Accedi all’Archivio online
Esplora l’Archivio online per trovare fonti e materiali. Seleziona la tipologia di supporto documentale che più ti interessa e inserisci le parole chiave della tua ricerca.
    Seleziona una delle seguenti categorie:
  • Documenti
  • Fotografie
  • Disegni e manifesti
  • Audiovisivi
  • Pubblicazioni e riviste
  • Tutti
Assistenza alla consultazione
Per richiedere la consultazione del materiale conservato nell’Archivio Storico e nelle Biblioteche della Fondazione Pirelli al fine di studi e ricerche e conoscere le modalità di utilizzo dei materiali per prestiti e mostre, compila il seguente modulo.
Riceverai una mail di conferma dell'avvenuta ricezione della richiesta e sarai ricontattato.
Percorsi Fondazione Pirelli Educational

Seleziona il grado di istruzione della scuola di appartenenza
Back
Scuola Primaria
Percorsi Fondazione Pirelli Educational
Lasciate i vostri dati per essere ricontattati dallo staff di Fondazione Pirelli Educational e concordare le date del percorso.

Dichiaro di avere preso visione dell’informativa relativa al trattamento dei miei dati personali, e autorizzo la Fondazione Pirelli al trattamento dei miei dati personali per l’invio, anche a mezzo e-mail, di comunicazioni relative ad iniziative/convegni organizzati dalla Fondazione Pirelli.

Back
Scuole secondarie di I grado
Percorsi Fondazione Pirelli Educational
Lasciate i vostri dati per essere ricontattati dallo staff di Fondazione Pirelli Educational e concordare le date del percorso.
Back
Scuole secondarie di II grado
Percorsi Fondazione Pirelli Educational
Lasciate i vostri dati per essere ricontattati dallo staff di Fondazione Pirelli Educational e concordare le date del percorso.
Back
Università
Percorsi Fondazione Pirelli Educational

Vuoi organizzare un percorso personalizzato con i tuoi studenti? Per informazioni e prenotazioni scrivi a universita@fondazionepirelli.org

Visita la Fondazione
Per informazioni sulle attività della Fondazione, visite guidate e l'accessibilità agli spazi
contattare il numero 0264423971 o compilare il form qui sotto anticipando nel campo note i dettagli nella richiesta.

Il Salone dell’Auto di Parigi del 1913

Al via il Salone di Parigi 2012 (29 settembre – 14 ottobre) dove Pirelli presenta pneumatici P Zero con “dedica”, cioé contrassegnati da una specifica marcatura che indica per quale casa automobilistica sono stati sviluppati. Un desiderio di stupire e innovarsi che ha sempre contraddistinto la partecipazione dell’azienda a questi eventi internazionali, vetrine importantissime per distinguersi sul mercato.

E per l’occasione l’Archivio Storico della Fondazione Pirelli ha “spulciato” fra i tanti documenti conservati ricostruendo un aneddoto che caratterizzò la partecipazione dell’azienda al Salone dell’Auto di Parigi del 1913.

Vi proponiamo un estratto.

“Monsieur Chavaux rilesse la lettera destinata a Monsieur le Directeur – Pneu Pirelli. Tutto corretto, sì. Anche le cifre proposte: 2.400 franchi per uno stand con fregi  e decorazioni dorate, 1.500 per qualcosa di più contenuto. Comunque “execution garantie soignée et de bon gout”. Mise la data, 17/9/1913. La lettera partì per Milano.

La risposta non si fece aspettare. Il 23 settembre, il co-gerente Alberto Pirelli poteva informare la Société Française des Produit Pirelli di aver scelto la soluzione più costosa per lo stand Pirelli al Salone dell’Automobile di Parigi 1913, in programma di lì a un mese presso i saloni del Gran Palais. Certo, “bisognerà introdurre qualche modifica…come potete chiaramente vedere dalla maquette allegata…e bisognerà naturalmente richiedere a Chauvaux una considerevole riduzione di prezzo, visto che dal progetto originale  viene tolta una parte di mobilio e di tinture…”

Tra i materiali da esporre, la più moderna produzione di pneumatici Pirelli. Ci sono anche due “880 x 120 renforcées  type course”, da montarsi “sur jantes nickelées”: sono i Pirelli che durante la stagione 1913 hanno stravinto in tutte le corse francesi con le Peugeot dei piloti Boillot e Goux. Anzi, perché non abbellire lo stand proprio con le fotografie di queste vittorie in terra di Francia?

