La fantasia fa l’industria. Creatività e innovazione: le grandi firme per i progetti e i prodotti di Kartell e Pirelli
Kartell Museo e Fondazione Pirelli, nell’ambito della Settimana della Cultura d’Impresa promossa da Museimpresa, presentano la mostra “La fantasia fa l’industria. Le grandi firme per i progetti e i prodotti Kartell e Pirelli”, un percorso espositivo ospitato all’interno del Kartell Museo a Noviglio, per ripercorrere una storia di ricerca sui materiali e innovazione di prodotto che caratterizza due aziende simbolo del made in Italy. A partire dal portasci, primo prodotto realizzato da Kartell su brevetto Pirelli, la mostra racconta un viaggio nell’Italia della ricostruzione e del boom economico, attraverso brevetti, materiali e prodotti inventati e plasmati dal genio e dalla creatività di grandi nomi del design e della scienza – da Giulio Castelli a Giulio Natta e Carlo Barassi, da Bruno Munari a Marco Zanuso – per realizzare oggetti che hanno accompagnato e accompagnano gli italiani nei loro viaggi e nella vita di tutti i giorni.
Tra Pirelli e Kartell, tutta l’intelligenza e la fantasia del polimero; la loro storia si incrocia nel 1950, quando Pirelli aveva da poco festeggiato i 75 anni di attività internazionale nel settore della gomma e dei cavi, mentre la Kartell, fondata nel 1949, muoveva i suoi primi passi nella produzione di oggetti autoaccessori, casalinghi, lampade, arredi in materiale plastico. Ed è proprio nel 1950 per la Divisione Autoaccessori che Kartell realizza un porta-sci creato con brevetti Pirelli, ceduti all’interno di un accordo di collaborazione tra le due aziende. La caratteristica innovativa del primo prodotto realizzato da Kartell, il porta-sci Kartell K101 Brevetto Pirelli, deriva dalla combinazione di diversi nuovi materiali. E’ dell’ingegnere pirelliano Carlo Barassi nel 1948 il brevetto del nastro tessilastico Cord, o “Nastro Cord”, realizzato con lo stesso tessuto gommato impiegato per la produzione di pneumatici. Quando il primo prototipo era già pronto ecco entrare in questa storia un nuovo protagonista: il grande architetto e designer Roberto Menghi che si unì all’ingegner Barassi per depositare il brevetto del porta-sci. Sempre negli anni Cinquanta in “casa” Pirelli il fervido ingegno di Carlo Barassi genera un’altra invenzione rivoluzionaria per i viaggi degli Italiani, soprattutto in inverno: il pneumatico BS3, costituito da un battistrada separato dalla carcassa, con tre anelli intercambiabili per costruire di volta in volta un disegno invernale a prova di neve e ghiaccio o un pneumatico estivo. Il logo del rivoluzionario BS3 così come la campagna pubblicitaria vengono realizzati dai maestri del graphic design Giulio Confalonieri e Ilio Negri.
E’ grazie alla ricerca di nuovi materiali che vengono potenziate le applicazione in campo industriale che portano alla realizzazione di nuovi oggetti; già nel 1933 era entrata infatti nella produzione Pirelli la Gommapiuma, il cui utilizzo conoscerà una forte crescita nel dopoguerra e che grandi designer come Bruno Munari utilizzeranno per la creazione di oggetti di design, come il famoso gatto/giocattolo Meo Romeo. Verso la fine del decennio il chimico futuro premio Nobel Giulio Natta fa la sua prima esperienza di ricerca applicata in campo industriale nei laboratori della Bicocca, scoprendo un nuovo metodo per produrre la gomma sintetica. E sempre di Giulio Natta, nel 1954, è la scoperta del polipropilene che dà vita a un’industria completamente nuova di materie plastiche e sintetiche: una scoperta fondamentale per la storia della Kartell. Il polimero sintetico di Natta aveva dunque aperto la via alla modernità: era polietilene, era polipropilene, era policarbonato. Materiali duttili e creativi: così Menghi disegnava per Pirelli contenitori e annaffiatoi da esposizione al MoMA di New York, mentre Marco Zanuso reinventava con Kartell l’arte di sedersi e ne faceva un’icona del Novecento. La Gommapiuma Pirelli continuava a fare la sua parte: “ha rivoluzionato la forma delle poltrone”, aveva detto l’architetto e designer Franco Albini. E il nome di Albini si legava a un’altra azienda milanese, la Arflex, costituita da un gruppo di tecnici provenienti dalla Pirelli, tra cui lo stesso Carlo Barassi, e con cui – fin dalla sua fondazione – collaborava il designer Zanuso.
Oggi Kartell e Pirelli mantengono il proprio impegno verso l’innovazione di processo e di prodotto: processi, prodotti e persone che hanno fatto – e continuano a fare – la storia di due grandi aziende italiane.
