Paura da vincere
Dieci interviste ad altrettanti Ceo svelano un lato nascosto e importante della buona cultura d’impresa
Gestire un’impresa può significare anche aver paura. Molta paura. Oppure avere dei dubbi, non dormire di notte, arrabbiarsi, commuoversi. Perché – in fondo -, gestire un’impresa è essere a capo di una comunità di donne e uomini, ed essere responsabile di tutti. Senza dire della capacità, necessaria, di infondere coraggio quando serve, entusiasmo quando occorre. Ed avere severità, prima di tutto cons e stessi. E’ un po’ tutto questo che si ritrova nelle pagine di “Certo che ho paura. Storie di vita vissuta di dieci Ceo”, libro di Marco Rosetti che, oltre i Ceo, dovrebbero leggere tutti quelli che con le impresse hanno a che fare.
Il punto di partenza delle dieci interviste che l’autore ha condotto ad altrettanti Ceo è uno solo: un Chief Executive Officer è chiamato a dirigere l’azienda tra tempeste e arcobaleni, senza mai perdere di vista la meta. Ma qualsiasi Ceo è prima di tutto un essere umano. Con tutte le qualità che ne conseguono. Così, ogni Ceo a volte vorrebbe tornare nel “caldo del suo rifugio” ma è sempre costretto a scommettere sul futuro e a rischiare tutto. Rosetti, poi, si permette di chiedere ai dieci personaggi che ha intervistato quando e perché hanno nutrito dei dubbi, se hanno mai avuto momenti di debolezza oppure se in qualche occasione si sono commossi. Così, attraverso queste dieci conversazioni l’autore indaga un mondo pressoché sconosciuto oppure del quale si conosce solo una minima parte (e forse nemmeno quella più importante). Ne emergono, tra l’altro, non figure sminuite nel loro ruolo di “capi d’azienda” ma, anzi, persone a tutto tondo, più capaci di dare la giusta direzione a sistemi complessi come sono tutte le imprese che si rispettino. Persone capaci di comandare e di ascoltare, e per questo di guidare organizzazioni della produzione in situazioni difficili. Scorrono così nelle pagine le storie degli amministratori di La Marzocco, F1consulting, Gnutti Group, WeSchool, Hera Comm, Flowe, Diagonal, Gellify, Unicalce, Clear Channel. Tutti racconti diversi tra di loro, eppure uniti da un tratto di professionalità che non si disgiunge da una grande umanità.
Bella la regola – ultima di 25 che l’autore si è dato dopo aver concluso il suo libro -, che chiude le circa 250 pagine tutte la da leggere: “Studia il tuo Ego e dimenticalo”.
Certo che ho paura. Storie di vita vissuta di dieci Ceo
Marco Rosetti
GueriniNext, 2022
Dieci interviste ad altrettanti Ceo svelano un lato nascosto e importante della buona cultura d’impresa
Gestire un’impresa può significare anche aver paura. Molta paura. Oppure avere dei dubbi, non dormire di notte, arrabbiarsi, commuoversi. Perché – in fondo -, gestire un’impresa è essere a capo di una comunità di donne e uomini, ed essere responsabile di tutti. Senza dire della capacità, necessaria, di infondere coraggio quando serve, entusiasmo quando occorre. Ed avere severità, prima di tutto cons e stessi. E’ un po’ tutto questo che si ritrova nelle pagine di “Certo che ho paura. Storie di vita vissuta di dieci Ceo”, libro di Marco Rosetti che, oltre i Ceo, dovrebbero leggere tutti quelli che con le impresse hanno a che fare.
Il punto di partenza delle dieci interviste che l’autore ha condotto ad altrettanti Ceo è uno solo: un Chief Executive Officer è chiamato a dirigere l’azienda tra tempeste e arcobaleni, senza mai perdere di vista la meta. Ma qualsiasi Ceo è prima di tutto un essere umano. Con tutte le qualità che ne conseguono. Così, ogni Ceo a volte vorrebbe tornare nel “caldo del suo rifugio” ma è sempre costretto a scommettere sul futuro e a rischiare tutto. Rosetti, poi, si permette di chiedere ai dieci personaggi che ha intervistato quando e perché hanno nutrito dei dubbi, se hanno mai avuto momenti di debolezza oppure se in qualche occasione si sono commossi. Così, attraverso queste dieci conversazioni l’autore indaga un mondo pressoché sconosciuto oppure del quale si conosce solo una minima parte (e forse nemmeno quella più importante). Ne emergono, tra l’altro, non figure sminuite nel loro ruolo di “capi d’azienda” ma, anzi, persone a tutto tondo, più capaci di dare la giusta direzione a sistemi complessi come sono tutte le imprese che si rispettino. Persone capaci di comandare e di ascoltare, e per questo di guidare organizzazioni della produzione in situazioni difficili. Scorrono così nelle pagine le storie degli amministratori di La Marzocco, F1consulting, Gnutti Group, WeSchool, Hera Comm, Flowe, Diagonal, Gellify, Unicalce, Clear Channel. Tutti racconti diversi tra di loro, eppure uniti da un tratto di professionalità che non si disgiunge da una grande umanità.
Bella la regola – ultima di 25 che l’autore si è dato dopo aver concluso il suo libro -, che chiude le circa 250 pagine tutte la da leggere: “Studia il tuo Ego e dimenticalo”.
Certo che ho paura. Storie di vita vissuta di dieci Ceo
Marco Rosetti
GueriniNext, 2022