di scatti che ritraggono l’appassionante universo delle corse motociclistiche. In questa serie sono numerosi – e affascinanti – i ritratti dei campioni del passato che fin dagli inizi del Novecento hanno scritto la storia di questo sport fatto di rischio e di avventura.

E’ enigmatica l’espressione di Erminio Visioli, che con la Harley Davidson 1000 gommata Pirelli ha appena vinto nell’agosto del 1921 il Circuito delle Tre Regioni, una settimana dopo aver dominato la storica corsa in salita Como-Brunate. Maglione girocollo e baschetto scozzese – ad agosto! – Erminio Visioli guarda dritto il fotografo Strazza per il giornale “La Stampa Sportiva”, che gli dedica un articolo trionfante. Quella foto, custodita nel nostro Archivio Storico, è una delle tante da oggi fruibile online .

Accanto al sorriso di Visioli, ecco il piglio “da duro” di Miro Maffeis, “il bel Miro” che tanto piaceva alle ragazze. Maffeis conosceva bene gli oltre ottocento chilometri del Raid Nord-Sud, da Milano a Napoli: l’aveva vinto nel 1920, con una Indian 500, e ancora era arrivato terzo nel 1925, con la Bianchi 350, abbastanza per ritagliarsi la fama di trionfatore. E poi c’è naturalmente lui: Tazio Nuvolari, “l’incarnazione del diavolo”, per qualcuno, prima ancora di essere il “mantovano volante”. Nuvolari che scendendo dal valico del Ghisallo, in curva lasciava perdere i freni: per svoltare puntava il gomito – imbottito – contro i muri delle case che fiancheggiavano la strada, usandolo come un perno per cambiare bruscamente direzione e ripartire. Ovviamente davanti a tutti, con la Bianchi 350 Freccia Celeste gommata Pirelli Motocord. In una delle foto è ritratto insieme ai compagni di corsa della squadra Bianchi: tutti in divisa tranne lui, naturalmente. Sguardo fiero e altero quello dell’ingegnere-pilota Piero Taruffi, che nel 1937 con la moto Gilera Rondine da lui stesso carenata per sfruttarne al meglio l’aerodinamicità e dotata di pneumatici Pirelli del tipo “rigato ultraleggero S”, stabilisce un’inimitabile sequenza di record di velocità sull’autostrada tra Bergamo e Brescia.

Sguardo serio e marziale quello di Raffaele Alberti, ritratto nella foto del 1948 con la mano sulla sella del suo “Guzzino”. E a dir la verità, più che di una “sella”, si trattava di un materassino in gommapiuma su cui sdraiarsi – in avanti – verso il record di velocità sul chilometro da fermo. Alberti ne “infilò” quattro di fila nel febbraio 1948, sul circuito svizzero di Charrette-Saxon. E poi altri diciannove a Monza, in novembre, assieme a Gianni Leoni e Bruno RuffoRecord del chilometro, delle 500 miglia, dell’ora, delle dodici ore e via primeggiando: il Guzzi 65, -portato poi a 73cc ma pur sempre “Guzzino”, non cambiò mai le gomme Pirelli.

Non solo una galleria di foto storiche, quella visitabile da oggi, ma un racconto di sguardi, di occhi, di espressioni di un mondo mitico.

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