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Buon turismo industriale

Una tesi discussa recentemente approfondisce un aspetto particolare della diffusione della buona cultura d’impresa

La buone imprese creano cultura che deve essere fatta conoscere. Non si tratta di fare promozione commerciale, ma promozione culturale. Che vale anche quando le imprese non ci sono più.

E’ anche attorno a questi temi che ragiona il lavoro di Marco Foti discusso Università degli Studi Guglielmo Marconi, Facoltà di Scienze e tecnologie applicate. Cultura ed esperienza d’impresa che si trasforma in occasione di turismo per diffondere una conoscenza che, altrimenti, sarebbe preclusa a molti. “Patrimonio archeologico industriale e sviluppo turistico. Un’opportunità per la Valle Antigorio e Formazza” – questa la ricerca di Foti -, affronta quindi il tema del turismo industriale prima con un inquadramento teorico, poi con una serie di casi studio e infine con una proposta riferita ad un particolare sito.

Foti spiega: “In questo lavoro si sono voluti approfondire i concetti di archeologia e turismo industriale”. Tema solo in apparenza lontano dall’attuale sistema industriale, eppure intimamente legato anche all’attuale assetto produttivo di fabbriche e uffici.

Marco Foti inizia quindi nel ricercare una sistemazione teorica dell’argomento constatando “l’impossibilità di giungere ad una definizione univoca di archeologia industriale” ed evidenziando “la valenza multidisciplinare” di un insieme di approcci diversi alla storia dell’impresa. “L’archeologia industriale – spiega quindi l’autore -, è stata considerata la chiave di lettura del territorio e delle sue modificazioni, avvenute nel corso del tempo”. Guardando poi al turismo industriale, Foti ne analizza le caratteristiche e le peculiarità, intendendolo come uno strumento che può fornire valore aggiunto (economico e culturale) a molte aree dello Stivale.

La ricerca quindi prende in considerazione alcuni esempi di turismo industriale riuscito come il recupero dell’ex centrale idroelettrica di Fies in Trentino Alto Adige, i casi dell’alto vicentino in Veneto, le esperienze in Piemonte, il caso dell’Autostadt Volkswagen, i siti industriali riconosciuti dall’UNESCO.  Il lavoro si conclude poi con l’approfondimento del progetto di valorizzazione del territorio attraverso il turismo industriale applicato alla Valle Antigorio e Formazza.

Cultura d’impresa attraverso il turismo d’impresa: il lavoro di Marco Foti è interessante da leggere proprio perché descrive con efficacia tutto questo.

Patrimonio archeologico industriale e sviluppo turistico. Un’opportunità per la Valle Antigorio e Formazza

Marco Foti

Tesi, Università degli Studi Guglielmo Marconi, Facoltà di Scienze e tecnologie applicate, Corso di laurea magistrale in Pianificazione territoriale, urbanistica e ambientale, 2019

Una tesi discussa recentemente approfondisce un aspetto particolare della diffusione della buona cultura d’impresa

La buone imprese creano cultura che deve essere fatta conoscere. Non si tratta di fare promozione commerciale, ma promozione culturale. Che vale anche quando le imprese non ci sono più.

E’ anche attorno a questi temi che ragiona il lavoro di Marco Foti discusso Università degli Studi Guglielmo Marconi, Facoltà di Scienze e tecnologie applicate. Cultura ed esperienza d’impresa che si trasforma in occasione di turismo per diffondere una conoscenza che, altrimenti, sarebbe preclusa a molti. “Patrimonio archeologico industriale e sviluppo turistico. Un’opportunità per la Valle Antigorio e Formazza” – questa la ricerca di Foti -, affronta quindi il tema del turismo industriale prima con un inquadramento teorico, poi con una serie di casi studio e infine con una proposta riferita ad un particolare sito.

Foti spiega: “In questo lavoro si sono voluti approfondire i concetti di archeologia e turismo industriale”. Tema solo in apparenza lontano dall’attuale sistema industriale, eppure intimamente legato anche all’attuale assetto produttivo di fabbriche e uffici.

Marco Foti inizia quindi nel ricercare una sistemazione teorica dell’argomento constatando “l’impossibilità di giungere ad una definizione univoca di archeologia industriale” ed evidenziando “la valenza multidisciplinare” di un insieme di approcci diversi alla storia dell’impresa. “L’archeologia industriale – spiega quindi l’autore -, è stata considerata la chiave di lettura del territorio e delle sue modificazioni, avvenute nel corso del tempo”. Guardando poi al turismo industriale, Foti ne analizza le caratteristiche e le peculiarità, intendendolo come uno strumento che può fornire valore aggiunto (economico e culturale) a molte aree dello Stivale.

La ricerca quindi prende in considerazione alcuni esempi di turismo industriale riuscito come il recupero dell’ex centrale idroelettrica di Fies in Trentino Alto Adige, i casi dell’alto vicentino in Veneto, le esperienze in Piemonte, il caso dell’Autostadt Volkswagen, i siti industriali riconosciuti dall’UNESCO.  Il lavoro si conclude poi con l’approfondimento del progetto di valorizzazione del territorio attraverso il turismo industriale applicato alla Valle Antigorio e Formazza.

Cultura d’impresa attraverso il turismo d’impresa: il lavoro di Marco Foti è interessante da leggere proprio perché descrive con efficacia tutto questo.

Patrimonio archeologico industriale e sviluppo turistico. Un’opportunità per la Valle Antigorio e Formazza

Marco Foti

Tesi, Università degli Studi Guglielmo Marconi, Facoltà di Scienze e tecnologie applicate, Corso di laurea magistrale in Pianificazione territoriale, urbanistica e ambientale, 2019

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