La buona cultura d’impresa raccontata ai giovani
Una recente tesi indaga sugli strumenti più efficaci da applicare alla vicenda Olivetti
La buona cultura d’impresa come sintesi di principi di vita e realizzazioni concrete. Esempio per tutti. È quanto accade quando l’organizzazione della produzione prende vita sotto le mani di donne e uomini d’ingegno, capaci di coniugare il traguardo del profitto con altri obiettivi fatti di socialità e territorio. Paradigmi tutti da approfondire e studiare. Come è quello dell’esperienza Olivetti. È quindi interessante e utile leggere “Il Patrimonio Mondiale UNESCO di Ivrea, città industriale del XX secolo: analisi di un sistema integrato per la divulgazione dei valori Olivetti nell’età scolare”, lavoro di tesi di Martina Bosica discusso al Politecnico di Torino.
Bosica affronta il tema della cultura d’impresa olivettiana dal particolare punto di vista dei legami fra l’azienda, il territorio e i principi dell’Unesco: recentemente, infatti, Ivrea e il suo territorio sono stati riconosciuti come patrimonio dell’umanità. Ma non solo. Martina Bosica, infatti, legge l’intreccio di temi appena accennato con un occhio particolare agli strumenti più adatti per raccontarli con attenzione ai giovani. Il senso del lavoro è chiaro: studiare come comunicare ai giovani i principi dell’imprenditorialità olivettiana facendoli comprendere, gustare e, se possibile, tradurre in una consapevolezza lavorativa più matura.
La tesi, quindi, prende le mosse da una duplice presentazione: da un lato il design dei beni culturali (disciplina che può fornire “gli attrezzi” utili all’operazione), dall’altro il senso e il significato dell’UNESCO in relazione all’Olivetti. La ricerca quindi prende in considerazione il territorio del Canavese, Ivrea e la Olivetti per tornare poi al nucleo operativo dell’indagine: l’individuazione dei migliori strumenti per comunicare efficacemente lo spirito olivettiano ai più giovani.
Il lavoro di Martina Bosica è interessante perché riesce ad affrontare un ragionamento composito – come quello attorno alla cultura d’impresa e ai giovani –, in modo analiticamente importante ma leggibile e fruibile.
Il Patrimonio Mondiale UNESCO di Ivrea, città industriale del XX secolo: analisi di un sistema integrato per la divulgazione dei valori Olivetti nell’età scolare.
Martina Bosica
Tesi, Politecnico di Torino, Dipartimento di Architettura e Design, 2019
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Una recente tesi indaga sugli strumenti più efficaci da applicare alla vicenda Olivetti
La buona cultura d’impresa come sintesi di principi di vita e realizzazioni concrete. Esempio per tutti. È quanto accade quando l’organizzazione della produzione prende vita sotto le mani di donne e uomini d’ingegno, capaci di coniugare il traguardo del profitto con altri obiettivi fatti di socialità e territorio. Paradigmi tutti da approfondire e studiare. Come è quello dell’esperienza Olivetti. È quindi interessante e utile leggere “Il Patrimonio Mondiale UNESCO di Ivrea, città industriale del XX secolo: analisi di un sistema integrato per la divulgazione dei valori Olivetti nell’età scolare”, lavoro di tesi di Martina Bosica discusso al Politecnico di Torino.
Bosica affronta il tema della cultura d’impresa olivettiana dal particolare punto di vista dei legami fra l’azienda, il territorio e i principi dell’Unesco: recentemente, infatti, Ivrea e il suo territorio sono stati riconosciuti come patrimonio dell’umanità. Ma non solo. Martina Bosica, infatti, legge l’intreccio di temi appena accennato con un occhio particolare agli strumenti più adatti per raccontarli con attenzione ai giovani. Il senso del lavoro è chiaro: studiare come comunicare ai giovani i principi dell’imprenditorialità olivettiana facendoli comprendere, gustare e, se possibile, tradurre in una consapevolezza lavorativa più matura.
La tesi, quindi, prende le mosse da una duplice presentazione: da un lato il design dei beni culturali (disciplina che può fornire “gli attrezzi” utili all’operazione), dall’altro il senso e il significato dell’UNESCO in relazione all’Olivetti. La ricerca quindi prende in considerazione il territorio del Canavese, Ivrea e la Olivetti per tornare poi al nucleo operativo dell’indagine: l’individuazione dei migliori strumenti per comunicare efficacemente lo spirito olivettiano ai più giovani.
Il lavoro di Martina Bosica è interessante perché riesce ad affrontare un ragionamento composito – come quello attorno alla cultura d’impresa e ai giovani –, in modo analiticamente importante ma leggibile e fruibile.
Il Patrimonio Mondiale UNESCO di Ivrea, città industriale del XX secolo: analisi di un sistema integrato per la divulgazione dei valori Olivetti nell’età scolare.
Martina Bosica
Tesi, Politecnico di Torino, Dipartimento di Architettura e Design, 2019