

Un capitolo interessante della storia del Grattacielo riguarda la progettazione degli interni. Curata da Gio Ponti, “in relazione e continuità con l’architettura”, si legge nel numero 71 del settembre 1960 di Edilizia Moderna dedicato alla sede della Pirelli, tale progettazione voleva fornire un’identità di stile a tutti gli ambienti e a tutte le componenti d’arredo: dalle pareti e i pavimenti, tutti rivestiti da gomma e linoleum Pirelli, alle porte, fino ad ascensori, orologi, lampade e altri apparecchi per l’illuminazione, nella convinzione “democratica” che tutti gli “abitanti” dell’edificio, dal presidente dell’azienda agli impiegati, dovessero vivere gli stessi spazi.
Il colore, al quale Ponti teneva particolarmente, come dimostra il suo articolo del 1952 per la Rivista Pirelli dal titolo “Tutto al mondo deve essere coloratissimo”, è utilizzato come “correttivo alla monotonia e alla impersonalità degli spazi” nelle porte in linoleum rosso e nei pavimenti in linoleum giallo e nero. Anche la scelta del mobilio fu curata da Gio Ponti e Alberto Rosselli: come scrivanie furono scelte quelle disegnate da Ponti nel 1955 per la ditta Rima, con struttura in metallo e piano in legno o in linoleum.
Il grattacielo era pronto a iniziare la sua nuova vita.