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La Bicocca degli Arcimboldi

Uno scalone affrescato

La Bicocca degli Arcimboldi

Uno scalone affrescato

Benvenuti nel tour virtuale della Bicocca degli Arcimboldi che vi permetterà di conoscere la storia e gli interni di questo meraviglioso edificio rinascimentale, oggi sede di rappresentanza del Gruppo Pirelli. Di seguito alcuni consigli utili per una migliore esperienza di navigazione.

È possibile passeggiare virtualmente tra le stanze muovendosi in ogni direzione, stanza e piano a seconda delle preferenze individuali, utilizzando le frecce visibili sulla schermata principale.

In alto a destra, un’icona fissa vi permetterà di accedere direttamente alle diverse stanze e poter approfondire diversi contenuti che arrichiscono l’esperienza virtuale. L’accesso a questi contenuti avviene tramite il pulsante in basso a destra. Sono state selezionati dalla Fondazione Pirelli documenti e immagini che vi porteranno alla scoperta della storia e del profondo legame con l’azienda.

Il pulsante in basso a sinistra vi accompagnerà invece direttamente nella stanza successiva per una più veloce fruizione della visita.

Buona navigazione,
Lo staff di Fondazione Pirelli

Lo scalone di Piero Portaluppi

Le tre rampe di scale ideate da Piero Portaluppi nel 1953 portano al primo piano della villa modificandone profondamente la distribuzione interna: originariamente, ai piani superiori si accedeva tramite le sole scale racchiuse nella torre della facciata meridionale. Lo scalone, di grande impatto scenografico, è fiancheggiato da frammenti di affreschi fortemente restaurati che raffigurano alcune scene di vita campestre.

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Scene di vita cortese

Il ciclo di affreschi sulle tre pareti in cima allo scalone rappresenta i piaceri del vivere in villa rifacendosi ai modi stilistici del pittore Bonifacio Bembo, alla tradizione iconografica dei Tacuina Sanitatis medievali e degli arazzi nordici sui quali venivano ricamati gli svaghi della nobiltà. Gli affreschi, realizzati con la fragile tecnica del “fresco-secco”, dovevano estendersi sulle quattro pareti della sala. Per un periodo coperti di calce e intonaco, sono stati riscoperti nei primi decenni del Novecento, restaurati da Mauro Pelliccioli nel 1933 e, ancora, negli anni Novanta del secolo scorso.

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Suoni e danze nel Rinascimento

Due musicisti, il primo di ciaramella e il secondo di cornamusa, procedono da sinistra verso destra, in direzione di un gruppo di figure danzanti. La scena si svolge all’aperto su un prato e sullo sfondo, in lontananza, si possono notare alti arbusti carichi di vegetazione. I costumi dei suonatori, con il copricapo a punta decorato da un campanellino, non sono privi di una certa vena buffonesca e la cintura alta rimanda alla moda diffusa tra il 1450 e il 1475 circa.  

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Il piacere della vita agreste

Due dame sembrano intente ai lavori nei campi: una porta in spalla un fascio di grano o fieno, l’altra  stringe in mano un mazzo di erbe o fiori. Le loro eleganti vesti a vita alta, le ampie maniche e i cappelli che nascondono la chioma rispecchiano la moda milanese della seconda metà del Quattrocento. Il paesaggio è costituito da grandi alberi carichi di frutta a rappresentare l’abbondanza della natura. Nella parte superiore delle pareti corre un delicato fregio realizzato con fiori intrecciati e una serie di mensole a trompe l’oeil.

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Attività all’aria aperta

Una donna, seduta su un ponticello, è intenta a pescare in uno specchio d’acqua con un retino. Porta una collana, una semplice tunica dalle maniche corte con ampio scollo, una cuffia da cui fuoriesce parte dell’acconciatura e, sul fianco, una zucca secca utilizzata come borraccia. Sulla sinistra si nota parte di un grande bacile in cui è immersa una gamba (forse un recipiente per raccogliere i pesci o più presumibilmente un grande catino per la pigiatura dell’uva). In alto, sulla sinistra, una colomba bianca in volo. Secondo le interpretazioni di alcuni studiosi, le scene del ciclo di affreschi disposte in questo spazio di passaggio avrebbero dovuto rappresentare le quattro stagioni dell’anno.  

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A ognuno il suo spazio

In cima alle scale si trova un ampio spazio ricavato dall’accorpamento di due ambienti distinti, probabilmente dovuto a una serie di cambi d’uso e di ampliamenti succedutisi nel tempo. Le due sale originarie, in netto contrasto tra loro, risultano ad oggi armoniosamente unificate da un grande camino in arenaria. Poco si sa infatti dell’impianto originale delle stanze al piano nobile: una delle ipotesi avanzate dagli studiosi è che gli ambienti fossero in origine separati per distinguere tra appartamenti maschili (es. “Sala dei Nodi”) e femminili (es. “Sala delle Dame”). Sulle pareti si può notare il simbolo del sole, dipinto e alternato a stelle di colore rosso, in contrasto con la parte a graffito e con decori di colore grigio.

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