Accedi all’Archivio online
Esplora l’Archivio online per trovare fonti e materiali. Seleziona la tipologia di supporto documentale che più ti interessa e inserisci le parole chiave della tua ricerca.
    Seleziona una delle seguenti categorie:
  • Documenti
  • Fotografie
  • Disegni e manifesti
  • Audiovisivi
  • Pubblicazioni e riviste
  • Tutti
Assistenza alla consultazione
Per richiedere la consultazione del materiale conservato nell’Archivio Storico e nelle Biblioteche della Fondazione Pirelli al fine di studi e ricerche e conoscere le modalità di utilizzo dei materiali per prestiti e mostre, compila il seguente modulo.
Riceverai una mail di conferma dell'avvenuta ricezione della richiesta e sarai ricontattato.
Percorsi Fondazione Pirelli Educational

Seleziona il grado di istruzione della scuola di appartenenza
Back
Scuola Primaria
Percorsi Fondazione Pirelli Educational
Lasciate i vostri dati per essere ricontattati dallo staff di Fondazione Pirelli Educational e concordare le date del percorso.

Dichiaro di avere preso visione dell’informativa relativa al trattamento dei miei dati personali, e autorizzo la Fondazione Pirelli al trattamento dei miei dati personali per l’invio, anche a mezzo e-mail, di comunicazioni relative ad iniziative/convegni organizzati dalla Fondazione Pirelli.

Back
Scuole secondarie di I grado
Percorsi Fondazione Pirelli Educational
Lasciate i vostri dati per essere ricontattati dallo staff di Fondazione Pirelli Educational e concordare le date del percorso.
Back
Scuole secondarie di II grado
Percorsi Fondazione Pirelli Educational
Lasciate i vostri dati per essere ricontattati dallo staff di Fondazione Pirelli Educational e concordare le date del percorso.
Back
Università
Percorsi Fondazione Pirelli Educational

Vuoi organizzare un percorso personalizzato con i tuoi studenti? Per informazioni e prenotazioni scrivi a universita@fondazionepirelli.org

Visita la Fondazione
Per informazioni sulle attività della Fondazione e l’accessiblità agli spazi
contattare il numero 0264423971 o scrivere a visite@fondazionepirelli.org

Imprese fra contratti di rete e isolamento

Il concetto è di quelli già noti: insieme si produce meglio e si cresce con più facilità. La conoscenza di questo principio, tuttavia, non ha facilitato fino ad oggi la creazione di quelle reti d’imprese che indicano un approccio diverso al tema e, soprattutto, una cultura d’impresa capace di guardare oltre l’ostacolo.

Lo ha sottolineato anche la Banca d’Italia in uno studio di tre suoi ricercatori (Chiara Bentivogli, Fabio Quintiliani e Daniele Sabbatini), appena uscito nella serie Questioni di Economia e Finanza.  “Le reti di imprese (The network contract)”, mette insieme ragionamento economico, quadro giuridico e indagine empirica per delineare lo stato dell’arte dei “contratti di rete”. Appannata l’efficacia dei distretti industriali, potrebbero proprio essere questi gli strumenti a disposizione delle imprese per crescere. Strumenti dalla forma giuridica definita – almeno dal 2009 – ma che stentano ad innescare la marcia giusta.

Eppure le “reti” potrebbero fare molto: servire per l’innovazione, sostituire la crescita delle singole unità, creare maggiore forza nei confronti della ricerca e del mercato, mettere insieme grandi e piccoli produttori.

Ma perché la loro efficacia non è esplosa? Dietro il parziale successo ci sono questioni tecniche, regole giuridiche non ancora messe a punto e la atavica diffidenza delle imprese italiane – specialmente le medio-piccole – a “mettersi insieme”, collaborare per un obiettivo comune, marciare verso una traguardo condiviso. Insomma, gli imprenditori ancora oggi spesso pensano che sia meglio il proprio orto magari un po’ rachitico ma di cui si è padroni, che un campo prosperoso ma da condividere con altri.

Per capire meglio, i tre ricercatori non trascurano nemmeno i casi pratici come le reti d’impresa DicoNet (fra Trento e il bolognese), Olonetwork companies (che include imprese del modenese e delle province di Pisa e Pesaro-Urbino), e MecNet (composta da imprese delle province di Udine, Brescia, Napoli e Milano).

Il risultato è chiaro: la strada è quella giusta, ma deve essere perfezionata. A partire dalle regole ma anche dall’approccio con il quale le imprese si avvicinano all’argomento.

Le reti di imprese (The network contract) 

Chiara Bentivogli, Fabio Quintiliani, Daniele Sabbatini 

Banca d’Italia, Questioni di economia e finanza – Occasional Paper

n.152, Febbraio 2013

Il concetto è di quelli già noti: insieme si produce meglio e si cresce con più facilità. La conoscenza di questo principio, tuttavia, non ha facilitato fino ad oggi la creazione di quelle reti d’imprese che indicano un approccio diverso al tema e, soprattutto, una cultura d’impresa capace di guardare oltre l’ostacolo.

Lo ha sottolineato anche la Banca d’Italia in uno studio di tre suoi ricercatori (Chiara Bentivogli, Fabio Quintiliani e Daniele Sabbatini), appena uscito nella serie Questioni di Economia e Finanza.  “Le reti di imprese (The network contract)”, mette insieme ragionamento economico, quadro giuridico e indagine empirica per delineare lo stato dell’arte dei “contratti di rete”. Appannata l’efficacia dei distretti industriali, potrebbero proprio essere questi gli strumenti a disposizione delle imprese per crescere. Strumenti dalla forma giuridica definita – almeno dal 2009 – ma che stentano ad innescare la marcia giusta.

Eppure le “reti” potrebbero fare molto: servire per l’innovazione, sostituire la crescita delle singole unità, creare maggiore forza nei confronti della ricerca e del mercato, mettere insieme grandi e piccoli produttori.

Ma perché la loro efficacia non è esplosa? Dietro il parziale successo ci sono questioni tecniche, regole giuridiche non ancora messe a punto e la atavica diffidenza delle imprese italiane – specialmente le medio-piccole – a “mettersi insieme”, collaborare per un obiettivo comune, marciare verso una traguardo condiviso. Insomma, gli imprenditori ancora oggi spesso pensano che sia meglio il proprio orto magari un po’ rachitico ma di cui si è padroni, che un campo prosperoso ma da condividere con altri.

Per capire meglio, i tre ricercatori non trascurano nemmeno i casi pratici come le reti d’impresa DicoNet (fra Trento e il bolognese), Olonetwork companies (che include imprese del modenese e delle province di Pisa e Pesaro-Urbino), e MecNet (composta da imprese delle province di Udine, Brescia, Napoli e Milano).

Il risultato è chiaro: la strada è quella giusta, ma deve essere perfezionata. A partire dalle regole ma anche dall’approccio con il quale le imprese si avvicinano all’argomento.

Le reti di imprese (The network contract) 

Chiara Bentivogli, Fabio Quintiliani, Daniele Sabbatini 

Banca d’Italia, Questioni di economia e finanza – Occasional Paper

n.152, Febbraio 2013

CIAO, COME POSSO AIUTARTI?