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Saloni “grandi firme”: famosi designer per gli stand Pirelli

Aprile 2018, mese del Salone del Mobile e della Milano Design Week: le “Storie dal mondo Pirelli” non potevano non dare uno sguardo sui grandi designer che nella seconda metà del Novecento hanno attivamente contribuito a creare l’immagine dell’Azienda, anche intervenendo direttamente sugli allestimenti espositivi presso mostre e fiere.

Abbiamo già raccontato di Bruno Munari che, con il suo “labirinto” per la suola Pirelli Coria, ha dato l’impronta a numerosi saloni della Calzatura di Vigevano. Proprio uno di questi, quello del 1958, è caratterizzato dall’intervento di un’altra grandissima firma del design internazionale: Bob Noorda. L’esercito di figurine stilizzate che marcia sotto la scritta “Camminate Pirelli” diventa subito il simbolo delle suole in gomma: “la salute ha i piedi asciutti”. Ritroviamo l’artista olandese, noto per il suo rigore grafico, al Salone di Parigi 1960, a disegnare lo stand del pneumatico Pirelli BS3. E poi ancora al Salone dell’Auto di Torino dello stesso anno, in collaborazione con Franco Albini, alle prese con una “storia del pneumatico Pirelli” resa attraverso una fila di oblò circolari che scandiscono tempo e prodotti.

Un altro nome che ricorre spesso nell’allestimento di gran parte degli stand Pirelli degli anni Cinquanta e Sessanta è quella di Roberto Menghi, vero e proprio genio del disegno industriale. Assieme al grande Albe Steiner, Menghi firma nel 1956 il padiglione che, alla Fiera Campionaria di Milano, la Sapsa -azienda del Gruppo Pirelli-  dedica alla gommapiuma: esattezza geometrica e profili “puliti” sono naturalmente le parola d’ordine dei due maestri milanesi del design. Quasi contemporaneamente si va affermando, sempre nell’ambito delle attività espositive del Gruppo Pirelli, anche la coppia artistica formata da Ilio Negri e Giulio Confalonieri: a loro si deve il geniale allestimento per il Salone del Bambino al Teatro dell’Arte di Milano (1959), un’esposizione di giocattoli distribuita su una divertente serie di dadi ed elementi del domino. La triangolazione tra Menghi, Negri e Confalonieri sarà fervidissima negli anni: dalla “costellazione” di pneumatici BS3 immaginati come pianeti al Salone di Torino 1959, alla quasi fantascientifica sfilata di contenitori plastici disegnati dallo stesso Menghi ed esposti nel padiglione della Pirelli-Azienda Monza alla prima edizione della Fiera del packaging IPACK di Milano nel 1961, dai disegni battistrada disposti come naviganti in un acquario al Salone di Francoforte 1961 alle ragazze del Cinturato fotografate da Ugo Mulas per il Salone di Parigi 1962.

Altri nomi: Massimo Vignelli ed Ernesto Carboni. Al primo, maestro milanese del graphic design, si deve lo stand Pirelli al Salone del Ciclo e Motociclo di Milano del 1963: flash luminosi nel buio, fotografie d’epoca e massimo rigore geometrico. Battistrada come alberi e liane di una foresta per l’eclettico designer pubblicitario emiliano Ernesto Carboni, all’opera al Salone dell’Auto di Torino 1957.

A chiudere questa rassegna di “grandi firme” degli stand dedicati ai prodotti della P Lunga il geniale Pino Tovaglia che, in collaborazione con l’allora Direttore della Propaganda Pirelli Arrigo Castellani, fu in grado di immaginare e realizzare veri e propri capolavori. Dai saloni del Ciclo e Motociclo di Milano del 1956 e 1959, al raffinatissimo Salone dell’Auto di Ginevra 1962, fino al Salone di Torino del 1966 con le tavole a geometrie bianche e nere della campagna “Un viaggio ma” da lui stesso creata per il pneumatico Cinturato. Su questa campagna pubblicitaria la Fondazione Pirelli nel 2008 ha anche realizzato una delle sue prime mostre, negli spazi della Triennale di Milano.

E poi, Salone di Parigi 1967, ecco lo stand che da solo è capace di riassumere tutta un’epoca artistica, tutto un periodo della storia della pubblicità: un susseguirsi di righe bianche e nere, tagliate da una linea rossa a forma di sedile. Al centro, solo un telefono nero su bianco. Un trionfo di pop art, un tributo al Cinturato Pirelli.