“Abbiamo ricevuto le foto”, scrivono qualche giorno dopo dalla filiale francese. “..tutt’al più facciamo ritoccare quella di Boillot, che qui ha il numero 2 invece dell’8 che aveva ad Amiens…”.

Appuntamento dunque al Gran Palais, Galerie du Balcon, Stand 57.

Al via il Salone di Parigi 2012 (29 settembre – 14 ottobre) dove Pirelli presenta pneumatici P Zero con “dedica”, cioé contrassegnati da una specifica marcatura che indica per quale casa automobilistica sono stati sviluppati. Un desiderio di stupire e innovarsi che ha sempre contraddistinto la partecipazione dell’azienda a questi eventi internazionali, vetrine importantissime per distinguersi sul mercato.

E per l’occasione l’Archivio Storico della Fondazione Pirelli ha “spulciato” fra i tanti documenti conservati ricostruendo un aneddoto che caratterizzò la partecipazione dell’azienda al Salone dell’Auto di Parigi del 1913.

Vi proponiamo un estratto.

“Monsieur Chavaux rilesse la lettera destinata a Monsieur le Directeur – Pneu Pirelli. Tutto corretto, sì. Anche le cifre proposte: 2.400 franchi per uno stand con fregi  e decorazioni dorate, 1.500 per qualcosa di più contenuto. Comunque “execution garantie soignée et de bon gout”. Mise la data, 17/9/1913. La lettera partì per Milano.

La risposta non si fece aspettare. Il 23 settembre, il co-gerente Alberto Pirelli poteva informare la Société Française des Produit Pirelli di aver scelto la soluzione più costosa per lo stand Pirelli al Salone dell’Automobile di Parigi 1913, in programma di lì a un mese presso i saloni del Gran Palais. Certo, “bisognerà introdurre qualche modifica…come potete chiaramente vedere dalla maquette allegata…e bisognerà naturalmente richiedere a Chauvaux una considerevole riduzione di prezzo, visto che dal progetto originale  viene tolta una parte di mobilio e di tinture…”

Tra i materiali da esporre, la più moderna produzione di pneumatici Pirelli. Ci sono anche due “880 x 120 renforcées  type course”, da montarsi “sur jantes nickelées”: sono i Pirelli che durante la stagione 1913 hanno stravinto in tutte le corse francesi con le Peugeot dei piloti Boillot e Goux. Anzi, perché non abbellire lo stand proprio con le fotografie di queste vittorie in terra di Francia?

“Abbiamo ricevuto le foto”, scrivono qualche giorno dopo dalla filiale francese. “..tutt’al più facciamo ritoccare quella di Boillot, che qui ha il numero 2 invece dell’8 che aveva ad Amiens…”.

Appuntamento dunque al Gran Palais, Galerie du Balcon, Stand 57.

Multimedia

Images

Soprabiti e costumi da bagno: moda e stile secondo Pirelli

Il rapporto tra Pirelli e la moda ha radici che affondano nella storia stessa del gruppo, fin dalla sua fondazione nel 1872.

Nell’ambito della lavorazione della gomma, infatti, la Pirelli inizia l’applicazione di questo materiale sui tessuti e, prima in Italia, produce e mette in vendita gli impermeabili che per anni dominano incontrastati il mercato.

La marca dei “Due Soli”, il cui logo è disegnato dal pittore Bramante Buffoni, diventa l’emblema della Pirelli Confezioni la quale entra di diritto nel settore dell’ “abito pronto”. Le collezioni si rinnovano di anno in anno, la produzione si diversifica: ora si aggiungono soprabiti, paletos per uomo, donna e bambini.

Le campagne pubblicitarie nei primi anni Cinquanta sono affidate a designer e grafici di grande successo come Jeanne Grignani, mentre negli anni del boom economico ci si affida alla fotografia e al genio di Ugo Mulas.

