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Lo staff di Fondazione Pirelli
Una testimonial d’eccezione
È il 1948 e sulla spiaggia di Tobey Beach il fotografo Andrè de Dienes realizza un servizio con la modella Norma Jeane Baker, più nota come Marilyn Monroe. Nel 1952 uno di quegli scatti verrà scelto per pubblicizzare i costumi da bagno in filato elastico Lastex, prodotto dalla Pirelli Revere. Non solo costumi, ma anche cuffie da bagno e battelli pneumatici, articoli per gli sport subacquei, materassini adatti per le tende da campeggio o per la spiaggia, palloni da gioco colorati. E ancora maschere per immergersi al mare, come quella fotografata da Serge Libiszewski, oggetto della campagna pubblicitaria realizzata da Lora Lamm nel 1959. Un universo di prodotti in gomma Pirelli per i viaggi e le vacanze, protagonisti della modernità.
Lasciare il segno
Gli anni Sessanta sono gli anni dei grandi intellettuali, grafici e designer coinvolti nella realizzazione di campagne pubblicitarie iconiche sotto la guida di Arrigo Castellani, capo della Direzione Propaganda Pirelli. Sono gli anni del Centro Culturale Pirelli, del Pirellone e delle collaborazioni con Bruno Munari, Pino Tovaglia e Bob Noorda, tra gli altri. A quest’ultimo si deve, ad esempio, la rivoluzionaria campagna dedicata al pneumatico "Inverno”, pensato proprio per supportare la guida su strade innevate, in cui il segno del battistrada viene rielaborato graficamente, a suggerire una versione stilizzata di abeti e fiocchi di neve.
Caccia alla volpe sul pneumatico
Stampato nel 1913 a Londra dalla David Allen & Sons, Pneu Pirelli è un imponente manifesto (3x2 m) che testimonia due principali cambiamenti nell’evoluzione della pubblicità aziendale. Oltre a comunicare la dimensione internazionale già assunta dal Gruppo a inizio secolo, permette anche di osservare come la pubblicità fosse liberamente adattata al Paese di riferimento. Cosa c’è, infatti, di più tradizionale della caccia alla volpe in Gran Bretagna? In Pneu Pirelli, la volpe – animale astuto – riesce infatti a scappare dai mastini correndo su un pneumatico Pirelli (bianco perché il nerofumo, necessario per mantenere una maggiore presa su strade asfaltate ancora più che rare all’epoca, non era ancora stato sviluppato).
Marcello Dudovich, maestro del cartellonismo italiano
Marcello Dudovich è stato uno dei maggiori cartellonisti italiani di inizio Novecento. Nato e formatosi come pittore a Trieste, si trasferisce a Milano nel 1898, assunto dalle Officine Grafiche Ricordi, fondando poi, nel 1920 una propria società editrice, la STAR. Per Pirelli realizza diverse pubblicità a partire dagli anni Venti, spesso utilizzando soggetti femminili, eleganti figure di donne moderne e alla moda che pubblicizzano pneumatici e impermeabili. Tra i manifesti realizzati, anche la pubblicità dei Cicli Dei, le biciclette realizzate da Umberto Dei, gommate con tubolari Pirelli, che tra Ottocento e Novecento erano scelte dai ciclisti di tutto il mondo per la loro qualità. Una copia originale del manifesto, databile intorno al 1920, è di recente entrata nel patrimonio della Fondazione Pirelli.
Pneumatici come sculture
A partire dagli anni Cinquanta la Pirelli amplia notevolmente la sua gamma di pneumatici, sempre più specializzati per i diversi tipi di veicolo, le diverse stagioni, le particolari condizioni stradali, di velocità, di carico. Per pubblicizzare questi prodotti e renderli riconoscibili nella peculiarità del loro disegno battistrada, tra gli anni Cinquanta e Settanta vengono realizzate centinaia di tavole, una per ogni modello: fotografie completamente ritoccate a china e aerografo da professionisti, per far risaltare forme e linee dei battistrada su pubblicità, listini, cataloghi.
Camminare sulla gomma
Il periodo tra le due Guerre rappresenta un momento di passaggio esemplare per la creatività e l’espansione produttiva di Pirelli, che si adopera per rispondere alle esigenze dei consumatori sotto ogni punto di vista, anche dell’attenzione al risparmio. Ne sono un esempio le soprascarpe in gomma realizzate per proteggere la punta delle scarpe dalle intemperie e dall’usura, ma anche il “Tacco Stella”, un tacco in gomma pensato per essere ruotato più volte man mano che un lato andava usurandosi.