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Etica prima di tutto

L’ultimo libro di Paul Collier tradotto in Italia descrive la crisi del capitalismo e mostra la strada da percorrere per uscirne

Capitalismo alle corde, un presente problematico, un futuro incerto. Sistemi sociali ed economici si ritrovano a dover rivedere – e in fretta -, i loro principi di condotta. Muri da un lato, aperture dall’altro. Contrapposizioni, lacerazioni, ansie. E’ attorno a questi temi che ragiona l’ultimo libro di Paul Collier (professore di Economia e Politiche pubbliche ad Oxford e in passato direttore del dipartimento per le ricerche della Banca Mondiale). “Il futuro del capitalismo”, appena tradotto in Italia è una bella lettura per chi voglia mettere a fuoco l’ampio tema dell’attualità del capitalismo e dei suoi movimenti (anche alla luce delle emergenze più recenti).

Collier parte da una vivida descrizione della realtà d’oggi nella quale nuove e profonde contrapposizioni lacerano il tessuto sociale delle società occidentali: grandi città contro province povere, élite altamente specializzate contro masse di lavoratori poco qualificati, paesi ricchi contro paesi poveri. Da qui nuove ansie, nuova rabbia e nuove passioni politiche.

E’ da questa situazione che l’autore trare spunto per ragionare sulla necessità di una rifondazione dell’etica partendo dai fondamenti della morale per passare poi allo Stato etico, all’impresa etica, alla famiglie e al mondo etici.  E’ in questa parte che, fra l’altro, vengono posti alcuni esempi d’impresa come GM e Toyota e sono puntualizzati nodi cruciali come la relazione tra profitto e altri scopi delle organizzazioni della produzione.

Messi a punto la descrizione della realtà e il recupero dell’etica, Collier passa quindi ad analizzare i fondamenti di una “ricostruzione della società inclusiva” guardando sia ai divari geografici che a quelli di classe.

Solo se il capitalismo riesce a darsi un fondamento etico tale da rendersi equo e compassionevole, e non solo efficiente ed economicamente fiorente – è la conclusione dell’autore -, si potrà pensare di garantire una vita degna. Un capitalismo in cui la dignità e la reciprocità prevalgano sull’aggressività, sulla paura e sull’umiliazione, caratteri tipici della nostra “società dei rottweiler”.

Il libro di Paul Collier è bello e interessante da leggere, non pone veli ai problemi, ma apre comunque ad un possibile percorso di rinnovamento che, alla luce degli ultimi accadimenti, ha ancora di più ragioni d’essere.

Il futuro del capitalismo

Paul Collier

Laterza, 2020

L’ultimo libro di Paul Collier tradotto in Italia descrive la crisi del capitalismo e mostra la strada da percorrere per uscirne

Capitalismo alle corde, un presente problematico, un futuro incerto. Sistemi sociali ed economici si ritrovano a dover rivedere – e in fretta -, i loro principi di condotta. Muri da un lato, aperture dall’altro. Contrapposizioni, lacerazioni, ansie. E’ attorno a questi temi che ragiona l’ultimo libro di Paul Collier (professore di Economia e Politiche pubbliche ad Oxford e in passato direttore del dipartimento per le ricerche della Banca Mondiale). “Il futuro del capitalismo”, appena tradotto in Italia è una bella lettura per chi voglia mettere a fuoco l’ampio tema dell’attualità del capitalismo e dei suoi movimenti (anche alla luce delle emergenze più recenti).

Collier parte da una vivida descrizione della realtà d’oggi nella quale nuove e profonde contrapposizioni lacerano il tessuto sociale delle società occidentali: grandi città contro province povere, élite altamente specializzate contro masse di lavoratori poco qualificati, paesi ricchi contro paesi poveri. Da qui nuove ansie, nuova rabbia e nuove passioni politiche.

E’ da questa situazione che l’autore trare spunto per ragionare sulla necessità di una rifondazione dell’etica partendo dai fondamenti della morale per passare poi allo Stato etico, all’impresa etica, alla famiglie e al mondo etici.  E’ in questa parte che, fra l’altro, vengono posti alcuni esempi d’impresa come GM e Toyota e sono puntualizzati nodi cruciali come la relazione tra profitto e altri scopi delle organizzazioni della produzione.

Messi a punto la descrizione della realtà e il recupero dell’etica, Collier passa quindi ad analizzare i fondamenti di una “ricostruzione della società inclusiva” guardando sia ai divari geografici che a quelli di classe.

Solo se il capitalismo riesce a darsi un fondamento etico tale da rendersi equo e compassionevole, e non solo efficiente ed economicamente fiorente – è la conclusione dell’autore -, si potrà pensare di garantire una vita degna. Un capitalismo in cui la dignità e la reciprocità prevalgano sull’aggressività, sulla paura e sull’umiliazione, caratteri tipici della nostra “società dei rottweiler”.

Il libro di Paul Collier è bello e interessante da leggere, non pone veli ai problemi, ma apre comunque ad un possibile percorso di rinnovamento che, alla luce degli ultimi accadimenti, ha ancora di più ragioni d’essere.

Il futuro del capitalismo

Paul Collier

Laterza, 2020

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