Ma la vera novità degli anni Sessanta sono i nuovi tessuti lanciati sul mercato: dal filato lastex per la confezioni di scarpe, cappelli, borse, cinture, costumi da bagno e prendisole al lana lana elastomerizzato, dal duplex-coat (due strati di cotone contenenti aria) allo sporting, in tweed di lana con vellutatura di gomma, al wool rub, ottenuto lavorando con uno speciale trattamento due diversi tipi di lana.

Ingegneria applicata ai materiali, dunque, associata ad eleganza, stile e qualità hanno per lungo tempo caratterizzato la storia della Pirelli Confezioni.

Il rapporto tra Pirelli e la moda ha radici che affondano nella storia stessa del gruppo, fin dalla sua fondazione nel 1872.

Nell’ambito della lavorazione della gomma, infatti, la Pirelli inizia l’applicazione di questo materiale sui tessuti e, prima in Italia, produce e mette in vendita gli impermeabili che per anni dominano incontrastati il mercato.

La marca dei “Due Soli”, il cui logo è disegnato dal pittore Bramante Buffoni, diventa l’emblema della Pirelli Confezioni la quale entra di diritto nel settore dell’ “abito pronto”. Le collezioni si rinnovano di anno in anno, la produzione si diversifica: ora si aggiungono soprabiti, paletos per uomo, donna e bambini.

Le campagne pubblicitarie nei primi anni Cinquanta sono affidate a designer e grafici di grande successo come Jeanne Grignani, mentre negli anni del boom economico ci si affida alla fotografia e al genio di Ugo Mulas.

Ma la vera novità degli anni Sessanta sono i nuovi tessuti lanciati sul mercato: dal filato lastex per la confezioni di scarpe, cappelli, borse, cinture, costumi da bagno e prendisole al lana lana elastomerizzato, dal duplex-coat (due strati di cotone contenenti aria) allo sporting, in tweed di lana con vellutatura di gomma, al wool rub, ottenuto lavorando con uno speciale trattamento due diversi tipi di lana.

Ingegneria applicata ai materiali, dunque, associata ad eleganza, stile e qualità hanno per lungo tempo caratterizzato la storia della Pirelli Confezioni.

Multimedia

Images

Monza compie novant’anni: palcoscenico di campioni

Gran Premio dell’Automobile Club. Così si chiama il Gran Premio di Monza nel 1922, l’anno in cui le prime mono posto ne infiammeranno l’asfalto con pneumatici marchiati Pirelli.

Con il passare degli anni il Gran Premio di Monza è diventato uno degli appuntamenti più popolari del calendario mondiale della Formula 1. Una gara prestigiosa per il circuito automobilistico e non solo. Anche il cinema viene attirato tanto che, nel 1950, Amedeo Nazzari correrà per finzione nel film “L’ultimo incontro” (allora il titolo provvisorio era “Perdizione”), una popolare produzione di Dino De Laurentiis. Il set è proprio l’Autodromo di Monza, in occasione del Gran Premio d’Italia del settembre 1950.

Chi invece sul tracciato fa veramente fumare l’asfalto è Fangio che finirà a sua volta davanti alla macchina da presa, quindici anni e cinque Mondiali F1 dopo. Sempre a Monza, infatti, nel 1965 il pilota argentino sfreccia e sobbalza sulla Parabolica a bordo di una spider rossa. Poi si ferma, si toglie i guanti e guarda il pubblico: “Una volta correvo con lo Stelvio Pirelli ma questo Cinturato è extraordinario!”.

Il tracciato brianzolo è legato indissolubilmente ad un altro grande nome della Formula 1: il due volte campione del mondo Alberto Ascari che tuttavia, proprio a Monza perderà la vita durante una sessione di test. Era il 26 maggio 1955 e da quel giorno la curva del Vialone si chiamerà in sua memoria “Variante Ascari”.

La “Rivista Pirelli” lo ricorda così: “C’era molta simpatia in tutti per lui, alla Pirelli. E più che simpatia, affetto; affetto che che andava ben oltre la gratitudine per aver avuto in lui l’uomo che per due volte nella conquista del campionato del mondo aveva associato il proprio nome e a quello della Ferrari il nome della Casa che gommava le sue vetture…”

Gran Premio dell’Automobile Club. Così si chiama il Gran Premio di Monza nel 1922, l’anno in cui le prime mono posto ne infiammeranno l’asfalto con pneumatici marchiati Pirelli.

