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Segnali di cultura d’impresa

L’analisi dei brevetti può essere utile per capire meglio la natura delle organizzazioni della produzione

La cultura del produrre si misura anche attraverso gli elementi intangibili che caratterizzano l’impresa e questi, a loro volta, possono essere colti nella loro essenza attraverso la collezione di brevetti che ogni organizzazione riesce a comporre. “Invenzioni d’impresa”, i brevetti costituiscono così un segno della cultura propria di ogni azienda. E ne indicano il cammino.

A ragionare attorno al tema dei brevetti e di ciò che oggi viene indicato come asset intangibile delle aziende, ha provato Michele Santoro con la sua tesi presentata al Politecnico di Torino. “La valutazione degli assets intangibili: dai modelli di patent value agli indicatori bibliometrici”, mette in fila gli elementi essenziali del tema ed è per questo una buona guida all’argomento.

Santoro inizia il suo percorso considerando che la valutazione degli assets intangibili, in particolar modo dei brevetti, “è diventata negli ultimi anni sempre più determinante per la gestione strategica ed economica delle imprese”. La ricerca ha quindi l’obiettivo di approfondire la valutazione del valore generato da questa componente.

Santoro pone attenzione al mondo degli assets intangibili, delineandone le tipologie più diffuse ed elencandone le caratteristiche principali. Successivamente approfondisce le caratteristiche dei brevetti e della loro valutazione, per poi arrivare all’uso degli “indicatori bibliometrici” per la migliore comprensione della loro efficacia, e cioè di particolari indici di ricerca che possono aiutare a capire quanto i singoli brevetti abbiano davvero avuto riconoscimenti operativi e scientifici. Sono quindi presi in considerazione le citazioni, i collegamenti fra brevetti simili, i “confini” dei singoli brevetti, i “conflitti” nei quali i brevetti possono essere coinvolti.

Ciò che il lavoro di Santoro delinea è quindi un tratto caratteristico e importante della cultura della produzione di ogni singola organizzazione – i brevetti -, visto attraverso lenti tecniche ed economiche che ne fanno scorgere meglio le caratteristiche e le peculiarità.

Non sempre di facilissima lettura, “La valutazione degli asset intangibili: dai modelli di patent value agli indicatori bibliometrici” è però una buona base per comprendere meglio il complesso sistema degli assets aziendali.

La valutazione degli asset intangibili: dai modelli di patent value agli indicatori bibliometrici

Michele Santoro

Tesi, Politecnico di Torino, Corso di Laurea Magistrale in Ingegneria Gestionale, 2019

Clicca qui per scaricare il PDF

L’analisi dei brevetti può essere utile per capire meglio la natura delle organizzazioni della produzione

La cultura del produrre si misura anche attraverso gli elementi intangibili che caratterizzano l’impresa e questi, a loro volta, possono essere colti nella loro essenza attraverso la collezione di brevetti che ogni organizzazione riesce a comporre. “Invenzioni d’impresa”, i brevetti costituiscono così un segno della cultura propria di ogni azienda. E ne indicano il cammino.

A ragionare attorno al tema dei brevetti e di ciò che oggi viene indicato come asset intangibile delle aziende, ha provato Michele Santoro con la sua tesi presentata al Politecnico di Torino. “La valutazione degli assets intangibili: dai modelli di patent value agli indicatori bibliometrici”, mette in fila gli elementi essenziali del tema ed è per questo una buona guida all’argomento.

Santoro inizia il suo percorso considerando che la valutazione degli assets intangibili, in particolar modo dei brevetti, “è diventata negli ultimi anni sempre più determinante per la gestione strategica ed economica delle imprese”. La ricerca ha quindi l’obiettivo di approfondire la valutazione del valore generato da questa componente.

Santoro pone attenzione al mondo degli assets intangibili, delineandone le tipologie più diffuse ed elencandone le caratteristiche principali. Successivamente approfondisce le caratteristiche dei brevetti e della loro valutazione, per poi arrivare all’uso degli “indicatori bibliometrici” per la migliore comprensione della loro efficacia, e cioè di particolari indici di ricerca che possono aiutare a capire quanto i singoli brevetti abbiano davvero avuto riconoscimenti operativi e scientifici. Sono quindi presi in considerazione le citazioni, i collegamenti fra brevetti simili, i “confini” dei singoli brevetti, i “conflitti” nei quali i brevetti possono essere coinvolti.

Ciò che il lavoro di Santoro delinea è quindi un tratto caratteristico e importante della cultura della produzione di ogni singola organizzazione – i brevetti -, visto attraverso lenti tecniche ed economiche che ne fanno scorgere meglio le caratteristiche e le peculiarità.

Non sempre di facilissima lettura, “La valutazione degli asset intangibili: dai modelli di patent value agli indicatori bibliometrici” è però una buona base per comprendere meglio il complesso sistema degli assets aziendali.

La valutazione degli asset intangibili: dai modelli di patent value agli indicatori bibliometrici

Michele Santoro

Tesi, Politecnico di Torino, Corso di Laurea Magistrale in Ingegneria Gestionale, 2019

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