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Lo staff di Fondazione Pirelli
Gli artisti in fabbrica
Dalla seconda metà degli anni Cinquanta Pirelli apre la fabbrica agli artisti, dando vita a un nuovo genere sulle pagine della rivista Pirelli, quello delle “visite in fabbrica”. Si comincia con una serie di articoli dedicati alla produzione di svariati prodotti Pirelli (giocattoli, cavi, tubi, pneumatici, barche, filato elastico, palle da tennis), illustrati dal pittore Fulvio Bianconi che rappresenta, alternando disegni a china nera a disegni con vividi colori, macchine e procedimenti produttivi. Nei primi anni Sessanta è la volta di due pittori che riflettono invece sul rapporto tra uomo e macchina, realizzando vere e proprie opere d’arte svincolate dal semplice scopo illustrativo. Sono Ernesto Treccani, che nel 1962 rappresenta la sua esperienza in fabbrica con sei smalti su rame, riprodotti sul numero 3 di quell’anno, e Giancarlo Cazzaniga che affida la sua visione della fabbrica a una serie di opere a olio e pastelli a olio su tela e su carta e a un breve testo, pubblicati sul numero 1 del 1963.
Gli house organ
Tra il 1950 e il 1960, Pirelli raggiunge l’apice d’espansione internazionale. Con la nascita del dipartimento comunicazione e cultura di Arrigo Castellani, ogni consociata estera viene dotata di una propria rivista per informazioni di servizio, attualità o reportage da altre realtà territoriali. Nascono così gli house organ Pirelli. A dare il via è l’italiano “Fatti e Notizie” (1950), seguito dalle mense alle attività sportive dall’argentino “Pàginas”, dal brasiliano “Noticias”, dal greco “Ta Nea” e dal turco “Turk Pirelli”, dallo spagnolo “Echos y Noticias” dal tedesco “Aktuell”. Tuttavia, con la globalizzazione, Pirelli assume un tone-of-voice unanime e condiviso in tutto il mondo, che trova espressione in un periodico transnazionale: “World” (1993-oggi).
La rivista "Pirelli"
Pubblicata tra il 1948 e il 1972, la Rivista Pirelli nasce come luogo d’incontro tra cultura tecnico-scientifica e umanistica. Arte, scienza, letteratura, industria, architettura, economia, urbanistica, cinema e molto altro. La Rivista Pirelli non è stata solo un’irripetibile comunità di scienziati, designer, architetti e intellettuali dell’epoca. Ad arricchire i pezzi scritti dalle penne di Enzo Biagi, Dino Buzzati, Italo Calvino, Umberto Eco, Eugenio Montale, Salvatore Quasimodo, Umberto Saba, Leonardo Sciascia, Elio Vittorini, Gillo Dorfles, Camilla Cederna sono intervenuti i tratti di grandi grafici, illustratori, fotografi e artisti dell’epoca come Pino Tovaglia, Bruno Munari, Bob Noorda e molti altri.