Con il passare degli anni il Gran Premio di Monza è diventato uno degli appuntamenti più popolari del calendario mondiale della Formula 1. Una gara prestigiosa per il circuito automobilistico e non solo. Anche il cinema viene attirato tanto che, nel 1950, Amedeo Nazzari correrà per finzione nel film “L’ultimo incontro” (allora il titolo provvisorio era “Perdizione”), una popolare produzione di Dino De Laurentiis. Il set è proprio l’Autodromo di Monza, in occasione del Gran Premio d’Italia del settembre 1950.

Chi invece sul tracciato fa veramente fumare l’asfalto è Fangio che finirà a sua volta davanti alla macchina da presa, quindici anni e cinque Mondiali F1 dopo. Sempre a Monza, infatti, nel 1965 il pilota argentino sfreccia e sobbalza sulla Parabolica a bordo di una spider rossa. Poi si ferma, si toglie i guanti e guarda il pubblico: “Una volta correvo con lo Stelvio Pirelli ma questo Cinturato è extraordinario!”.

Il tracciato brianzolo è legato indissolubilmente ad un altro grande nome della Formula 1: il due volte campione del mondo Alberto Ascari che tuttavia, proprio a Monza perderà la vita durante una sessione di test. Era il 26 maggio 1955 e da quel giorno la curva del Vialone si chiamerà in sua memoria “Variante Ascari”.

La “Rivista Pirelli” lo ricorda così: “C’era molta simpatia in tutti per lui, alla Pirelli. E più che simpatia, affetto; affetto che che andava ben oltre la gratitudine per aver avuto in lui l’uomo che per due volte nella conquista del campionato del mondo aveva associato il proprio nome e a quello della Ferrari il nome della Casa che gommava le sue vetture…”

Multimedia

Images

Pirelli, una lunga storia di gomme e di aerei

Pirelli comincia a produrre pneumatici per aereo nel corso della Prima Guerra Mondiale e gli “Avio” Pirelli accompagnano imprese leggendarie, dal Volo su Vienna di Gabriele D’Annunzio del 1918 al raid Roma-Tokyo di Arturo Ferrarin del 1920.

Durante il secondo conflitto mondiale Pirelli equipaggia i biplani Fiat impegnati in Africa Orientale e i bombardieri Savoia-Marchetti “Pipistrello”, ma partecipa anche a nuove imprese: è del 1930 il primo Giro Aereo d’Italia, vinto dal Colonnello Paride Sacchi che – all’arrivo – loda i “meravigliosi pneumatici” del suo Breda 15S.

E poi arriva il momento della Ricostruzione, e l’impegno rinnovato – oltre che in campo militare per i velivoli della NATO – nell’aviazione civile, con la collaborazione con Breda per il gigantesco BZ304 e con Fiat per gli aerei forniti alla ALI-Avio Linee Italiane.

Pirelli ha affiancato passo dopo passo l’Italia che “spiccava il volo” e a testimonianza di questo impegno oggi entra a far parte del patrimonio storico della Fondazione Pirelli il pneumatico Pirelli “Aeroplano” che negli anni Cinquanta garantiva un atterraggio sicuro al DC3 della LAI (Linee Aeree Italiane).

Per l’occasione è stata realizzata in Fondazione Pirelli una retrospettiva di fotografie e documenti che raccontano sessant’anni di pneumatici Pirelli “Avio”.

Pirelli comincia a produrre pneumatici per aereo nel corso della Prima Guerra Mondiale e gli “Avio” Pirelli accompagnano imprese leggendarie, dal Volo su Vienna di Gabriele D’Annunzio del 1918 al raid Roma-Tokyo di Arturo Ferrarin del 1920.

Durante il secondo conflitto mondiale Pirelli equipaggia i biplani Fiat impegnati in Africa Orientale e i bombardieri Savoia-Marchetti “Pipistrello”, ma partecipa anche a nuove imprese: è del 1930 il primo Giro Aereo d’Italia, vinto dal Colonnello Paride Sacchi che – all’arrivo – loda i “meravigliosi pneumatici” del suo Breda 15S.