Per informazioni sulla mostra:
Kartell Museo e Fondazione Pirelli, nell’ambito della Settimana della Cultura d’Impresa promossa da Museimpresa, presentano la mostra “La fantasia fa l’industria. Le grandi firme per i progetti e i prodotti Kartell e Pirelli”, un percorso espositivo ospitato all’interno del Kartell Museo a Noviglio, per ripercorrere una storia di ricerca sui materiali e innovazione di prodotto che caratterizza due aziende simbolo del made in Italy. A partire dal portasci, primo prodotto realizzato da Kartell su brevetto Pirelli, la mostra racconta un viaggio nell’Italia della ricostruzione e del boom economico, attraverso brevetti, materiali e prodotti inventati e plasmati dal genio e dalla creatività di grandi nomi del design e della scienza – da Giulio Castelli a Giulio Natta e Carlo Barassi, da Bruno Munari a Marco Zanuso – per realizzare oggetti che hanno accompagnato e accompagnano gli italiani nei loro viaggi e nella vita di tutti i giorni.
Tra Pirelli e Kartell, tutta l’intelligenza e la fantasia del polimero; la loro storia si incrocia nel 1950, quando Pirelli aveva da poco festeggiato i 75 anni di attività internazionale nel settore della gomma e dei cavi, mentre la Kartell, fondata nel 1949, muoveva i suoi primi passi nella produzione di oggetti autoaccessori, casalinghi, lampade, arredi in materiale plastico. Ed è proprio nel 1950 per la Divisione Autoaccessori che Kartell realizza un porta-sci creato con brevetti Pirelli, ceduti all’interno di un accordo di collaborazione tra le due aziende. La caratteristica innovativa del primo prodotto realizzato da Kartell, il porta-sci Kartell K101 Brevetto Pirelli, deriva dalla combinazione di diversi nuovi materiali. E’ dell’ingegnere pirelliano Carlo Barassi nel 1948 il brevetto del nastro tessilastico Cord, o “Nastro Cord”, realizzato con lo stesso tessuto gommato impiegato per la produzione di pneumatici. Quando il primo prototipo era già pronto ecco entrare in questa storia un nuovo protagonista: il grande architetto e designer Roberto Menghi che si unì all’ingegner Barassi per depositare il brevetto del porta-sci. Sempre negli anni Cinquanta in “casa” Pirelli il fervido ingegno di Carlo Barassi genera un’altra invenzione rivoluzionaria per i viaggi degli Italiani, soprattutto in inverno: il pneumatico BS3, costituito da un battistrada separato dalla carcassa, con tre anelli intercambiabili per costruire di volta in volta un disegno invernale a prova di neve e ghiaccio o un pneumatico estivo. Il logo del rivoluzionario BS3 così come la campagna pubblicitaria vengono realizzati dai maestri del graphic design Giulio Confalonieri e Ilio Negri.
E’ grazie alla ricerca di nuovi materiali che vengono potenziate le applicazione in campo industriale che portano alla realizzazione di nuovi oggetti; già nel 1933 era entrata infatti nella produzione Pirelli la Gommapiuma, il cui utilizzo conoscerà una forte crescita nel dopoguerra e che grandi designer come Bruno Munari utilizzeranno per la creazione di oggetti di design, come il famoso gatto/giocattolo Meo Romeo. Verso la fine del decennio il chimico futuro premio Nobel Giulio Natta fa la sua prima esperienza di ricerca applicata in campo industriale nei laboratori della Bicocca, scoprendo un nuovo metodo per produrre la gomma sintetica. E sempre di Giulio Natta, nel 1954, è la scoperta del polipropilene che dà vita a un’industria completamente nuova di materie plastiche e sintetiche: una scoperta fondamentale per la storia della Kartell. Il polimero sintetico di Natta aveva dunque aperto la via alla modernità: era polietilene, era polipropilene, era policarbonato. Materiali duttili e creativi: così Menghi disegnava per Pirelli contenitori e annaffiatoi da esposizione al MoMA di New York, mentre Marco Zanuso reinventava con Kartell l’arte di sedersi e ne faceva un’icona del Novecento. La Gommapiuma Pirelli continuava a fare la sua parte: “ha rivoluzionato la forma delle poltrone”, aveva detto l’architetto e designer Franco Albini. E il nome di Albini si legava a un’altra azienda milanese, la Arflex, costituita da un gruppo di tecnici provenienti dalla Pirelli, tra cui lo stesso Carlo Barassi, e con cui – fin dalla sua fondazione – collaborava il designer Zanuso.
Oggi Kartell e Pirelli mantengono il proprio impegno verso l’innovazione di processo e di prodotto: processi, prodotti e persone che hanno fatto – e continuano a fare – la storia di due grandi aziende italiane.
Per informazioni sulla mostra: