Accedi all’Archivio online
Esplora l’Archivio online per trovare fonti e materiali. Seleziona la tipologia di supporto documentale che più ti interessa e inserisci le parole chiave della tua ricerca.
    Seleziona una delle seguenti categorie:
  • Documenti
  • Fotografie
  • Disegni e manifesti
  • Audiovisivi
  • Pubblicazioni e riviste
  • Tutti
Assistenza alla consultazione
Per richiedere la consultazione del materiale conservato nell’Archivio Storico e nelle Biblioteche della Fondazione Pirelli al fine di studi e ricerche e conoscere le modalità di utilizzo dei materiali per prestiti e mostre, compila il seguente modulo.
Riceverai una mail di conferma dell'avvenuta ricezione della richiesta e sarai ricontattato.
Percorsi Fondazione Pirelli Educational

Seleziona il grado di istruzione della scuola di appartenenza
Back
Scuola Primaria
Percorsi Fondazione Pirelli Educational
Lasciate i vostri dati per essere ricontattati dallo staff di Fondazione Pirelli Educational e concordare le date del percorso.

Dichiaro di avere preso visione dell’informativa relativa al trattamento dei miei dati personali, e autorizzo la Fondazione Pirelli al trattamento dei miei dati personali per l’invio, anche a mezzo e-mail, di comunicazioni relative ad iniziative/convegni organizzati dalla Fondazione Pirelli..

Back
Scuole secondarie di I grado
Percorsi Fondazione Pirelli Educational
Lasciate i vostri dati per essere ricontattati dallo staff di Fondazione Pirelli Educational e concordare le date del percorso.
Back
Scuole secondarie di II grado
Percorsi Fondazione Pirelli Educational
Lasciate i vostri dati per essere ricontattati dallo staff di Fondazione Pirelli Educational e concordare le date del percorso.
Back
Università
Percorsi Fondazione Pirelli Educational

Vuoi organizzare un percorso personalizzato con i tuoi studenti? Per informazioni e prenotazioni scrivi a universita@fondazionepirelli.org

Visita la Fondazione
Per informazioni sulle attività della Fondazione e l’accessiblità agli spazi
contattare il numero 0264423971 o scrivere a visite@fondazionepirelli.org

La P lunga essenziale e “pop” di Pino Tovaglia

“La sera del 4 febbraio 1968, Pino Tovaglia salì al venticinquesimo piano del Centro Pirelli. Erano le sei e venti. Tovaglia preferiva incontrare Castellani in una certa quiete”. Non è un caso che l’articolo della Rivista Pirelli del 1969 dedicato all’appena scomparso Arrigo Castellani inizi proprio con la figura del designer milanese Pino Tovaglia. Gli oltre dieci anni di frequentazione tra Tovaglia e il direttore della Pubblicità Pirelli hanno prodotto alcune delle pagine più famose e geniali nella storia della comunicazione visiva della “P Lunga”. Da una parte il giovane e rigoroso grafico pubblicitario, dall’altra Castellani con la sua appassionata “romanità”, il desiderio continuo di travalicare e stupire. Un mix, anche caratteriale, in grado di creare capolavori. Pino Tovaglia inizia a collaborare con la Pirelli nel 1957, quando proprio Castellani lo ingaggia assieme ad altri cinque “mostri sacri” come Antonio Boggeri, Franco Grignani, Erberto Carboni, Ezio Bonini e Bob Noorda per firmare una campagna pubblicitaria pneumatici a più mani: sei stili diversi, sei modi di leggere il prodotto, sei linguaggi.

Quello di Tovaglia per il Pirelli Rolle appare fin da subito chiaro: linee pulite, nessuna concessione all’inessenziale, una predilezione “optical” per il bianco e il nero. Una cifra stilistica destinata a imporsi nel decennio successivo, in pieno clima pop art, e che trova il suo punto espressivo più alto nella campagna pubblicitaria “Un viaggio, ma” del 1966 per il pneumatico Cinturato. Le figure geometriche in bianco e nero di Tovaglia che incorniciano e spesso coprono le filastrocche surreali inventate da Castellani diventano un vero e proprio fatto culturale nella Milano “swinging” dei tardi anni Sessanta. La scrittrice Camilla Cederna ne resta divertita e affascinata nel suo articolo per la Rivista Pirelli: forse Londra non è lontana, se lo stesso gioco di bianchi e neri domina il film dello stesso 1966 “La lepre e la tartaruga” realizzato dalla Pirelli Limited inglese per il Cinturato. L’essenzialità del tratto di Tovaglia trova conferma l’anno successivo, quando il designer viene chiamato a immaginare insieme a Roberto Menghi lo stand Pirelli al Salone dell’Auto di Parigi: una sequenza quasi ipnotica di righe bianche e nere a suggerire i concetto del “radiale”, interrotte da una sorta di “tallone” rosso.