E poi arriva il momento della Ricostruzione, e l’impegno rinnovato – oltre che in campo militare per i velivoli della NATO – nell’aviazione civile, con la collaborazione con Breda per il gigantesco BZ304 e con Fiat per gli aerei forniti alla ALI-Avio Linee Italiane.

Pirelli ha affiancato passo dopo passo l’Italia che “spiccava il volo” e a testimonianza di questo impegno oggi entra a far parte del patrimonio storico della Fondazione Pirelli il pneumatico Pirelli “Aeroplano” che negli anni Cinquanta garantiva un atterraggio sicuro al DC3 della LAI (Linee Aeree Italiane).

Per l’occasione è stata realizzata in Fondazione Pirelli una retrospettiva di fotografie e documenti che raccontano sessant’anni di pneumatici Pirelli “Avio”.

Multimedia

Images

I grandi protagonisti del circuito di Silverstone

L’8 luglio si corre a Silverstone, circuito che occupa un posto speciale nella storia della Formula 1. È infatti sulla pista britannica che, nel 1950, si è disputato il primo Gran Premio di F1 in assoluto.

Ad aggiudicarselo è Nino Farina su Alfa Romeo 158 gommata Pirelli. Il pilota comincerà così la sua scalata al titolo mondiale e Pirelli si confermerà tra i protagonisti della Formula 1 per diversi anni. La Rivista Pirelli dedica al pilota la copertina dell’ottobre 1950.

L’azienda milanese contribuirà alla vittoria del Gran Premio nel 1951 con il successo di José Froilan Gonzales su Ferrari 375, nel 1952 con il mitico Alberto Ascari su Ferrari 500, nel 1953 ancora con Ascari, sempre su Ferrari 500. Quell’anno il pilota italiano si sarebbe aggiudicato il suo secondo titolo mondiale dopo quello del 1952. Nel 1954 si ripete il pilota argentino José Froilan Gonzales su Ferrari 625 sempre gommata Pirelli.

Sul circuito di Silverstone si correrà fino al 1955. Dal 1956 in poi la Formula 1 inglese alternerà Silverstone con i circuiti di Aintree e Brands Hatch. Proprio ad Aintree la Pirelli vincerà ancora una volta in terra inglese nel 1957, con Stirling Moss e la Vanwall: poi l’abbandono temporaneo alla F1, per il rientro nel 1991.

L’8 luglio si corre a Silverstone, circuito che occupa un posto speciale nella storia della Formula 1. È infatti sulla pista britannica che, nel 1950, si è disputato il primo Gran Premio di F1 in assoluto.

Ad aggiudicarselo è Nino Farina su Alfa Romeo 158 gommata Pirelli. Il pilota comincerà così la sua scalata al titolo mondiale e Pirelli si confermerà tra i protagonisti della Formula 1 per diversi anni. La Rivista Pirelli dedica al pilota la copertina dell’ottobre 1950.

L’azienda milanese contribuirà alla vittoria del Gran Premio nel 1951 con il successo di José Froilan Gonzales su Ferrari 375, nel 1952 con il mitico Alberto Ascari su Ferrari 500, nel 1953 ancora con Ascari, sempre su Ferrari 500. Quell’anno il pilota italiano si sarebbe aggiudicato il suo secondo titolo mondiale dopo quello del 1952. Nel 1954 si ripete il pilota argentino José Froilan Gonzales su Ferrari 625 sempre gommata Pirelli.

Sul circuito di Silverstone si correrà fino al 1955. Dal 1956 in poi la Formula 1 inglese alternerà Silverstone con i circuiti di Aintree e Brands Hatch. Proprio ad Aintree la Pirelli vincerà ancora una volta in terra inglese nel 1957, con Stirling Moss e la Vanwall: poi l’abbandono temporaneo alla F1, per il rientro nel 1991.

Multimedia

Images

Voci del lavoro

Oltre trenta interviste, realizzate da Roberta Garruccio tra il 2010 e il 2011, a un gruppo di lavoratori degli stabilimenti Pirelli di Settimo Torinese che oggi stanno vivendo le trasformazioni radicali per la chiusura di alcuni vecchi impianti e la contemporanea apertura di un Nuovo Polo ad alta tecnologia. A fare da perno, alcune questioni rilevanti: cosa significa tutto questo per le persone che hanno lavorato in fabbrica? Come cambia il loro lavoro? Come vivono le strategie di riorganizzazione e di sviluppo dell’azienda nelle trasformazioni globali?