Aprile 2018, mese del Salone del Mobile e della Milano Design Week: le “Storie dal mondo Pirelli” non potevano non dare uno sguardo sui grandi designer che nella seconda metà del Novecento hanno attivamente contribuito a creare l’immagine dell’Azienda, anche intervenendo direttamente sugli allestimenti espositivi presso mostre e fiere.

Abbiamo già raccontato di Bruno Munari che, con il suo “labirinto” per la suola Pirelli Coria, ha dato l’impronta a numerosi saloni della Calzatura di Vigevano. Proprio uno di questi, quello del 1958, è caratterizzato dall’intervento di un’altra grandissima firma del design internazionale: Bob Noorda. L’esercito di figurine stilizzate che marcia sotto la scritta “Camminate Pirelli” diventa subito il simbolo delle suole in gomma: “la salute ha i piedi asciutti”. Ritroviamo l’artista olandese, noto per il suo rigore grafico, al Salone di Parigi 1960, a disegnare lo stand del pneumatico Pirelli BS3. E poi ancora al Salone dell’Auto di Torino dello stesso anno, in collaborazione con Franco Albini, alle prese con una “storia del pneumatico Pirelli” resa attraverso una fila di oblò circolari che scandiscono tempo e prodotti.

Un altro nome che ricorre spesso nell’allestimento di gran parte degli stand Pirelli degli anni Cinquanta e Sessanta è quella di Roberto Menghi, vero e proprio genio del disegno industriale. Assieme al grande Albe Steiner, Menghi firma nel 1956 il padiglione che, alla Fiera Campionaria di Milano, la Sapsa -azienda del Gruppo Pirelli-  dedica alla gommapiuma: esattezza geometrica e profili “puliti” sono naturalmente le parola d’ordine dei due maestri milanesi del design. Quasi contemporaneamente si va affermando, sempre nell’ambito delle attività espositive del Gruppo Pirelli, anche la coppia artistica formata da Ilio Negri e Giulio Confalonieri: a loro si deve il geniale allestimento per il Salone del Bambino al Teatro dell’Arte di Milano (1959), un’esposizione di giocattoli distribuita su una divertente serie di dadi ed elementi del domino. La triangolazione tra Menghi, Negri e Confalonieri sarà fervidissima negli anni: dalla “costellazione” di pneumatici BS3 immaginati come pianeti al Salone di Torino 1959, alla quasi fantascientifica sfilata di contenitori plastici disegnati dallo stesso Menghi ed esposti nel padiglione della Pirelli-Azienda Monza alla prima edizione della Fiera del packaging IPACK di Milano nel 1961, dai disegni battistrada disposti come naviganti in un acquario al Salone di Francoforte 1961 alle ragazze del Cinturato fotografate da Ugo Mulas per il Salone di Parigi 1962.

Altri nomi: Massimo Vignelli ed Ernesto Carboni. Al primo, maestro milanese del graphic design, si deve lo stand Pirelli al Salone del Ciclo e Motociclo di Milano del 1963: flash luminosi nel buio, fotografie d’epoca e massimo rigore geometrico. Battistrada come alberi e liane di una foresta per l’eclettico designer pubblicitario emiliano Ernesto Carboni, all’opera al Salone dell’Auto di Torino 1957.

A chiudere questa rassegna di “grandi firme” degli stand dedicati ai prodotti della P Lunga il geniale Pino Tovaglia che, in collaborazione con l’allora Direttore della Propaganda Pirelli Arrigo Castellani, fu in grado di immaginare e realizzare veri e propri capolavori. Dai saloni del Ciclo e Motociclo di Milano del 1956 e 1959, al raffinatissimo Salone dell’Auto di Ginevra 1962, fino al Salone di Torino del 1966 con le tavole a geometrie bianche e nere della campagna “Un viaggio ma” da lui stesso creata per il pneumatico Cinturato. Su questa campagna pubblicitaria la Fondazione Pirelli nel 2008 ha anche realizzato una delle sue prime mostre, negli spazi della Triennale di Milano.

E poi, Salone di Parigi 1967, ecco lo stand che da solo è capace di riassumere tutta un’epoca artistica, tutto un periodo della storia della pubblicità: un susseguirsi di righe bianche e nere, tagliate da una linea rossa a forma di sedile. Al centro, solo un telefono nero su bianco. Un trionfo di pop art, un tributo al Cinturato Pirelli.

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