Piccole ma grandi
Le piccole imprese, quelle proprio piccole, le cosiddette microimprese, affrontano comunque la grande competizione. Un po’ come Davide contro Golia, sono migliaia le realtà di questo genere che, in qualche modo, tentano il mondo e spesso ci riescono. Capire come fanno è importante ma anche affascinante. Dentro quelle aziende c’è di tutto: genio italiano e follia produttiva, estro creativo e calcolo inconscio. Ci sono anche l’innovazione e l’aggregazione, la produzione artigianale e il grande design. Cosa accade per davvero è però sempre di difficile comprensione.
“Microimpresa macrocompetizione. Innovare e aggregarsi per ripartire” a cura di Andrea Scalia ci prova partendo – viene spiegato – “prima di tutto, da una grande passione e da una esperienza per la microimpresa, quel luogo produttivo e ideale in cui l’essere umano è artefice e protagonista della propria esistenza lavorativa”. Un luogo diverso dalla grande fabbrica, forse un po’ idealizzato, che rappresenta una cultura d’impresa differente. Al di là delle contrapposizioni che lasciano poco spazio ad altro, la fatica di Scalia si concentra sul mondo delle microimprese della manifattura, dei servizi, del commercio o dell’agricoltura, che rappresentano una forma organizzativa che è molto più diffusa di quello che comunemente si crede: le aziende con meno di 20 addetti in Italia sono il 98% circa di tutte quelle esistenti.
Scalia quindi raccoglie e indaga, approfondisce i tratti caratteristici delle microimprese arrivando a focalizzare la sempre più forte necessità di aggregazione anche di queste entità il cui valore di fondo però rimane inalterato. A partire dal tipo peculiare di innovazione che vi si pratica: “La chiave di volta per gli imprenditori italiani che, da sempre, sono attenti per aggiungere peculiarità e valore al loro lavoro, quella innovazione che spesso non si vede, quella fatta giorno dopo giorno con l’ossessione della perfezione, quella invisibile che sta dentro le catene globali del valore, quella che ormai si sviluppa nelle reti e nei collegamenti del mondo globale”.
Microimpresa macrocompetizione. Innovare e aggregarsi per ripartire
a cura di Andrea Scalia
Egea, 2013.
Le piccole imprese, quelle proprio piccole, le cosiddette microimprese, affrontano comunque la grande competizione. Un po’ come Davide contro Golia, sono migliaia le realtà di questo genere che, in qualche modo, tentano il mondo e spesso ci riescono. Capire come fanno è importante ma anche affascinante. Dentro quelle aziende c’è di tutto: genio italiano e follia produttiva, estro creativo e calcolo inconscio. Ci sono anche l’innovazione e l’aggregazione, la produzione artigianale e il grande design. Cosa accade per davvero è però sempre di difficile comprensione.
“Microimpresa macrocompetizione. Innovare e aggregarsi per ripartire” a cura di Andrea Scalia ci prova partendo – viene spiegato – “prima di tutto, da una grande passione e da una esperienza per la microimpresa, quel luogo produttivo e ideale in cui l’essere umano è artefice e protagonista della propria esistenza lavorativa”. Un luogo diverso dalla grande fabbrica, forse un po’ idealizzato, che rappresenta una cultura d’impresa differente. Al di là delle contrapposizioni che lasciano poco spazio ad altro, la fatica di Scalia si concentra sul mondo delle microimprese della manifattura, dei servizi, del commercio o dell’agricoltura, che rappresentano una forma organizzativa che è molto più diffusa di quello che comunemente si crede: le aziende con meno di 20 addetti in Italia sono il 98% circa di tutte quelle esistenti.
Scalia quindi raccoglie e indaga, approfondisce i tratti caratteristici delle microimprese arrivando a focalizzare la sempre più forte necessità di aggregazione anche di queste entità il cui valore di fondo però rimane inalterato. A partire dal tipo peculiare di innovazione che vi si pratica: “La chiave di volta per gli imprenditori italiani che, da sempre, sono attenti per aggiungere peculiarità e valore al loro lavoro, quella innovazione che spesso non si vede, quella fatta giorno dopo giorno con l’ossessione della perfezione, quella invisibile che sta dentro le catene globali del valore, quella che ormai si sviluppa nelle reti e nei collegamenti del mondo globale”.
Microimpresa macrocompetizione. Innovare e aggregarsi per ripartire
a cura di Andrea Scalia
Egea, 2013.