La ricerca, voluta dalla Fondazione Pirelli, ha almeno due obiettivi. Il primo: contribuire a mettere a fuoco i caratteri nuovi dell’attività industriale e le trasformazioni sociali e culturali dei suoi addetti, gli orientamenti e i valori degli operai e delle altre figure professionali dell’industria, in una fase in cui la fabbrica stessa ringiovanisce e viene abitata da generazioni diverse.

Il secondo obiettivo, non meno importante: rendere visibile la rappresentazione del mondo della fabbrica per immagini, linguaggi e temi plurali. Gli intervistati, infatti, non sono solo operai ma anche capi, tecnici e manager. Le testimonianze affrontano temi importanti in generale per l’industria manifatturiera di oggi, come la sottrazione della fatica alla manualità del lavoro, la diffusione della qualità e la costruzione della sicurezza, ma anche le modifiche tecnologiche e organizzative, l’innovazione e la formazione sempre più intensa. Una vera e propria metamorfosi della fabbrica e del lavoro.

Voci del lavoro. Dagli anni Settanta a oggi, globalizzazione e cambiamenti in una fabbrica Pirelli

Roberta Garruccio (ricercatrice di Storia economica presso il Dipartimento di Scienze della storia e della documentazione storica dell’Università degli Studi di Milano)

Editori Laterza

Oltre trenta interviste, realizzate da Roberta Garruccio tra il 2010 e il 2011, a un gruppo di lavoratori degli stabilimenti Pirelli di Settimo Torinese che oggi stanno vivendo le trasformazioni radicali per la chiusura di alcuni vecchi impianti e la contemporanea apertura di un Nuovo Polo ad alta tecnologia. A fare da perno, alcune questioni rilevanti: cosa significa tutto questo per le persone che hanno lavorato in fabbrica? Come cambia il loro lavoro? Come vivono le strategie di riorganizzazione e di sviluppo dell’azienda nelle trasformazioni globali?

La ricerca, voluta dalla Fondazione Pirelli, ha almeno due obiettivi. Il primo: contribuire a mettere a fuoco i caratteri nuovi dell’attività industriale e le trasformazioni sociali e culturali dei suoi addetti, gli orientamenti e i valori degli operai e delle altre figure professionali dell’industria, in una fase in cui la fabbrica stessa ringiovanisce e viene abitata da generazioni diverse.

Il secondo obiettivo, non meno importante: rendere visibile la rappresentazione del mondo della fabbrica per immagini, linguaggi e temi plurali. Gli intervistati, infatti, non sono solo operai ma anche capi, tecnici e manager. Le testimonianze affrontano temi importanti in generale per l’industria manifatturiera di oggi, come la sottrazione della fatica alla manualità del lavoro, la diffusione della qualità e la costruzione della sicurezza, ma anche le modifiche tecnologiche e organizzative, l’innovazione e la formazione sempre più intensa. Una vera e propria metamorfosi della fabbrica e del lavoro.

Voci del lavoro. Dagli anni Settanta a oggi, globalizzazione e cambiamenti in una fabbrica Pirelli

Roberta Garruccio (ricercatrice di Storia economica presso il Dipartimento di Scienze della storia e della documentazione storica dell’Università degli Studi di Milano)

Editori Laterza

Un mese dedicato ai bambini con la scuola G.B. Pirelli

Si è conclusa giovedì 31 maggio l’iniziativa che ha visto coinvolta la Fondazione Pirelli e la Scuola Giovanni Battista Pirelli con l’obiettivo di raccontare ai bambini la storia e la trasformazione del quartiere di Bicocca (Milano) da area tra le più industrializzate d’Italia a nuovo quartiere residenziale. Un’esperienza intensa e impegnativa di cui proviamo a dare qualche cifra:
– 12 classi coinvolte, dalla I alla V elementare;
– per un totale di 283 bambini;
– 7 giornate di attività;
– 4 diverse tipologie di laboratori didattici e creativi svolti;
– 110 pneumatici di pasta di sale realizzati dai bambini;
– 30 bozzetti pubblicitari creati;
– 10 piantine dell’Area Bicocca disegnate

L’entusiasmo mostrato dai bambini e l’allegria con cui hanno affrontato le diverse attività creative, ci rassicurano sulla bontà della strada intrapresa e sul successo dell’iniziativa a cui è ferma intenzione della Fondazione Pirelli dare un seguito.

