A “lezione di internazionalità” nell’Archivio Storico Pirelli
È la voglia di scoprire le innovazioni delle aziende che operano oltre i confini italiani che spinge Giovanni Battista Pirelli a intraprendere un viaggio di studi fondamentale per la nascita della prima industria italiana per la produzione della gomma. Siamo nel 1870 quando il giovane studente del Politecnico di Milano inizia a esplorare l’Europa industriale del suo tempo. È infatti all’estero che Pirelli prende la decisione di dedicarsi a quest’impresa, percorrendo una sorta di “Grand Tour” tra le fabbriche più avanzate e i laboratori di ricerca di Francia, Svizzera, Germania. Solamente trent’anni dopo l’apertura della prima fabbrica di Milano, nel 1872, l’azienda Pirelli è già una delle prime multinazionali italiane con l’inaugurazione nel 1902 dello stabilimento di Villanueva y Geltrù, in Spagna. Questo è un anno decisivo che segnerà l’inizio del rapporto tra Pirelli e i paesi esteri. Nel 1913 l’azienda è in Inghilterra a Southampton, nel 1917 in Argentina, nel 1929 in Brasile. Un percorso intrapreso più di 100 anni fa che ha portato oggi Pirelli a essere tra i principali produttori mondiali di pneumatici operando in 12 paesi differenti con 18 stabilimenti.
I successi dell’azienda vengono già celebrati nel 1922, quando in occasione dei primi 50 anni di attività vengono esposte una serie di illustrazioni per il Museo Storico delle Industrie Pirelli. Tra i vari manifesti è il Cartello delle Organizzazioni Pirelli a illustrarci le numerose sedi commerciali estere e le piantagioni di gomma della ditta sparse in tutto il mondo. Ed è proprio il disegno celebrativo di un albero che fotografa l’espansione di Pirelli nella prima metà del Novecento – a introdurre il percorso didattico “A lezione di internazionalità in archivio” pensato per gli studenti delle scuole secondarie di I e II grado con lo scopo di far conoscere la storia e l’attualità dell’azienda e indirizzare i ragazzi verso l’acquisizione di un approccio di apertura verso le altre culture. Attraverso i documenti d’archivio gli studenti hanno la possibilità di diventare “ricercatori per un giorno”, confrontandosi con le diverse tipologie di materiali: dal documento che testimonia la quotazione di Pirelli, prima azienda italiana, alla borsa di New York nel 1922 alle fotografie delle più recenti fabbriche in Indonesia, Messico e Cina, passando per gli house organ pubblicati nei diversi paesi del mondo e le campagne pubblicitarie globali, per capire come Pirelli da quasi 150 anni lavori per essere un marchio internazionale. Il linguaggio pubblicitario è capace di parlare tutte le lingue del mondo, e ancor più lo fa, la parola universale Cinturato, prodotto di punta di Pirelli già a partire dagli anni Cinquanta, raccontato ad esempio nelle campagne realizzate da Pino Tovaglia nel 1968. O ancora nella pubblicità “International travellers travel Cinturato” del 1971 dove al disegno del Cinturato sono affiancate le targhe automobilistiche d’Europa in un viaggio ideale dall’Olanda alla Grecia, dall’Austria alla Spagna.
Durante il percorso i ragazzi, grazie alla visita alla mostra “La pubblicità con la P maiuscola” allestita negli spazi della Fondazione Pirelli, possono confrontarsi in particolare con il mondo della comunicazione visiva e della grafica internazionale del quarantennio tra gli anni Sessanta e gli anni Novanta caratterizzato da uno stile sempre più “globale”. Di questi anni sono le pubblicità dell’Agenzia Centro “Pirelli industria mondiale”, dove il logotipo “Pirelli” è moltiplicato innumerevoli volte a comporre una sfera capace di richiamare il mondo e evocare il carattere di internazionalità dell’azienda. In particolare negli anni Novanta, con l’agenzia Young & Rubicam, Pirelli coinvolge per le sue campagne pubblicitarie testimonial conosciuti a livello mondiale come Carl Lewis, Sharon Stone e il calciatore Ronaldo. La pubblicità diventa anche una possibile chiave di lettura per guardare i grandi cambiamenti sociali, economici e tecnologici che hanno interessato il nostro mondo e il nostro modo di vivere. Mostrare ai ragazzi questo sguardo originale sul mondo che cambia è un modo per fornire loro nuovi strumenti per interpretare la realtà che li circonda.
