Casualità oppure disegno?
Una analisi appena pubblicata racconta da un punto di vista particolare la storia dell’economia italiana negli ultimi 150 anni
Istituzioni e imprese. I legami ci sono e sono evidenti. Occorre analizzarli e capirli per comprendere poi quale strada abbiano davanti le aziende e, intanto, cosa le istituzioni debbano fare fornire sempre un contesto utile alla crescita. Analisi e valutazione, quindi, non solo dell’oggi ma anche (forse soprattutto in alcuni casi), del passato. Analisi che deve essere compiuta con attenzione anche da chi si occupa d’impresa.
“Ricchi per caso. La parabola dello sviluppo economico italiano” è uno di quei libri utili per compiere quanto appena accennato. Fra l’analisi storica e quella economica e sociale, il volume è stato scritto a più mani ma curato da Paolo Di Martino (senior lecturer di International Business History nell’Università di Birmingham) e Michelangelo Vasta (professore di Storia economica nell’Università di Siena) e si muovo lungo un sentiero chiaramente tracciato dall’inizio del cammino. Nel secolo e mezzo trascorso dall’unificazione, è la tesi degli autori, l’Italia ha raggiunto livelli di ricchezza simili a quelli dei maggiori paesi industrializzati. Poi tutto si è improvvisamente fermato. L’ondata di globalizzazione degli ultimi decenni ha però fatto emergere la debolezza del nostro sistema produttivo. Alla base di quanto è accanto, secondo chi ha composto il libro, c’è una condizione: il capitalismo italiano è stato negativamente influenzato da istituzioni inefficienti, che hanno avuto un forte impatto sulle dimensioni e sulla governance delle imprese, come anche sulla formazione di capitale umano e sulla capacità innovativa. Ed è proprio da lì (capitale umano, innovazione, imprese) che occorre ripartire.
Il libro ha una struttura semplice. Il primo capitolo racconta l’evoluzione storica dell’economia italiana, il secondo e il terzo analizzano le istituzioni dal punto di vista dell’istruzione e delle attività di ricerca. I successivi di capitoli guardano al resto delle istituzioni per arrivare a fissare da dove occorre iniziare per dare un futuro al Paese.
Quanto scritto dal gruppo di ricercatori coordinato da Di Martino e Vasta fornisce una visione certamente pessimista della storia e del presente dell’Italia. “Ricchi per caso”, appunto. E’ evidente che si tratta di un’interpretazione con la quale si può non essere d’accordo (in tutto o in parte), ed è anche chiaro come alcuni elementi della fotografia scattata dell’Italia siano lasciati in ombra oppure sfocati. Ma certamente quanto coordinato da Di Martino e Vasta ha due grandi pregi: si fa leggere con chiarezza ed espone ragionamenti che vanno considerati con grande attenzione e serietà. Belle e utili le citazioni varie poste all’inizio di ogni capitolo da Gramsci a Wilde passando per Eliot, Tocqueville, Mastronardi, Lewis fino a “La grande bellezza”.
Ricchi per caso. La parabola dello sviluppo economico italiano
Paolo Di Martino, Michelangelo Vasta (a cura di)
il Mulino, 2017
Una analisi appena pubblicata racconta da un punto di vista particolare la storia dell’economia italiana negli ultimi 150 anni
Istituzioni e imprese. I legami ci sono e sono evidenti. Occorre analizzarli e capirli per comprendere poi quale strada abbiano davanti le aziende e, intanto, cosa le istituzioni debbano fare fornire sempre un contesto utile alla crescita. Analisi e valutazione, quindi, non solo dell’oggi ma anche (forse soprattutto in alcuni casi), del passato. Analisi che deve essere compiuta con attenzione anche da chi si occupa d’impresa.
“Ricchi per caso. La parabola dello sviluppo economico italiano” è uno di quei libri utili per compiere quanto appena accennato. Fra l’analisi storica e quella economica e sociale, il volume è stato scritto a più mani ma curato da Paolo Di Martino (senior lecturer di International Business History nell’Università di Birmingham) e Michelangelo Vasta (professore di Storia economica nell’Università di Siena) e si muovo lungo un sentiero chiaramente tracciato dall’inizio del cammino. Nel secolo e mezzo trascorso dall’unificazione, è la tesi degli autori, l’Italia ha raggiunto livelli di ricchezza simili a quelli dei maggiori paesi industrializzati. Poi tutto si è improvvisamente fermato. L’ondata di globalizzazione degli ultimi decenni ha però fatto emergere la debolezza del nostro sistema produttivo. Alla base di quanto è accanto, secondo chi ha composto il libro, c’è una condizione: il capitalismo italiano è stato negativamente influenzato da istituzioni inefficienti, che hanno avuto un forte impatto sulle dimensioni e sulla governance delle imprese, come anche sulla formazione di capitale umano e sulla capacità innovativa. Ed è proprio da lì (capitale umano, innovazione, imprese) che occorre ripartire.
Il libro ha una struttura semplice. Il primo capitolo racconta l’evoluzione storica dell’economia italiana, il secondo e il terzo analizzano le istituzioni dal punto di vista dell’istruzione e delle attività di ricerca. I successivi di capitoli guardano al resto delle istituzioni per arrivare a fissare da dove occorre iniziare per dare un futuro al Paese.
Quanto scritto dal gruppo di ricercatori coordinato da Di Martino e Vasta fornisce una visione certamente pessimista della storia e del presente dell’Italia. “Ricchi per caso”, appunto. E’ evidente che si tratta di un’interpretazione con la quale si può non essere d’accordo (in tutto o in parte), ed è anche chiaro come alcuni elementi della fotografia scattata dell’Italia siano lasciati in ombra oppure sfocati. Ma certamente quanto coordinato da Di Martino e Vasta ha due grandi pregi: si fa leggere con chiarezza ed espone ragionamenti che vanno considerati con grande attenzione e serietà. Belle e utili le citazioni varie poste all’inizio di ogni capitolo da Gramsci a Wilde passando per Eliot, Tocqueville, Mastronardi, Lewis fino a “La grande bellezza”.
Ricchi per caso. La parabola dello sviluppo economico italiano
Paolo Di Martino, Michelangelo Vasta (a cura di)
il Mulino, 2017