Tutti coloro che desiderassero ricevere maggiori informazioni sull’iniziativa, sono pregati di scrivere a info@fondazionepirelli.org o telefonare al 02-64423971.

Si è conclusa giovedì 31 maggio l’iniziativa che ha visto coinvolta la Fondazione Pirelli e la Scuola Giovanni Battista Pirelli con l’obiettivo di raccontare ai bambini la storia e la trasformazione del quartiere di Bicocca (Milano) da area tra le più industrializzate d’Italia a nuovo quartiere residenziale. Un’esperienza intensa e impegnativa di cui proviamo a dare qualche cifra:
– 12 classi coinvolte, dalla I alla V elementare;
– per un totale di 283 bambini;
– 7 giornate di attività;
– 4 diverse tipologie di laboratori didattici e creativi svolti;
– 110 pneumatici di pasta di sale realizzati dai bambini;
– 30 bozzetti pubblicitari creati;
– 10 piantine dell’Area Bicocca disegnate

L’entusiasmo mostrato dai bambini e l’allegria con cui hanno affrontato le diverse attività creative, ci rassicurano sulla bontà della strada intrapresa e sul successo dell’iniziativa a cui è ferma intenzione della Fondazione Pirelli dare un seguito.

Tutti coloro che desiderassero ricevere maggiori informazioni sull’iniziativa, sono pregati di scrivere a info@fondazionepirelli.org o telefonare al 02-64423971.

Multimedia

Images

L’innovazione industriale parte dall’università

Studiare e sperimentare giorno dopo giorno, nuove macchine, nuovi processi, nuove soluzioni per perseguire l’innovazione industriale, è uno degli obiettivi del bravo ingegnere meccanico.

E la ricerca, lo studio e la sperimentazione cominciano dai banchi universitari. Nel nostro caso dai banchi dell’Università degli Studi di Brescia, facoltà di Ingegneria Meccanica che lunedì 28 maggio, ha inviato in Fondazione Pirelli 40 suoi studenti per imparare dalla storia e dall’evoluzione di una multinazionale con oltre 140 anni di storia alle spalle.

Spazio anche alla tecnologia: dall’introduzione del processo produttivo del pneumatico allo studio degli strumenti per la misurazione delle vibrazioni, dalla visita alla sala prove indoor a quella dello stabilimento produttivo di Bollate (Milano).

Per gli studenti, quindi, un’anticipazione e un augurio per il futuro, considerato che il settore industriale resta ancora lo sbocco professionale classico per tutti i laureati in Ingegneria Meccanica.

Studiare e sperimentare giorno dopo giorno, nuove macchine, nuovi processi, nuove soluzioni per perseguire l’innovazione industriale, è uno degli obiettivi del bravo ingegnere meccanico.

E la ricerca, lo studio e la sperimentazione cominciano dai banchi universitari. Nel nostro caso dai banchi dell’Università degli Studi di Brescia, facoltà di Ingegneria Meccanica che lunedì 28 maggio, ha inviato in Fondazione Pirelli 40 suoi studenti per imparare dalla storia e dall’evoluzione di una multinazionale con oltre 140 anni di storia alle spalle.

Spazio anche alla tecnologia: dall’introduzione del processo produttivo del pneumatico allo studio degli strumenti per la misurazione delle vibrazioni, dalla visita alla sala prove indoor a quella dello stabilimento produttivo di Bollate (Milano).

Per gli studenti, quindi, un’anticipazione e un augurio per il futuro, considerato che il settore industriale resta ancora lo sbocco professionale classico per tutti i laureati in Ingegneria Meccanica.

Multimedia

Images

Psicologi in fabbrica. Storie e fonti

Una interessante giornata di studio organizzata da ASPI-Archivio storico della psicologia italiana e Fondazione Isec, in collaborazione con Fondazione Pirelli. L’iniziativa si propone di ripercorrere la storia della psicotecnica e della psicologia del lavoro a partire dai primissimi esempi italiani di organizzazione scientifica del lavoro, fino a più recenti gabinetti di psicotecnica di grandi imprese come Pirelli e Olivetti.