È la voglia di scoprire le innovazioni delle aziende che operano oltre i confini italiani che spinge Giovanni Battista Pirelli a intraprendere un viaggio di studi fondamentale per la nascita della prima industria italiana per la produzione della gomma. Siamo nel 1870 quando il giovane studente del Politecnico di Milano inizia a esplorare l’Europa industriale del suo tempo. È infatti all’estero che Pirelli prende la decisione di dedicarsi a quest’impresa, percorrendo una sorta di “Grand Tour” tra le fabbriche più avanzate e i laboratori di ricerca di Francia, Svizzera, Germania. Solamente trent’anni dopo l’apertura della prima fabbrica di Milano, nel 1872, l’azienda Pirelli è già una delle prime multinazionali italiane con l’inaugurazione nel 1902 dello stabilimento di Villanueva y Geltrù, in Spagna. Questo è un anno decisivo che segnerà l’inizio del rapporto tra Pirelli e i paesi esteri. Nel 1913 l’azienda è in Inghilterra a Southampton, nel 1917 in Argentina, nel 1929 in Brasile. Un percorso intrapreso più di 100 anni fa che ha portato oggi Pirelli a essere tra i principali produttori mondiali di pneumatici operando in 12 paesi differenti con 18 stabilimenti.
I successi dell’azienda vengono già celebrati nel 1922, quando in occasione dei primi 50 anni di attività vengono esposte una serie di illustrazioni per il Museo Storico delle Industrie Pirelli. Tra i vari manifesti è il Cartello delle Organizzazioni Pirelli a illustrarci le numerose sedi commerciali estere e le piantagioni di gomma della ditta sparse in tutto il mondo. Ed è proprio il disegno celebrativo di un albero che fotografa l’espansione di Pirelli nella prima metà del Novecento – a introdurre il percorso didattico “A lezione di internazionalità in archivio” pensato per gli studenti delle scuole secondarie di I e II grado con lo scopo di far conoscere la storia e l’attualità dell’azienda e indirizzare i ragazzi verso l’acquisizione di un approccio di apertura verso le altre culture. Attraverso i documenti d’archivio gli studenti hanno la possibilità di diventare “ricercatori per un giorno”, confrontandosi con le diverse tipologie di materiali: dal documento che testimonia la quotazione di Pirelli, prima azienda italiana, alla borsa di New York nel 1922 alle fotografie delle più recenti fabbriche in Indonesia, Messico e Cina, passando per gli house organ pubblicati nei diversi paesi del mondo e le campagne pubblicitarie globali, per capire come Pirelli da quasi 150 anni lavori per essere un marchio internazionale. Il linguaggio pubblicitario è capace di parlare tutte le lingue del mondo, e ancor più lo fa, la parola universale Cinturato, prodotto di punta di Pirelli già a partire dagli anni Cinquanta, raccontato ad esempio nelle campagne realizzate da Pino Tovaglia nel 1968. O ancora nella pubblicità “International travellers travel Cinturato” del 1971 dove al disegno del Cinturato sono affiancate le targhe automobilistiche d’Europa in un viaggio ideale dall’Olanda alla Grecia, dall’Austria alla Spagna.
Durante il percorso i ragazzi, grazie alla visita alla mostra “La pubblicità con la P maiuscola” allestita negli spazi della Fondazione Pirelli, possono confrontarsi in particolare con il mondo della comunicazione visiva e della grafica internazionale del quarantennio tra gli anni Sessanta e gli anni Novanta caratterizzato da uno stile sempre più “globale”. Di questi anni sono le pubblicità dell’Agenzia Centro “Pirelli industria mondiale”, dove il logotipo “Pirelli” è moltiplicato innumerevoli volte a comporre una sfera capace di richiamare il mondo e evocare il carattere di internazionalità dell’azienda. In particolare negli anni Novanta, con l’agenzia Young & Rubicam, Pirelli coinvolge per le sue campagne pubblicitarie testimonial conosciuti a livello mondiale come Carl Lewis, Sharon Stone e il calciatore Ronaldo. La pubblicità diventa anche una possibile chiave di lettura per guardare i grandi cambiamenti sociali, economici e tecnologici che hanno interessato il nostro mondo e il nostro modo di vivere. Mostrare ai ragazzi questo sguardo originale sul mondo che cambia è un modo per fornire loro nuovi strumenti per interpretare la realtà che li circonda.