Una visione del Cinturato tanto potente quanto immediata. Nel 1968 l’ultimo capitolo della collaborazione tra Tovaglia e Castellani: il direttore pubblicitario infatti scompare improvvisamente alla fine di quell’anno. Lasciando però in eredità altri due piccoli capolavori. Uno è la campagna pubblicitaria delle “bandiere”: il Cinturato Pirelli conosciuto in tutti i paesi del mondo solo stilizzando la bandiera nazionale. L’altro è la copertina della Rivista Pirelli n. 3 di quell’anno, quella per cui Tovaglia era salito al venticinquesimo piano del Grattacielo Pirelli quella sera del 4 febbraio. Il rigoroso designer voleva ancora una volta provocare il vulcanico manager, sapendo di uscire come al solito vincitore dallo scontro amichevole: “Il tempo dell’uomo. Lavoro e no” la scritta per la copertina. Naturalmente in bianco e nero.

“La sera del 4 febbraio 1968, Pino Tovaglia salì al venticinquesimo piano del Centro Pirelli. Erano le sei e venti. Tovaglia preferiva incontrare Castellani in una certa quiete”. Non è un caso che l’articolo della Rivista Pirelli del 1969 dedicato all’appena scomparso Arrigo Castellani inizi proprio con la figura del designer milanese Pino Tovaglia. Gli oltre dieci anni di frequentazione tra Tovaglia e il direttore della Pubblicità Pirelli hanno prodotto alcune delle pagine più famose e geniali nella storia della comunicazione visiva della “P Lunga”. Da una parte il giovane e rigoroso grafico pubblicitario, dall’altra Castellani con la sua appassionata “romanità”, il desiderio continuo di travalicare e stupire. Un mix, anche caratteriale, in grado di creare capolavori. Pino Tovaglia inizia a collaborare con la Pirelli nel 1957, quando proprio Castellani lo ingaggia assieme ad altri cinque “mostri sacri” come Antonio Boggeri, Franco Grignani, Erberto Carboni, Ezio Bonini e Bob Noorda per firmare una campagna pubblicitaria pneumatici a più mani: sei stili diversi, sei modi di leggere il prodotto, sei linguaggi.

Quello di Tovaglia per il Pirelli Rolle appare fin da subito chiaro: linee pulite, nessuna concessione all’inessenziale, una predilezione “optical” per il bianco e il nero. Una cifra stilistica destinata a imporsi nel decennio successivo, in pieno clima pop art, e che trova il suo punto espressivo più alto nella campagna pubblicitaria “Un viaggio, ma” del 1966 per il pneumatico Cinturato. Le figure geometriche in bianco e nero di Tovaglia che incorniciano e spesso coprono le filastrocche surreali inventate da Castellani diventano un vero e proprio fatto culturale nella Milano “swinging” dei tardi anni Sessanta. La scrittrice Camilla Cederna ne resta divertita e affascinata nel suo articolo per la Rivista Pirelli: forse Londra non è lontana, se lo stesso gioco di bianchi e neri domina il film dello stesso 1966 “La lepre e la tartaruga” realizzato dalla Pirelli Limited inglese per il Cinturato. L’essenzialità del tratto di Tovaglia trova conferma l’anno successivo, quando il designer viene chiamato a immaginare insieme a Roberto Menghi lo stand Pirelli al Salone dell’Auto di Parigi: una sequenza quasi ipnotica di righe bianche e nere a suggerire i concetto del “radiale”, interrotte da una sorta di “tallone” rosso.

Una visione del Cinturato tanto potente quanto immediata. Nel 1968 l’ultimo capitolo della collaborazione tra Tovaglia e Castellani: il direttore pubblicitario infatti scompare improvvisamente alla fine di quell’anno. Lasciando però in eredità altri due piccoli capolavori. Uno è la campagna pubblicitaria delle “bandiere”: il Cinturato Pirelli conosciuto in tutti i paesi del mondo solo stilizzando la bandiera nazionale. L’altro è la copertina della Rivista Pirelli n. 3 di quell’anno, quella per cui Tovaglia era salito al venticinquesimo piano del Grattacielo Pirelli quella sera del 4 febbraio. Il rigoroso designer voleva ancora una volta provocare il vulcanico manager, sapendo di uscire come al solito vincitore dallo scontro amichevole: “Il tempo dell’uomo. Lavoro e no” la scritta per la copertina. Naturalmente in bianco e nero.

Multimedia

Images
CIAO, COME POSSO AIUTARTI?