Si analizzano così le esperienze di alcuni protagonisti (Agostino Gemelli, Cesare Musatti, Francesco Novara, Ottiero Ottieri, Ugo Pizzoli, Vito Massarotti, Giulio Cesare Ferrari), con una particolare attenzione per le fonti archivistiche e al loro ruolo nel recupero di valori e identità.

Una interessante giornata di studio organizzata da ASPI-Archivio storico della psicologia italiana e Fondazione Isec, in collaborazione con Fondazione Pirelli. L’iniziativa si propone di ripercorrere la storia della psicotecnica e della psicologia del lavoro a partire dai primissimi esempi italiani di organizzazione scientifica del lavoro, fino a più recenti gabinetti di psicotecnica di grandi imprese come Pirelli e Olivetti.

Si analizzano così le esperienze di alcuni protagonisti (Agostino Gemelli, Cesare Musatti, Francesco Novara, Ottiero Ottieri, Ugo Pizzoli, Vito Massarotti, Giulio Cesare Ferrari), con una particolare attenzione per le fonti archivistiche e al loro ruolo nel recupero di valori e identità.

Multimedia

Images

Pirelli Annual Report 2011

Giovedì 10 maggio, presso la Fondazione Pirelli, Marco Tronchetti Provera ha presentato alla stampa il Bilancio 2011.

Non il classico bilancio fatto di tabelle, grafici e numeri, ma un vero e proprio libro “illustrato” dai disegni del giovane grafico olandese Stefan Glerum che ha dato forma ai valori di Pirelli reinterpretando il mito della velocità, della tecnologia, del rispetto, dell’evoluzione, del saper guardare al futuro e molti altri. Valori sottolineati anche dai quattro grandi scrittori internazionali che con i loro contributi letterari arricchiscono il Bilancio 2011: Hans Magnus EnzensbergerWilliam Least Heat-MoonJavier Cercas Guillermo Martínez.

In questa cornice i numeri e i dati del bilancio diventano parte di una narrazione più ampia che punta al cuore della cultura Pirelli e dei suoi valori, affiancando ai tipici contenuti economico-finanziari illustrazioni e scritti d’autore realizzati ad hoc per raccontare la parte più intangibile dell’azienda.

I dettagli del progetto editoriale sono stati curati dal designer Francesco Valtolina che dal dal 2007 si occupa dell’Art Direction del magazine Mousse.

 “Attraverso la crescita culturale, una società può guardare al suo futuro con positività” ha commentato nel corso della conferenza stampa il presidente Marco Tronchetti Provera.

Giovedì 10 maggio, presso la Fondazione Pirelli, Marco Tronchetti Provera ha presentato alla stampa il Bilancio 2011.

Non il classico bilancio fatto di tabelle, grafici e numeri, ma un vero e proprio libro “illustrato” dai disegni del giovane grafico olandese Stefan Glerum che ha dato forma ai valori di Pirelli reinterpretando il mito della velocità, della tecnologia, del rispetto, dell’evoluzione, del saper guardare al futuro e molti altri. Valori sottolineati anche dai quattro grandi scrittori internazionali che con i loro contributi letterari arricchiscono il Bilancio 2011: Hans Magnus EnzensbergerWilliam Least Heat-MoonJavier Cercas Guillermo Martínez.

In questa cornice i numeri e i dati del bilancio diventano parte di una narrazione più ampia che punta al cuore della cultura Pirelli e dei suoi valori, affiancando ai tipici contenuti economico-finanziari illustrazioni e scritti d’autore realizzati ad hoc per raccontare la parte più intangibile dell’azienda.

I dettagli del progetto editoriale sono stati curati dal designer Francesco Valtolina che dal dal 2007 si occupa dell’Art Direction del magazine Mousse.

 “Attraverso la crescita culturale, una società può guardare al suo futuro con positività” ha commentato nel corso della conferenza stampa il presidente Marco Tronchetti Provera.

Multimedia

Images
CIAO, COME POSSO AIUTARTI?